Temo che il “politically correct” sia un vero tarlo di questa società e il rapper bergamasco 6occia sa benissimo come salvarsi dalle maschere di ipocrisia che ancora imperano oggi, nonostante il futuro sfacciato che abbiamo sotto mano ogni giorno. Un terzo lavoro dal titolo “Quattro” che grida la verità di una condizione, denuncia la discriminazione e il giudizio… disco che punta a sdoganare tabù sessuali, identità “diverse” e accettazioni recitate solo per la pubblica piazza. Non ci sta 6occia e lo dice a grand voce dentro un flow che dall’America approda ai più gustosi cliché italiani.
Partiamo dal suono che trovo molto internazionale. Leggo di belle ispirazioni ma io aggiungerei anche Eminem per restare su qualcosa conosciuto al main stream vero?
Sicuramente Eminem dei primi anni 2000 è stato uno dei più forti di sempre e me lo sono ascoltato tantissimo, di conseguenza c’è la sua influenza; ora l’ho perso un po’ di vista per artisti che mi comunicano di più , tipo Kendrick, Frank Ocean o J.Cole. Ti ringrazio comunque per l’internazionale, è una bella cosa.
Che rapporto hai con la periferia? Un rifugio o una prigione?
Più che in periferia io vivo nella provincia inoltrata, quindi fondamentalmente ci sono solo campi coltivati o boschi. Quindi o ti crei tu nella tua testa qualcosa da fare oppure diventa una prigione eccome. Io ho mille pensieri e con la testa sono iperattivo quindi non è stato un problema crescere qui.
E dopo un disco come “Quattro” che rapporto hai anche con la critica e l’opinione pubblica…?
Mentre in passato ho ricevuto molte critiche (di cui sensate erano ben poche) e sono stato preso dallo sconforto momentaneamente, con “Quattro” non ho ricevuto una singola critica negativa: quando è così è troppo strano e sinceramente non sto capendo. O fa cagare a tutti e non me lo dicono per non offendermi oppure ho fatto un bel disco davvero.
E dopo un disco come questo, 6occia è cambiato? Come se posso chiedertelo?
Tornando al discorso di prima della provincia, sono cambiato per il semplice fatto che ora sto cercando di spostarmi verso Milano, perché ci sono più opportunità per la musica e sento che se ne avessi una non la sprecherei di certo. Intimamente invece sono cambiato per il fatto che mi sento più sicuro di me stesso, in quanto non è semplice pubblicare un disco con questi testi e questo penso sia palese.
Oggi la liquidità e l’omologazione anche dei suoni e delle espressioni artistiche non trovi siano a loro modo un altro segno dell’ipocrisia sociale?
Oggi nessuno ha voglia di differenziarsi perché è più faticoso e hai anche meno riscontro (nell’immediato). Ora vogliono tutti avere successo col rap senza sapere un cazzo di rap e la cosa mi fa un po’ ridere; mi rendo conto che però per un ragazzino medio è più difficile differenziarsi, visto che gli stimoli per informarsi e farsi una cultura con la musica sono diminuiti. Questo è paradossale, visto che potenzialmente ora si può ascoltare qualunque canzone desideri immediatamente.