– di Martina Zaralli –
Canzoni per appassionati è il nuovo disco di G Pillola, uscito venerdì 26 marzo per 2MuchRecords in collaborazione con l’hub creativo Krokodil House. Dopo l’esordio discografico con Ciao Belli, questa seconda prova racchiude il nuovo percorso musicale e identitario dell’artista che si allontana dalla trap per abbracciare il cantautorato e il pop. Canzoni per appassionati è un disco che celebra l’amore nelle piccole cose: abbiamo incontrato G Pillola, ecco cosa ci ha raccontato.
Ci racconti come nasce Canzoni per appassionati?
Per il disco abbiamo impiegato molto tempo. Il lockdown dello scorso marzo ha ritardato ovviamente tutta la produzione, però ho preso questo periodo di stop per arricchire l’album di sfumature che prima non c’erano. In tutto sono due anni che ci sto dietro, ed effettivamente l’album è cambiato molto, ha avuto una sua evoluzione. Avendo molto tempo a disposizione, ho potuto approfondire molti autori, molti artisti contaminando così Canzoni per appassionati con stili diversi. Il disco nasce anche per mettermi alla prova, e per dimostrare poi a tutti, che posso esprimermi con un linguaggio che si allontana da quello dei miei esordi nel rap e nella trap.
Qual è il messaggio che vuoi far arrivare a chi ti ascolta con questo album e con tutta la tua musica?
Penso che tutti debbano interpretare liberamente Canzoni per appassionati, così da rivedersi nelle tante situazioni descritte nel disco in base alla lettura personale. In generale, spero che la mia musica e miei testi possano portare messaggi diversi a seconda della sensibilità di ognuno.
Un disco che racchiude un nuovo percorso artistico, che dal rap/trap ti ha portato verso nuove contaminazioni. Come e perché è avvenuto questo cambio stilistico?
Non è stato un cambio stilistico vero e proprio. Anche quando facevo rap cerano delle contaminazioni da altri generi: ascoltavo tutto il giorno il cantautorato italiano degli anni ’60 e ’70, il pop francese, il funk americano. Avere avuto al fianco Blue Jeans, il mio produttore, ho potuto condividere gusti e scelte. Il suo background, il suo modo di comporre, sono stati utilissimi nella mia crescita artistica.
Canzoni per appassionati celebra le piccole cose di quotidiano, che purtroppo sono quelle a cui abbiamo rinunciato durante il 2020. Cosa ti è mancato, cosa ti manca, dall’inizio della pandemia?
La privacy. È un anno e mezzo che sono ospite dai miei amici. A parte qualche incursione a Genova, dalla mia famiglia, per lavoro sono a Torino: è bello condividere, però quando non puoi uscire è anche molto difficile gestire tutto.
Il primo lockdown ci ha colto tutti impreparati. Che ruolo ha svolto la musica?
Una fedele compagnia: soprattutto al mattino, perché davvero poteva condizionare il mio umore. Forse banale, ma è la verità. Ho analizzato in modo approfondito dischi come non facevo da anni, ho suonato per insieme ai miei coinquilini ed è stato davvero una salvezza.
In una precedente intervista con ExitWell, parlando del singolo apripista del disco, “Dove sei”, hai dichiarato che è il più caotico che hai scritto: parla della serenità all’interno di un grande disordine. Cosa è per te la serenità?
Mi basterebbe avere un piccolo angolino di pace. Mi basta veramente poco per essere felice, ridimensionando le aspettative in un periodo in cui non è facile realizzare molte cose. La serenità è davvero nelle piccole cose, eppure tanto grandi per quello che stiamo vivendo.