Torna in scena l’elettronica pop di Daut al secolo Andrea Panait con il nuovo disco “Hate N Love”. Didascalico e puntuale in questo tempo nuovo: nell’odio e nell’amore, ragionando su questi due temi a confronto. Un disco che appunta spazia dentro linee pop, forme rock, scenari urbani e notturni. Introspezione e aria buona. Sono contrasti utili…
Il rap, l’HipHop in questo 2024… secondo te che peso hanno nella vita di ogni giorno?
Parto col dire che il rap che ascolto è per lo più americano e se mi baso su questo il peso è estremo! Chi come me è influenzato da questa wave sa già quale sarà il mio punto. Sto parlando ovviamente del dissing tra Kendrick Lamar e Drake che, senza entrare nei dettagli, ha segnato questo anno dandogli come titolo “conpetizione”.
I dissing mi hanno sempre ispirato a scrivere e a far valere la mia voce e con l’esempio di quest’anno la cosa non è cambiata, ma anzi, si è rafforzata.
Un disco che scandaglia l’odio e l’amore… secondo te basta per descrivere chi siamo?
Ovviamente no, dovessimo vedere nel dettaglio tutti i punti di vista ne uscirebbe un album da mille e passa tracce. Quello che ho fatto è stato semplicemente raccontare il mio punto di vista vestendolo con questi due capi, ma devo dire che, nonostante il mio fosse un discorso soggettivo, la maggior parte dei feedback che ho ricevuto avevano un pensiero simile a riguardo. Quindi per concludere, il progetto non è una verità assoluta, ma una delle tante verità che può, come no, essere parte di noi.
E tra questi due poli, le macchine e l’intelligenza artificiale dei computer, secondo te hanno ormai un posto? Come a dire: ci sono altre emozioni da considerare?
L’AI ora come ora non è in grado secondo me di dimostrarsi perfetta in un discorso così ampio e complesso come le emozioni, sono sicuro però che col tempo ci stupirà anche da questo lato.
E tu che rapporto hai con l’AI?
Non ci ho ancora messo mano in un senso musicale, ma da quello che ho visto in rete e fare di persona non escludo il suo utilizzo in un mio futuro progetto. Per ora preferisco appoggiarmi su un approccio più manuale e rivolgermi all’IA esclusivamente per trarne consigli e idee estetiche.
Te lo chiedo perché in fondo questo disco torna all’essere umano e lo fa con prepotenza… si deve tornare a noi o si deve andare incontro al futuro dei computer?
Credo che il guardare al futuro sia fondamentale, non bisogna avere paura di un cambiamento, anche se enorme come lo sarà questo. Abbiamo la fortuna di vivere in un epoca dove le novità sono quasi all’ordine del giorno, quindi dobbiamo utilizzare tutto a nostro vantaggio e provare a farci qualcosa di unico.