Eccolo l’esordio di Fabio Smitti, cantautore trevigiano che resta in bilico tra sperimentazione e un processo di nostalgia di percorsi a ritroso. Se Battiato è forse uno dei riferimenti che verrebbe alla mente, l’abbandono di filtri e percorsi vari ci restituisce una personalità forte e determinata, un suono digitale dai pattern pop che scandaglia a fondo lo stato sociale della nostra vita quotidiana. Probabilmente un titolo opportuno come “Instabile” fotografa a pieno anche la natura stessa del suono e delle sue macchine… siamo dentro i meandri di intelligenze artificiose, per ora ancora prevedibili.
L’elettronica moderna… per una forma vintage o sbaglio?
Non proprio moderna, nel senso che le parti più significative sono state suonate con synth e strumenti che di concetto sono ormai un po’ datati. Direi che si possono associare le parole elettronica e vintage.
C’è tanto rock in questo disco… e ci ritrovo dentro anche molto krautrock… che ne pensi?
È un genere che ammiro e non ascolto abbastanza, ma alcuni pezzi dei Kraftwerk mi sono sicuramente entrati in testa anche senza volerlo. Le ripetizioni ritmiche, a volte vagamente robotiche sono un punto fermo nel mio espormi.
Nei video scegli una definizione molto distorta e digitale. Il video di “Carma” è addirittura un cartone animato (o quasi). Come mai? La realtà non ti piace?
L’immagine è un completamento del percorso artistico che prima è testo, poi musica ed infine appunto immagine. Cerco di trovare l’espressione visiva massima che possa trasferire le emozioni. Anche la realtà può essere un veicolo importante.
Che dimensione fisica ha o avrà questo disco? Oppure sei tra quelli che ormai la vita è completamente liquida?
Le esperienze pregresse mi dicono che la copia fisica è poco fruibile, anche se lo dico con un pò di nostalgia!
Dal vivo questo disco che suono avrà? E come?
Lo stiamo ancora pensando. La mia idea di essere artista come detto prima vuole essere audio e video assieme, quindi dal vivo è complicato, ma non impossibile!