– di Assunta Urbano –
In due anni in cui i nostri movimenti sono stati limitati, i rovere decidono di partire per il viaggio più difficile di tutti: quello alla ricerca della propria identità.
Nelson, alla voce, Luca, alla chitarra, e Stiva, alle tastiere – accompagnati da Marco e Davide – hanno fatto breccia nel cuore dei loro ascoltatori in maniera immediata. Con il debut album “disponibile anche in mogano”, del 2019, hanno dominato le playlist editoriali, fino a diventare tra i progetti più rappresentativi della loro generazione.
Oggi, 18 febbraio 2022, la band pubblica il secondo capitolo della loro storia, intitolato “dalla terra a marte” e prodotto da Matteo Cantaluppi. Per tuffarci in questo nuovo percorso di pop e cantautorato, abbiamo fatto alcune domande ai rovere.
In attesa di ritornare sul palco, i rovere pubblicano il nuovo disco “dalla terra a marte”. Di cosa racconta questo lavoro? Qual è il processo creativo che vi ha portato a queste canzoni?
Il nostro secondo disco parla di un viaggio. In un momento storico in cui non cui non si poteva andare da nessuna parte abbiamo deciso di farlo con la nostra arte e ci siamo catapultati su Marte. Il processo creativo è stato totalmente nuovo: molte canzoni sono arrivate nel periodo di lockdown in cui non ci era permesso suonare insieme. Ognuno nella sua stanzetta ha creato qualcosa e nell’insieme è venuto fuori questo disco.
L’album si apre con “Major Tom” e a seguire c’è “astronauta”. Un lancio a tutti gli effetti. Mi viene in mente subito David Bowie. Cosa significa per voi l’artista?
David Bowie è stato senza ombra di dubbio uno dei principali artisti a cui ci siamo ispirati durante il lavoro del disco. Anche lui ha compiuto con la sua musica questo viaggio spaziale e per rendergli omaggio abbiamo dedicato a Major Tom la prima traccia dell’album.
Parlando invece di vostri colleghi, Riccardo Zanotti, leader dei Pinguini Tattici Nucleari, è un collaboratore storico dei rovere e in questo caso ha contribuito al pezzo “bim bum bam”. Un singolo, tra l’altro, che ci riporta al programma televisivo, un po’ con il sorriso e un po’ con nostalgia. Come vi trovate insieme?
Con Riccardo c’è un bel legame di amicizia e stima reciproca che ormai va avanti da diversi anni. Abbiamo collaborato per diversi pezzi sia in questo che nel primo disco. Non nascondiamo l’enorme ammirazione che proviamo per il suo lavoro, lo reputiamo uno degli autori più bravi del panorama musicale italiano.
Siete stati i protagonisti di una graphic novel, “disponibile anche a fumetti”, pubblicata da Becco Giallo. Immaginandovi, invece, personaggi animati di una serie o di un film, dove vi collochereste?
Probabilmente vorremmo catapultarci in Dragonball Z. È il cartone animato della nostra infanzia, ci siamo cresciuti e lo adoriamo. Molto spesso, come Goku e i suoi amici, ci scontriamo e sentiamo il bisogno di salvare la Terra, ma poi ci rendiamo conto che la cosa che ci piace di più è mangiare e stare insieme.
Una domanda che sicuramente vi avranno fatto più volte. Il vostro nome, rovere, viene scritto “rigorosamente” in minuscolo. Per quale motivo?
È una scelta prima di tutto artistica di immagine. Quando abbiamo scelto il nome “rovere” ci piaceva molto la parola e il significato ma non come veniva scritto. Provandolo minuscolo invece era molto più interessante, così abbiamo deciso di utilizzarlo.
I rovere vanno a cercare se stessi addirittura a distanza anni luce. Siete legati all’astronomia?
In realtà, no. Abbiamo tutti diverse passioni trasversali, ovviamente, alla musica. Lo spazio è però qualcosa che ci ha attratto e ci attrae, perché lontano, infinito e tutto da scoprire. Però se la saga di Star Wars vale, allora sì, siamo appassionati di astronomia. Viva le spade laser.
In verità, la sfera celeste fa da metafora per parlare di “crescere”, non senza “precipitare” e scegliendo talvolta il “sentiero rapido”. “dalla terra a marte” è un viaggio così lungo, che alla fine sembra non avere come destinazione lo spazio, ma il proprio io interiore. In questo infinito vagare, oggi, siete tornati sul nostro Pianeta, ma avete trovato il vostro posto nell’universo?
Bellissima domanda che centra perfettamente quello che con questo album abbiamo voluto comunicare al nostro pubblico. In questo viaggio, in cui ci siamo allontanati da ciò che reputavamo importante intorno a noi, siamo riusciti a dare una diversa prospettiva alle cose. A volte rendendoci conto che il superfluo stava prendendo il sopravvento. Non sappiamo bene dove siamo arrivati, né tantomeno se abbiamo trovato il nostro posto nell’universo. Sappiamo però che questa esperienza ci ha aiutato a crescere, a capire meglio chi siamo e ci ha dato nuova carica per poter ripartire verso chissà dove ci porterà la musica.
TOUR
2 Luglio, Padova – Parco della Musica
6 Luglio, Bologna – Botanique
7 Luglio, Firenze – Ultravox
27 Luglio, Segrate (Mi) – Circolo Magnolia
Torino – TBA
Roma – TBA