Il processo che da “Indie” ha condotto a “Indiesfiga” non ha avuto come detonatore solo l’attività di alcuni artisti che facevano il loro e certo non potevano prevederne i tragici sviluppi. Occorreva un vessillo-stendardo-gonfalone sotto il quale raccogliere quanti di sfiga erano portatori sani e di solito inconsapevoli, affinché scoprissero di essere tanti – “saltellanti, scintillanti, sorprendenti”, come cantava nel 1978 Alberto Camerini – e di conseguenza fichi/fighi/cool, singoli elementi di un movimento di pensiero (fa ridere, ma è per capirsi) che predicava senza dirlo esplicitamente uno stile di vita diverso-buono-giusto-bello. Una volta creata la bandiera, il polo di aggregazione, una macchina della propaganda oliata a dovere avrebbe ampliato rapidamente la moltitudine – è noto: tutti affermiamo di voler essere solo noi stessi, ma poi ci irreggimentiamo dovunque – e innalzato allo status di semi-divinità, con
tutti i relativi vantaggi pratici, gli ideatori nonché detentori della sacra fiaccola.
Nulla di nuovo, insomma. Per quanto concerne il nostro Indiesfiga, il catalizzatore totemico fu il MI AMI, emanazione del sito più seguito e importante tra quelli che si interessano di musica italiana, Rockit.it: un festival speculare a quelli esteri, con più giornate, più palchi e più situazioni parallele, ma dedicato esclusivamente alle realtà più o meno alternative del Paese che sembra una scarpa. Una rassegna così poteva funzionare solo a Milano, la città delle mode/tendenze/trend, e infatti il MI AMI – acronimo per Musica Importante a Milano – fu lanciato proprio lì. Il fatto che ciò sia avvenuto nel 2005, quando Indie italiano e business erano ancora parole che non potevano stare nella stessa frase, mi fa pensare che gli organizzatori fossero guidati da nobili propositi culturali e non fossero geni del male. Non ho mai voluto indagare sul serio perché i ragazzi di Rockit – che oggi ragazzi non sono più tanto – mi sono da sempre cari, anche se devo ammettere che lo slogan “il festival della musica bella e dei baci” – trovata di marketing brillante, non ci piove – mi provoca violenti attacchi di orticaria dalla prima volta che mi è apparso sotto gli occhi. Si sa che le strade dell’Inferno sono lastricate di buone intenzioni e dunque è andata com’è andata. Senza il
MI AMI l’Indiesfiga si sarebbe propagato ugualmente ma forse sarebbe stato meno infestante; o magari no, ma comunque sarei molto curioso di sapere cosa sarebbe accaduto se…