Quello di Lamush (Claudia Giannotta) ed Eropi (Pierluigi Conte) – in arte La Malasorte – è un suono scuro che quasi mi mostra alti edifici industriali di metropoli post-moderne, in bilico tra il futuro e timide tracce di un classicismo passato. Eppure è la provincia il cuore pulsante di questo esordio discografico dal titolo “Porta Fortuna”. Il digitale, la melodia, soluzioni affascinanti che sanno di dub e poi un lavoro che trasuda urgente nella sua forte personalità.
Parliamo di provincia: quanto di questo suono somiglia alla provincia e alla sua vita?
“Porta Fortuna” è nemesi e incarnazione della provincia allo stesso tempo. Non somiglia a niente, ma al tempo stesso è pieno di ispirazioni, è come una spugna che ha assorbito tutti gli stimoli esterni, gli ascolti, i viaggi e poi li ha digeriti. E in questo processo la provincia, il luogo dove è stato scritto gioca per forza un ruolo importante. Riesce a calmarti, a farti rallentare, sapendo cercare ti dà anche tanti stimoli ma vivi anche con quella sensazione di stare perdendo dei treni che dove vivi tu non passano. Fare musica qua è diverso. La provincia è ovunque ognuno di noi è provincia e capoluogo di se stesso insieme. Questo non per fare retorica ma per per dire che ci abbiamo messo dentro un sacco di riferimenti reali nelle metafore dei testi. Per cui ogni riferimento non è puramente casuale.
E dalla vostra: l’assenza che si vive dentro una provincia è una ricchezza di inventarsi o una mancata possibilità?
Probabilmente entrambe ma si arriva sempre a fare i conti con qualche mancanza. E da questo non si può emigrare.
Penso che da questo punto di vista il luogo conti poco. Ovunque tu sia, avrai sempre bisogno di inventarti e reinventarti, di pensare che stai crescendo e esplorando. Ora non so se questo derivi da una mancanza, forse sí, ma se questa mancanza è un dono del vivere in provincia, sono felice di averlo e di avere questo bisogno.
Questa immagine di copertina? Un amuleto, una maschera, un modo deforme di vedere la realtà?
Come le macchie di Rorschach, è la tua mente a scegliere cosa vederci Questa immagine è semplicemente qualcosa che non esiste come la fortuna. Perché non esiste nessun porta fortuna se non la tua forza di volontà.
Il vostro moniker e poi il titolo di questo disco: siete ottimisti oppure siete arresi al futuro?
Siamo realisti e reattivi.
In tutto il disco torna il concetto di disordine, di distorsione, del tutto che ci circonda e che diventa una massa informe… si soccombe come sembra suggerire il suono di questo disco o si rinasce, si riparte, come sembra venir fuori da alcuni testi?
Dal caos puoi prendere gli spunti distruttivi o gli spunti costruttivi. Sono entrambe energie creative. Qua avevamo bisogno di lanciare fuori questa energia disordinata, di pancia, di stomaco. Questi pezzi non sono suggerimenti, sono solo racconti. E c’è sempre qualcosa da raccontare.