– di Anna Rescigno –
Nel 1972 John Lennon e Yoko Ono si trasferiscono a New York, e da una grande casa di proprietà a Londra decidono di andare a vivere in un appartamentino imboscato a Greenwich Village. I primi mesi in America li passano, intimoriti dalla situazione politica, prevalentemente a letto a guardare la televisione. Questa la premessa di One To One: John & Yoko, il documentario di Kevin Macdonald (regista di The Last King Of Scotland) che sarà distribuito nelle sale italiane come evento speciale a partire da domani 15 maggio, fino al 21.
Il documentario è costruito proprio così, come un’esperienza di zapping televisiva, come se si accendesse la televisione in quei mesi del 1972 e ci si sedesse a osservare, in maniera neanche troppo attenta né prolungata, quello che sta succedendo. Alcuni di questi materiali non erano mai stati mostrati prima. La scelta del regista è stata perciò quella di costruire un documentario direttamente su questi materiali, perchè ricchi e, appunto, spesso inediti, evitando invece quel tipo di forma documentaristica in cui sono si chiedono testimonianze di vecchi signori che avevano vissuto in quegli anni vicino ai protagonisti. L’esperienza è dunque diretta, ed è lo spettatore a dover mettersi in gioco attivamente nel trovare un giudizio riguardo a quanto compiuto. Spesso Lennon e Ono sono stati criticati per il loro modo di approcciarsi alla politica e alla delicata situazione che il mondo stava vivendo in quegli anni, e in questo documentario essi vengono esposti senza troppi giudizi né glorificazioni.
One To One è il nome del concerto attorno a cui gira tutta la struttura temporale del film: un’esibizione a scopo benefico, nata dalla fascinazione, e dal conseguente sconforto, legato alla visione da parte di John e Yoko di un’inchiesta sulla Willowbrook State School, un’istituzione destinata originariamente a bambini con disabilità intellettive, e conosciuta per i vari abusi perpetrati ai pazienti e per le condizioni igieniche disumane a cui erano costretti. Le immagini severamente disturbanti mandate in televisione in quegli anni, e mostrate nel documentario, sono seguite da un bellissimo reportage del concerto, in cui sono mostrati i bambini scendere dallo scuolabus, accompagnati da educatori volontari, e assistere al concerto, un’esibizione rivelatoria, in cui la voce di Lennon è spiazzante.
Il momento storico catturato dal documentario e, in generale, dall’opera di John e Yoko di quegli anni è una polveriera angosciante ma interessantissima da ripercorrere: dalla guerra del Vietnam alla rivolta del carcere di Attica, dalla Free John Sinclair Rally ai disordini in Irlanda del Nord. Il modo in cui questi vengono narrati, intrecciato con la qualità delle ritrovate produzioni musicali del concerto, rendono One To One un evento audiovisivo a cui vale la pena partecipare.