– di Assunta Urbano
foto di Emanuele Capuani –
Prima di dare il via al suo progetto musicale Le Larve, Jacopo Castagna entra nel mondo dello spettacolo prestando la sua ugola a numerosi personaggi del piccolo e grande schermo. Tra i tanti, ricordiamo, in particolare, la voce di Dylan Sprouse nelle produzioni Disney con i gemelli Zack e Cody come protagonisti e un giovanissimo Zachary Infante in School of Rock.
La musica è sempre stata una parte fondamentale della vita del cantautore, che proprio nel 2011 inizia a pubblicare i primi brani sotto il nome Le Larve. Le canzoni cominciano a fare il giro della città di Roma, tra i palchi più importanti della Capitale.
Nel 2016, esce “Non sono d’accordo”, il disco d’esordio. Lo scorso anno, il suo singolo “Musicaeroplano” arriva tra le venti canzoni semifinaliste di Sanremo Giovani.
Nell’attesa di poter ascoltare il suo nuovo album, abbiamo intervistato Le Larve per farci raccontare dei dieci anni di carriera e del prossimo live allo Zoobar, a Roma, venerdì 3 dicembre. Ma soprattutto abbiamo approfittato dell’occasione per chiedere a Jacopo Castagna di “Camminando”, un pezzo che parla del coraggio di rialzarsi sempre, anche dopo le cadute più dolorose.
Venerdì 12 novembre è uscito il nuovo singolo de Le Larve “Camminando”. Ci racconti di questo pezzo?
In realtà penso che non ci sia molto di più da raccontare rispetto a quanto già non dica il brano, che è molto didascalico. L’ho scritto in due fasi a distanza di qualche mese, inizialmente non era stato pensato come un singolo, ma sono contento sia uscito così.
Sono stati due anni complicati per il panorama musicale, ma sembra che si stia ritornando ad una sorta di normalità. Riprendiamo proprio il testo del nuovo singolo: «Camminando a volte si inciampa, ma non è un buon motivo per restare a casa e non muoversi mai». Secondo te, come dovrebbe fare un musicista per avere sempre il coraggio di rialzarsi e tornare sui suoi passi dopo una caduta?
Sto vivendo questa fase: io penso che chi vuole fare musica la faccia a prescindere dal riscontro. Poi è sicuramente frustrante non riuscire a uscire dall’ombra, ma come dice un proverbio “chi la dura la vince”.
Hai esordito nel mondo dello spettacolo come doppiatore. Come hai vissuto quella esperienza e quanto è diverso l’uso della voce in quel tipo di lavoro rispetto alla musica?
Il doppiaggio è un lavoro che continuo a fare. In realtà, è molto simile perché si tratta in entrambi i casi di dover interpretare qualcosa davanti ad un microfono. Nella musica io ci trovo di più, soprattutto perché scrivo quello che interpreto.
Sono passati dieci anni dal primo concerto de Le Larve. Cosa significa per te questo traguardo? Quanto è cambiata la scena musicale romana da quel 2011?
Dieci anni fa emergevano I Cani, speriamo che ora emergano Le Larve.
Per l’occasione, è stato fissato un appuntamento, venerdì 3 dicembre, allo Zoobar, a Roma, in cui è iniziata la storia del progetto. Prima di tutto, ti chiedo quali aspettative hai per questa serata. Poi, mi piacerebbe ci raccontassi aneddoti legati a questo luogo.
Sarà una grande festa, questo mi aspetto. Di aneddoti ce ne sarebbero tanti, ma mi limiterò a raccontarti quello che dà il nome al progetto: ai tempi del liceo, per convincere i miei compagni a venire al nostro primo concerto, feci chiudere la scuola con qualche chilo di bigattini sparsi nei bagni [ride, ndr]. Il concerto fu un clamoroso sold out! Altri aneddoti non sono caduti in prescrizione.
Ci salutiamo con un’ultima domanda, che punta verso il futuro: “Camminando” è un vero percorso, quindi, dove sta andando oggi Le Larve, dove è diretto e dove lo vedremo nei prossimi mesi?
Non so dove sto andando, ma sto andando. Spero di non dovermi auto-citare.