Certo che è facile lasciarsi ingannare dalle paillettes, dai vestiti sopra le righe, dai tatuaggi in faccia. D’altronde – ahia, ecco che arriva il paragone azzardato – anche i grandi artisti del periodo glam anni ’70 si vestivano così e non era per nascondersi dietro gli abiti firmati, per mascherare la mancanza di talento. Era – come è per Achille – un modo per raccontare un’alterità, un mondo diverso: quello che succede sul palco, dentro i palazzetti e sulle tracce del disco è qualcosa di epico, che deve farti saltare in aria e portarti in un’altra dimensione, lontano dagli orrori della vita. È un’ulteriore declinazione artistica, e come la fa Lauro, oggi, non la fa nessuno in Italia.
Achille Lauro: La parte di look ed estetica non è tanto per esser esuberante o attirare l’attenzione, ma per essere diverso dagli altri. È la stessa cosa che succede nel processo creativo: non proverò mai a dire qualcosa che hanno detto gli altri, e così non metterò quello che mettono tutti. Noi facciamo e siamo un’altra cosa. Se mi devo ispirare a qualcuno mi ispiro a David Bowie, non alla moda di tendenza di quello che va oggi. Cercherò di riprendere tutto dalle icone e farlo mio, per creare una cosa nuova.
La carriera di Lauro sembra lunghissima, ma forse solo oggi sembra indirizzata verso qualcosa di reale, di concreto. Tra gli angeli e i diavoli delle sue canzoni – e della sua vita – tra i sogni di grandezza e la voglia di ascendere al Mito, il divo Achille è la conferma che una terza via è possibile, lontano dai tormentoni estivi e dai luoghi comuni, musicali e artistici. Adesso che il 1969 sta finendo, ci rimane di scoprire come sarà il 1990. E io sono già curioso.
Achille Lauro: La gente pensa che io sia arrivato, ma ho appena iniziato. Sto lavorando a tanta musica, non mi fermo. Ho conquistato le persone una per una. Il mio successo è costruito mattone per mattone con queste mani. I soldi e la soddisfazione per me sono sempre poco, nonostante sia baciato dalla Fortuna o dal Signore. Voglio arrivare da un’altra parte, più lontano di quello che la gente vede. Voglio solo fare bella musica, non sono una roba di tendenza. Si sopravvive al tempo lasciando delle cose belle, che non riguardino solo l’atteggiamento ma anche quello che trasmetti, nella massima sincerità. Non penserò mai di fare un pezzo per qualche utile specifico. Il mio pubblico vero non è arrivato dopo la televisione, c’era da prima.
Rimane quella domanda, lanciata nel vuoto all’inizio. Chi è davvero Achille Lauro? Forse, a scavare nella sua discografia, possiamo trovare non chi è, ma chi vuole essere Lauro. Basta ascoltarci di nuovo Teatro e Cinema: “se non resteranno i nomi, resterà una storia”. Che sia una grande storia non lo sappiamo, ma fortunatamente in Italia c’è qualcuno che sta cercando di dire qualcosa di diverso, di disco in disco. E quel qualcuno, anche se a voi non piace, è Achille Lauro.
Achille Lauro: È quello che noi vogliamo, che questo rimanga per sempre. Da adesso in poi saremo inafferrabili ed inetichettabili.