Dopo aver sentito in anteprima il suo nuovo singolo, “Nato per errore”, abbiamo raggiunto di nuovo Paolo Ruggiero per saperne di più su quello che ci aspetta sul nuovo Ep, parlando di mode, passato e presente. Ecco quello che il cantautore campano ci ha detto:
“Nato per errore”, il singolo che anticipa il tuo nuovo ep, è un blend di sonorità ’80s e pop d’autore. Sarà l’indirizzo sonoro del prossimo lavoro “siamo in onda”?
Sono ancora alla ricerca della mia identità musicale, in “Nato per errore” mi sono lasciato trasportare dai suoni dei synth. In “Siamo in onda” ho scavato alla ricerca del sound ideale per la mia ricetta pop.
Il ritorno a certe sonorità synth pop si muove a metà tra la nostalgia del passato e una moda. Cosa prendi dal primo e come affronti la seconda?
La nostalgia del passato è all’ordine del giorno, suono perché sin da quando ero bambino sono appassionato di musica. Dal passato prendo soprattutto l’esperienza. Per quanto riguarda le mode musicali, credo viviamo in un alternanza fra decenni più rock e altri più melodici.
“Nato per errore” ha un testo atipico, non consolatorio, tra un “tu” e un “Io” in quasi un botta e risposta. Chi è nato per errore e perché “Non ho bisogno di te”?
Il testo di “Nato per errore” è autobiografico, fra ironia e serietà, è un brano autocritico in cui non provo a consolarmi, ma provo a chiedere aiuto, un messaggio in una bottiglia virtuale.
Il videoclip che accompagna il singolo si muove tra paesaggi urban, graffiti, giostre abbandonate. Dove è stato girato e come è venuta fuori la scelta della location?
“Nato per errore” è stato un “esperimento”, per la prima volta sono andato dietro la macchina da presa e ho girato tutte le sequenze del video. Ho scelto un parco giochi, che evoca i ricordi della mia infanzia e le street art, nelle quali vedo un modo unico di comunicare, immediato e reazionario alla nostra società.
“Siamo in onda” sarà il tuo primo lavoro in italiano. In cosa seguirà e in cosa si distaccherà da “It’s me”, tuo primo lavoro del 2016?
“Siamo in onda” è il primo passo, alla ricerca della mia strada, un Ep digitale di tre brani. Ora sto lavorando alla scrittura e all’arrangiamento di molte canzoni contemporaneamente, non so ancora in che forma verranno alla luce. Credo che un disco non sia sempre la migliore soluzione per dar voce alle canzoni. “It’s me” è nato dalla frenesia di poter ascoltare ciò che scrivevo e suonavo, ci sono molti esperimenti con le chitarre e con i suoni. Ora voglio concentrarmi sulle melodie per sottolineare i testi che scrivo.
