Preghiere di solitudine. Preghiere che hanno un gusto pop solo ai bordi visto che il suono sa di quell’America del sud fatto di aridità e sospensione. Pit Coccato dalla pandemia esce con un disco come “Tales of Lonely Nights” che ci piace per questo fluire dolce ma anche viscoso, tra ruggine di ferro e retoriche romantiche. È un disco che non sembra figlio di questo tempo e di questa nostra terra assai troppo (ancora) provinciale…
Che bella voce… che bel modo di cantarla. Quanto devi al grande Boss tutto questo?
Tutto parte dai miei genitori, la base della mia cultura musicale me la sono fatta con Beatles e Led Zeppelin. Non poteva mancare in casa il vinile di “Born in The USA”, che resta tutt’ora uno dei miei dischi preferiti. Ho sempre cercato di usare la voce ispirandomi alla raucedine di Bruce Springsteen (Molto di più a quella di Tom Waits se devo essere onesto) esplorando tutte le sfumature ai fini di interpretare al meglio la performance: dai toni più bassi pressoché sussurrati alle urla più disperate.
Che poi anche il suono, pescando dalle mie sensazioni, sa molto di un’America del sud… cosa mi dici?
È un curioso punto di vista al quale effettivamente io non ho mai pensato. Questo EP l’ho prodotto ispirandomi al mondo sonoro di artisti indie-punk californiani come Jeff Rosenstock, specialmente nell’ultima traccia “who you really are”, il ritornello finale esplode tra chitarre distorte e tremolate e un coro di disperati che urla il tema della canzone.
Pavement, Brian Jonestown Massacre, Jason Molina e in generale tutta la scena indipendente a cavallo tra gli anni novanta e i primi anni del duemila mi ha sempre affascinato molto, sia per il sound che per l’attitudine veramente indie (che oggi non vuol dire più assolutamente nulla, specialmente in Italia).
Se non erro dentro questo disco la parola Tales ricorre più volte. Che rapporto hai con la preghiera?
Il rapporto con la preghiera con accezione religioso-cattolica è assolutamente inesistente. Se intendiamo la preghiera come un modo di mettersi in contatto con una parte interiore invece ho un rapporto costante: io scrivo per esorcizzare disagi, delusioni mie personali, o cose che mi fanno incazzare. L’unico comandamento che osservo è quello di non abusare di dell’arte cantautorale, se scrivo e pubblico un pezzo è perché ne sono completamente convinto sia nel testo che nell’arrangiamento.
Hai sempre amato il fumetto, lo dichiari apertamente tanto che il CD ha un fumetto al suo interno se non erro… e questa copertina? Come la dobbiamo leggere?
Come tante persone sono cresciuto leggendo fumetti, l’universo DC mi ha sempre appassionato particolarmente. Oltre a questo frequentavo tante persone che facevano l’artistico, che poi ho deciso di coinvolgere per la realizzazione di quest’opera ibrida tra musica e disegni. Per quanto riguarda la copertina lascio rispondere chi l’ha disegnata, Lentilla.
“Il significato si legge un po’ tramite l’associazione col titolo “Tales of lonely nights”. Un gatto solitario viene visitato da un gruppo di topi chiacchieroni che gli raccontano le loro avventure. Lui le racchiude nella sciarpa con dei disegni fatti all’uncinetto :)”
Che poi parliamo di fumetti e arriviamo anche alla collaborazione in produzione con Daniele Celona, artista che tempo fa ha pubblicato un disco con dentro un libro a fumetti… ha una connessione tutto questo?
Con Daniele la collaborazione è cominciata con il tour di uno spettacolo di nome Maledetti Cantautori, tra un concerto e l’altro ho avuto modo di parlare a lungo di musica trovandomi d’accordo su molti dei suoi punti di vista, oltre che condividere la stessa passione per il Grunge.
I pezzi su cui ha messo le mani erano praticamente arrangiati, ciononostante ha saputo fare un lavoro ottimo nel lavorare le varie parti per far risaltare al meglio la produzione e aggiungere elementi di noise o ulteriori samples.
il motivo reale per il quale ho fatto il fumetto, è per dare un segno sensibile di questo ep, voglio offrire qualcosa di più a chi vuole concretamente sostenere il progetto di tasca sua: una dimensione artistica ulteriore che non sia prettamente musicale. In più nel fumetto è inserita una traccia bonus che si può ascoltare soltanto acquistandolo; questo è il mio piccolo atto di ribellione che ha l’obiettivo di dimostrare che le piattaforme non sono l’unico medium che un progetto deve padroneggiare per esistere. Il pubblico che realmente ti ascolta, compra i dischi e viene ai tuoi concerti pagando un biglietto ti da modo esistere, il resto è a malapena materiale.