Che dire del nuovo disco di Ruggero de I Timidi? Potremmo star qui a parlarne per ore ma la verità è una soltanto: che come sempre ritengo che la comicità metta a dura prova l’intelletto e la voglia che ognuno ha di oltrepassare la facile ironia per addentrarsi in significati più profondi. Punto e a capo. Il nuovo disco di Andrea Sambucco che tutti ormai conosciamo nei panni e nella parrucca di Ruggero de I Timidi pubblica “Giovani emozioni” che fa ridere e tanto anche, come prevede il copione di chi ha fatto della comicità un’arte di tutto rispetto. Dalla televisione alle produzioni discografiche (ovviamente timide), sempre con questo appiglio fatto di storie assurde quanto quotidiane di una sessualità sfacciatamente ironica e becera per certi versi. E in questo, dice lui, si ripulisce e ne da toni più eleganti tanto che questo nuovo disco mette in luce anche altri aspetti più sociali e (forse) anche più personali. Il solito grande pop ben prodotto ma anche tantissima personalità che viene fuori da questi testi che sono assolutamente geniali. Altro graditissimo tassello da sottolineare è l’ispirazione: un disco che si appoggia e prende fiato buono per uscire allo scoperto dai grandi mostri della canzone d’autore italiana. Citazioni su citazioni, musicali quanto melodiche e liriche: basti ascoltare il primo singolo estratto “La canzone dell’estate” per avere idea della portata e del livello di cui parliamo. Quindi se vi aspettavate un disco di banalissime battute anche facili sul sesso messe dentro melodie bene o male orecchiabili, resterete delusi. Davvero un bel lavoro che sottolineiamo con piacere.
Partirei dal grande singolo che è “La canzone dell’estate”. Come sei riuscito a restituire una vera e propria aria alla Battiato dei giorni nostri? Davvero un gran lavoro di scrittura e di produzione, qual è la ricetta vincente?
Ci siamo arrivati per gradi. Sono partito dal titolo perché tutti ogni estate mi chiedevano: “Quando scrivi la canzone dell’estate?”. Così ho esclamato: “Ora li frego tutti e scrivo un pezzo con quel titolo, così imparano!”. Mia moglie dal salotto mi ha chiesto: “Ma con chi ce l’hai?”. “Con nessuno, a giugno capirai!”. Così ho iniziato a scrivere il brano, ho capito subito che nel ritornello ci stava bene un tenore lirico (il Maestro Ivo) ma non capivo bene che forma musicale dargli: più disco pop o più acustico. Poi mi hanno regalato il vinile de “La Voce del Padrone” di Battiato e ho capito tutto.
Che poi non è Battiato il vero galeotto ma De Gregori di “Rimmel”. E qui ti sei tradito, tornando a parlare di quel sesso nascosto e fuori morale…
Ovviamente facendo il finto tonto… non ne parlo ma ne parlo lo stesso, contraddicendo subito me stesso! Che matto! La difficoltà di scrivere un pezzo come “Rimming” è che non è proprio elegante parlarne apertamente all’interno del brano, così ne parli dando già tutto per scontato. Questo genera un aumento di googolate durante i concerti.
La timidezza di Ruggero: non è solo un nome ma un vero ingrediente per tenere alta l’asta delle emozioni, vero? Senza timidezza?
La timidezza è fondamentale come anche l’educazione, tutti valori ovviamente superflui in una società come la nostra.
E nel vedere tanti artisti ormai privi di timidezza ma solo di quella sicurezza di un mestiere perpetrato per anni. Cosa ti verrebbe da dire?
Niente, ognuno fa la sua corsa. Non guardo a cosa fanno gli altri ma solo a fare il meglio io, per me e per la mia squadra. Il campionato è lungo e il microfono rotondo. Scusami ho preso queste frasi da un calciatore, non sapevo cosa dire.
E quando a Ruggero de I Timidi associano solo l’ironia, tu cosa rispondi? Perché se penso a Freak Antoni penso ad un grandissimo lavoro sociale… e questo disco la dice lunga sulle fragilità di tutti.
Guarda, non vado avanti pensando “Hey accidenti certo scrivo canzoni sulla candida, ma sto facendo un grandissimo lavoro sociale!” Non lavoro pensando di essere il Ghandi della musica o la Madre Teresa del cabaret… mi accontento di scrivere brani e girare video per far star meglio le persone, quelle che vengono ai concerti devono sentirsi parte di una grande famiglia. Certo, anche pagare il mutuo ha la sua importanza.