Tanto di cappello all’impresa intitolata “Travel Experiment (season one)” a firma dei lucani Smania Uagliuns. Niente di nuovo certamente, un format ampiamente celebrato da tanti in passato e che qui prende una veste leggera e impegnativa al tempo stesso. Leggera nei suoni e negli arrangiamenti, impegnata nei contenuti sociali e nei retroscena che porta con se il leitmotiv del viaggio e della scrittura. Brani scritti e pensati dentro le trame delle città visitate, video ad immortalare il viaggio iniziato a Marsiglia nel 2016 e che si conclude oggi a Berlino, dopo un tempo assurdo di pandemia. Un Ep di 4 brani, di 4 viaggi, di 4 narrazioni a cavallo tra pop e progressiv digitale. Tra passato e futuro dentro la contaminazione sonora dei luoghi.
Viaggio e suoni. La tradizione dei luoghi incontrati… ma è anche vero che esiste un filo conduttore che lega assieme i singoli brani? Come un ingrediente che non ha geografia e radice culturale?
Verissimo, i luoghi (così come i suoni) non sono entità a se stanti, e quindi oggettivamente rappresentabili, ma piuttosto fonti ispiratrici dalle quali scaturiscono esperienze ed interpretazioni soggettive. Pertanto il filo conduttore dei brani è la nostra chiave di lettura, nonché personale interpretazione, dei luoghi, della cultura, dei suoni. Che secondariamente viene resa anche nella parte video, tramite le nostre riprese estemporanee di situazioni e personaggi locali.
Una domanda su tutte e prima di tutto: i brani (o l’idea di questi) hanno ispirato i viaggi o il contrario?
Credo entrambi, primariamente è stata l’idea dei brani ad ispirare le mete, ma poi il viaggio stesso ha trasformato e concretizzato l’idea grezza in brano. Le mete scelte, infatti, non sono state del tutto casuali, anche se frutto dell’impeto del momento, ad esempio sono state escluse volutamente mete palesemente turistiche. Ad ogni modo il mood e gli spunti compositivi sono frutto delle esperienze vissute e di luoghi e atmosfere incontrati durante il viaggio.
Ed è ovvio chiedersi come in questo tempo di pandemia e restrizioni, questo progetto abbia subito trasformazioni… o come la stessa produzione abbia subito arresti o trasformazioni…
La pandemia ovviamente ha un po’ tarpato le ali a questo progetto, abbiamo infatti dovuto cancellare un episodio che avevamo previsto negli USA (dove un membro del gruppo ha vissuto negli ultimi 3 anni). Allo stesso tempo però, quest’isolamento forzato, ci ha dato la spinta, ed il tempo, per lavorare su vari progetti: partendo dal nuovo disco (che speriamo di fare uscire a breve).fino ad arrivare al confezionamento del video “Gute Nacht Berlin” e dell’EP “Travel Experiment (Season One)”, passando per i vari progetti da solista di Agronomist. Quindi, tutto sommato, dal punto di vista della creatività è stato molto positivo, anche se abbiamo sentito forte la mancanza del poter viaggiare e fare nuove esperienze, inclusi nuovi Travel Experiment.
Su tutto troviamo colori accesi ovunque… tra le grafiche ma anche dentro il sapore dei suoni. Non penso sia un caso. Che ci dite in merito?
No, non è un caso, semplicemente è il riflesso delle nostre personalità che trapela sia dalle sonorità che dall’estetica del progetto. Il gruppo è composto da tre persone con gusti ben distinti, ma che lavorano sempre all’unisono e trovano un equilibrio che finisce per rappresentarle tutt’e tre. Così nelle produzioni musicali curate da Enzo e Gianni , così nei testi scritti da Gennaro ed Enzo, così nelle grafiche ideate e passate al vaglio e all’approvazione di tutt’e tre.
E restando sul tema sembra quasi fiabesco, surreale il mondo che ci regalate dalle immagini di copertina. Quasi che poco si possa prevedere del suono che arriva dall’ascolto… non so se è corretta questa mia impressione ma posso chiedervi perché scelte simili?
In tutti i nostri progetti abbiamo sempre prestato particolare attenzione alla parte visiva ed estetica ed al contorno, abbiamo questa propensione a creare nuovi personaggi e nuovi mondi psichedelici per ogni specifico progetto o brano e non ci poniamo vincoli estetici o stilistici legati a questo o quel genere. Piuttosto cerchiamo di comunicare in sintesi quello che è il nostro viaggio (mentale oltre che fisico) nella produzione dello specifico progetto. In questo caso ci piaceva ricreare un paesaggio che contenesse alcuni spunti reali, ma che si trasformasse in uno scenario quasi fantascientifico. La copertina del “Travel Experiment (Season One)” ne viene fuori come un mix di elementi/colori dei luoghi che abbiamo visitato nel corso di ogni travel, ma che mixati tra loro danno vita ad un mondo a parte, come la nostra musica, che va ad amalgamarsi anche nella parte visuale e a creare una nuova, surreale, realtà.
A chiudere ovviamente dobbiamo parlare dei video… anche questo ambito è importantissimo per l’idea del progetto. Che sia nato davvero prima di tutto il resto?
Il video è stato, fin dal primo momento, parte integrante ed essenziale dell’idea, la sua funzione primaria è infatti quella di catapultare lo spettatore/ascoltatore. all’interno del viaggio dando forma tangibile a musiche e testi, ed aumentando esponenzialmente l’impatto comunicativo.
Il concept infatti prevede di catturare estemporaneamente, per mezzo di una action-cam, il vissuto del viaggio, incluso l’atto creativo di stesura e composizione dei testi, oltre ovviamente alle situazioni e ai personaggi più disparati e singolari che incrociamo sul nostro cammino.
Possiamo quindi dire che il brano sarebbe monco senza video e viceversa.