Campos, UMANI, VENTO E PIANTE | Recensione

– di Chiara Bravo – Già dal titolo, i Campos convocano gli estremi della loro poetica, gli stessi entro cui si sviluppa tutto il libro degli eventi del Mondo, l’umano e la natura. Spronata da un linguaggio terso, un’umanità fragile e storta si muove in paesaggi elettroacustici complessi, animando ballate kafkiane (Schiena di bue), folk boniveriani dai ritmi tribali (Qualcosa cambierà, Take me home) e impasti magistrali di rumori…