– di Martina Antinoro –
“Fermo per un po’” è il nuovo singolo di WISM in collaborazione con Perenne e Franco 126: il brano, uscito il 7 luglio per Kallax Records/Peermusic, anticipa “Pazienza”, l’album di esordio dell’artista. Partendo da un campione preso da “Le chat e la souris” di Francis Lai, WISM ha creato una traccia pop e malinconica, contrasto che rispecchia perfettamente i gusti musicali dell’artista. Il nuovo progetto del polistrumentista e cantante, classe ’97, ha visto anche la realizzazione di un cortometraggio discografico dal titolo “Taglio corto”, che si propone di sintetizzare visivamente l’intero disco.
Ciao, come stai?
Ciao ragazzi, un po’ stanco come al solito ma tutto bene.
Il 7 luglio è uscito il tuo ultimo singolo “Fermo per un po’”, in collaborazione con Perenne e Franco126. Com’è nato questo featuring?
La collaborazione è nata in maniera molto spontanea. Appena ho chiuso il beat e la mia strofa ho subito pensato che la voce di Dani (Perenne) sarebbe calzata a pennello. Abbiamo “reccato” una demo insieme con le nostre due strofe e il ritornello e il pezzo era già potenzialmente chiuso. Durante tutto il periodo di produzione dei miei brani mi stavo sentendo con vari amici tra cui Franco per pareri e consigli per migliorare il tutto. Volevo fortemente una sua strofa nel progetto, ma ancora non avevamo trovato il brano giusto. Quando ha sentito la demo di “Fermo per un po’” ha subito apprezzato la combo delle nostre voci e il beat e ha deciso di salire anche lui sulla traccia.
Come nasce “Fermo per un po’”?
“Fermo per un po’” nasce da un campione preso da “Le chat et la souris” del compositore Francis Lai. Il fischio che caratterizza il brano mi ha subito colpito e ho deciso di costruirci un beat attorno, aggiungendo un basso elettrico, un groove di batteria campionato (che poi ho utilizzato anche in “Non va bene” e un altro pezzo del disco), drum machine, chitarre, tastiere ed altri piccoli dettagli: fra le altre cose ho suonato anche una fisarmonica. Ho fatto un collage di vari testi e melodie che ancora non avevano trovato casa per realizzare la mia strofa e il ritornello, dopo si son aggiunti Perenne e Franco.
Il nuovo brano parla del restare immobili. Secondo te, cosa può spingerci a reagire nei momenti in cui vogliamo solo stare “Fermi per un po’”?
In primo luogo, a mio avviso, ogni tanto può far anche bene fermarsi per un po’, staccare, raccogliere idee e poi rimettersi a lavoro. Affannarsi e strafare spesso può risultare controproducente, c’è sempre bisogno di equilibrio per far andar bene le cose. Ad ogni modo per uscire dalla stasi, per come funziono io, direi che servono degli obbiettivi da raggiungere e cercare di seguire strade che ci piacciono davvero e non per imposizione, poi da cosa nasce cosa.
Il singolo ha un sound molto pop, ma con un testo malinconico. Pensi che il contrasto che si crea sia riuscito a dare una spinta in più al brano?
In generale il contrasto fra musica spensierata e testi più malinconici è un aspetto che caratterizza quasi tutti i miei brani e rispecchia quelle che sono i miei effettivi gusti musicali. Nei miei ascolti ho sempre preferito mood allegri e movimenti e immagini più cupe e “sporche” per quanto riguarda la parte testuale. Di conseguenza, dal mio punto di vista, questo contrasto risulta vincente per avere un brano equilibrato né troppo leggero né troppo pesante, dove la musica quasi sdrammatizza il testo.
Questo nuovo singolo anticipa l’uscita dell’album di esordio Pazienza. Cosa ci puoi dire su questo nuovo progetto?
Pazienza è un disco di 9 tracce composte principalmente fra il 2020 e il 2021. È fortemente basato su campionamenti di musica anni ’70 che sono le fondamenta dei beat su cui poi ho suonato vari strumenti e cantato. In generale credo che la musica campionata in Italia non abbia mai avuto un giusto risalto e sia spesso relegata esclusivamente al mondo dell’hip hop old school. Il mio tentativo era quello di avere un approccio il più musicale possibile a questa tecnica compositiva mescolando rap sperimentale e melodie pop.
“Fermo per un po’”, “Green Screen” e “Non va bene” sono le tracce che lanciano questo nuovo album: questi brani cosa raccontano del nuovo album al tuo pubblico?
Secondo me i singoli fanno capire bene il mondo sonoro e testuale presente nel disco caratterizzato appunto dal contrasto di cui parlavamo prima. Spero si percepisca anche una continuità timbrica nei brani e un mood pacato ma comunque energico
Per accompagnare l’uscita del nuovo brano, hai pubblicato un cortometraggio “Taglio corto”, che si propone di sintetizzare visivamente l’intero disco. Come è nato questo progetto?
A disco ormai chiuso si stava ragionando su come presentare il progetto. Negli anni passati ho realizzato vari EP di breve durata sia strumentali che cantati (tutti presenti su YouTube) dove tracce con durata molto breve scorrono l’una dopo l’altra senza pause, una specie di mini dj set. Abbiamo deciso quindi di adattare l’intero disco a questo formato, appunto, “Taglio Corto” per sintetizzare il progetto. Con Enrico Abbattista ho ideato e realizzato tutte le scene del video. Non avevamo un’idea artistica specifica, però il nostro obbiettivo era quello di rispecchiare il contrasto sonoro-testuale creando immagini che calzassero il più possibile con i brani. Ci siamo ritrovati quindi a girare scene in luoghi naturali della nostra città e a contaminarli con personaggi ed elementi più cupi e talvolta violenti.