– di Martina Rossato –
“Mezzanotte meno un quarto” è il secondo singolo di Artù, che segue “Astronave”. Il brano è in bilico tra musica d’autore, rock e pop-rock. È un brano sincero, scritto in un momento di grande rabbia dell’autore nei confronti di se stesso: in questa canzone tale sentimento sfocia poi in una liberazione, introspezione e, alla fine, in un’inevitabile presa di coscienza.
Il cantautore romano ha in programma l’uscita di un album: “Astronave” e “Mezzanotte meno un quarto” ne sono i primi estratti.
“Mezzanotte meno un quarto” è un brano che lascia da parte quell’Artù più sognante di “Astronave” per porre al centro un sentimento meno frequentemente messo in musica: la rabbia. Ti va di raccontarmi da quale esigenza nasce questo pezzo?
Era mezzanotte meno un quarto di un giorno qualunque ed ero incazzatissimo con la vita. Ho preso la chitarra ed ho iniziato a scrivere. Rendendomi conto poi, che in verità ce l’avevo con me stesso. In effetti è più facile dare la colpa agli altri che prendersela con se stessi.
Sei riuscito a ritrovare un po’ di serenità grazie a questa canzone?
La serenità per me è sempre stata una meta. Credo che se fossi stato sereno non avrei scritto nemmeno una canzone. Ogni canzone è una consapevolezza in più che mi porta a conoscere me stesso passo dopo passo.
Stiamo vivendo un momento di grande ripresa per la musica. Quando pensi uscirà il tuo album? Lo porterai live?
Prima di far uscire l’album voglio far uscire un po’ di singoli. Oggi il concetto di Album è molto diverso da prima. È diventato una raccolta di singoli. Lo porterò sicuramente live appena uscirà, perché i concerti sono la cosa che più mi fa stare bene. Quando scrivo le canzoni me le penso già live.
Quanto influisce la situazione storica che stiamo vivendo sul tuo modo di fare musica?
Sicuramente ha già influito e non me ne sono reso conto. Sento nelle ultime canzoni che qualcosa è cambiato. Il cambiamento fa sempre paura ma in realtà non ne possiamo fare a meno. Ed è giusto così.
Senti che la tua musica può avere un’influenza su chi l’ascolta? Pensi che possa aiutare chi ci si immedesima?
Le canzoni hanno il grande potere di farci sentire meno soli. Quando scrivo una canzone e sono solo, mi sento veramente tanto solo. Poi nei concerti mi accorgo che tante persone provano quello che provo io e allora questa cosa ci aiuta. Ci aiuta entrambi.
Quanto dei grandi cantautori del passato c’è in Artù? E quali altre influenze senti nei tuoi pezzi?
Tutti i grandi cantautori sono stati miei maestri. Li ascolto ancora oggi e la loro influenza c’è sicuramente.
Gli artisti sono il frutto di tutto quello che ascoltano. Alcune volte nelle canzoni che butto, sento influenze di musica popolare, che non ho capito bene da dove vengono.