Il rimando a quel fiume Sand Creek e al massacro di donne e bambini avvenuta nel 1864 diviene automatico, com’è anche automatico pensare alla celebre canzone di Faber. Però siamo in un presente in cui troppo spesso rinunciamo a fermarci e a contemplare…
Ivan Francesco Ballerini, a 52 anni decide di esordire con tutta la maturità di anni di musica spesa sulla propria pelle e senza mai affidargli il peso che avrebbe meritato. Lo fa oggi con un disco che affronta la vita e la storia dei nativi americani, ruotando attorno alla figura di Cavallo Pazzo, da cui il titolo di questo suo primo disco edito e distribuito da RadiciMusic Records.
Ballate spensierate, di fuoco e di ritualità, di spiriti connessi e di antichi presagi. Canzoni tribali di un pop leggero dai meravigliosi suoni che viaggiano e regalano visioni. Ed il video della storia d’amore immortalata di “Gufo Grazioso” è una breve pellicola di paesaggi sonori diretta da Nedo Baglioni. Voce e suoni in un connubio dolce e quotidiano. Suoni e voci in una danza d’amore per lo spirito e per i ricordi.
La scena indie a quanto pare non è fatta solo di musica elettronica e di canzone d’autore sfacciata. Un esempio è questo disco che deraglia completamente dalle abitudini di stile che abbiamo oggi e si aggancia ad un percorso molto classico, Torna la bella canzone d’autore pop dalle melodie ampie e sognatrici. Come mai questa scelta artistica? Da cosa nasce?
È una bella domanda, profonda a cui cercherò di dare una risposta più possibile autentica, come è nella mia natura. Il disco nasce dalla noia, è la noia il motore che mi ha spinto a comporre questo album, oltre l’amore ovviamente.
Ritengo siano queste le cose principali che mi hanno spinto a comporre: AMORE e NOIA. Senza noia, non esiste composizione, senza amore idem. Oltretutto a 52 anni suonati mi sono voluto mettere alla prova, per capire e vedere cosa fosse in grado di tirare fuori Ivan. In questo disco c’è molto di autobiografico, della mia amata maremma, dei miei amori. Poi mi ero veramente scocciato di sentire cose veramente brutte, con testi vuoti che non comunicano nulla.
Ci colpiscono alcuni suoni di chitarra elettrica. Ad esempio quelli proprio del singolo “Gufo Grazioso” che sono distorti in modo assai particolare. C’è una ragione precisa?
Questa è una domanda che dovremmo rivolgere al mio arrangiatore Alberto Checcacci. È lui che una volta ascoltate le mie canzoni gli ha dato una veste musicale degna di questo nome. Alberto è riuscito a comprendere di ogni singolo brano quello che io realmente volevo comunicare agli ascoltatori, è un musicista stupefacente, dalle doti veramente eccezionali, è dotato di una sensibilità particolare, oltre ad altissime doti tecniche. Alberto non è solo un chitarrista. Nell’album Cavallo Pazzo, Alberto ha suonato la chitarra elettrica ed acustica, il mandolino, il basso, le percussioni… in pratica tutto.
Un concept album. Parliamo di nativi americani. Cavallo Pazzo, Gufo Grazioso… la storia di un popolo sterminato dall’industrializzazione occidentale. Perché hai scelto di narrare questa storia?
Ho voluto affrontare questo argomento perché trovo che abbia forti legami con la storia attuale, con tutto quello che sta succedendo in Africa o in Siria, per il poco rispetto che ancora oggi regna tra i popoli.
Ed è ovvio il rimando di “Fiume Sand Creek” di Faber. Tra l’altro anche tu torni su quella storia.
Bellissima questione… volevamo mettere “Fiume Sand Creek” come unica cover, poi vista l’abbondanza dei brani, abbiamo optato con Alberto per inserire solo brani inediti. Tuttavia nel brano “Mio fratello Coda Chiazzata”, si parla proprio del massacro avvenuto presso il fiume Sand Creek nel 1864. Coda Chiazzata si scatena contro le truppe Statunitensi dopo questo massacro, un massacro in cui furono sterminati solo vecchi, donne e bambini, in quanto gli adulti erano lontani dall’accampamento, impegnati nella caccia al bisonte. Nella canzone dico testualmente: “Civintong ti scannerò con le mie mani ti strapperò il cuore per darlo in pasto ai miei cani, vigliacco hai trucidato tante persone, vecchi, donne e bambini senza alcuna ragione”
Ivan Francesco Ballerini e la RadiciMusic. Il tuo esordio personale. Un bellissimo video di lancio… tutto questo perché solo ora? Cosa ti ha frenato fino ad ora o cosa invece ti ha dato la giusta spinta?
Cosa mi ha frenato? Il tempo. Non ho mai avuto tempo per dedicarmi alla scrittura, ho sempre dovuto lavorare, e solo adesso inizio ad avere un po’ di tempo da dedicare a questa bellissima passione che è la musica, ma soprattutto scrivere canzoni. Credo fermamente che una canzone per essere bella, debba essere una poesia oltre che una canzone, con un testo ricco di emozioni e di messaggi. Questo credo.