– di Naomi Roccamo –
DAEMIA è uno dei rappresentanti del New Soul, un riconoscibile timbro R’n’B. Le sue prime idee sono tutte racchiuse in “Bluedo”, album d’esordio released il 9 dicembre per Arealive srl (distribuzione Believe).
Qui la nostra chiacchierata su ispirazioni e aspirazioni.
Quando hai deciso che questo album sarebbe nato?
Inizialmente pensavamo brano per brano, l’obiettivo era un EP. Poi dopo la pubblicazione di “No eh? Va be’” nel maggio 2022 è nata l’idea di realizzare un intero album. Avevo parecchio materiale (e ne ho ancora), e ho continuato a scrivere proprio per l’album durante la lavorazione. Le canzoni di “Bluedo” appartengono al periodo che va da gennaio 2021 a settembre 2022 (tranne per Abitudine, scritta quando ero alle superiori). Gradualmente è nata anche l’idea per il titolo e il concetto filosofico alla base del disco.
Quanta Parigi e quanta Italia ci sono in “Bluedo”?
Parigi ha rappresentato un momento importante, ero lì per studi accademici. Mi ha ispirato enormemente, e ho scritto parecchio lì. Ho portato con me il mio piano e tutta la strumentazione per registrare, ho realizzato diversi provini di brani in questo mini appartamento vicino la Senna. È stato un momento magico fatto di incontri e scoperte musicali. Tutto questo viene fuori in “Bluedo”, non solo perché alcune canzoni le ho scritte lì, ma proprio per la tensione verso un sound internazionale che abbiamo dato all’album (con Stefano Juno il produttore artistico). Ovviamente c’è anche l’italia.
Che altro c’è nella lista delle “cose che ti schiacciano” e “ti piacciono”?
“Sei la numero uno nella lista delle uno cose che mi piacciono”. Parlando in quel senso c’è una sola cosa che mi piace e una sola cosa che mi schiaccia. Come essere umano ovviamente sono parecchie le cose che mi piacciono e che mi schiacciano qualche volta. È normale. Mi piacciono i progetti, e la realizzazione di questi. Mi piace sperimentare e provare cose nuove. In questo album sento di aver sperimentato. Mi piace elevarmi ad un nuovo livello.
Ti ricordi un momento particolare di scrittura di uno o più brani del disco?
Prima ti parlavo di Parigi. Ricordo quando tornavo tardi di notte e passando per Pont Mirabeau vedevo la Senna buia con i riflessi delle luci dentro e la Torre Eiffel scura, a luci spente. Lì ho scritto parecchi pensieri che poi sono diventati canzoni. Tornavo a casa e li trasformavo in musica. “Estate” per esempio l’ho scritta nel giugno 2021 ad Amsterdam, un momento bello che mi ha ispirato particolarmente. È un brano a cui tengo particolarmente.
Tre parole con cui descriveresti questo tuo album di debutto?
Notturno, Moderno, Diverso.
Tre parole con cui descriveresti le sensazioni provate il giorno dell’uscita dell’album (e perché?)
Euforia, Gratitudine, Ansia. È stata una bella emozione, anche tenere tra le mani la copia fisica di Bluedo (disponibile su Amazon, Feltrinelli, Mondadori, IBS). Qualcosa che era nella tua testa e nel tuo animo ha preso forma e ora è fuori nel mondo, parla alla gente che vuole ascoltare, emoziona, viaggia. Gratitudine per la possibilità di realizzarlo e anche verso le persone che mi sostengono e supportano. Ansia per le stesse ragioni, è una tua creazione, come verrà accolta?
Quali sono i tuoi modelli musicali di riferimento, sia come aspirazione sia come influenza diretta?
Ascolto molta musica, senza confini di genere. Il jazz mi ha formato dal punto di vista armonico ad esempio. James Blake è un artista contemporaneo che adoro e stimo moltissimo, come Omar Apollo, Steve Lacy. Negli anni ho ascoltato molto Stevie Wonder, Michael Jackson, Beatles. E poi in Italia Pino Daniele, Lucio Dalla, Battiato, Battisti, De Crescenzo. Il mio progetto mette insieme tutto questo in maniera naturale, sono io, gli ascolti fatti in questi anni. Ecco perché è difficile da catalogare, a pensarci bene non mi piace neanche catalogare.
Che hai in mente per la versione live di Bluedo?
Ci stiamo lavorando e non vedo l’ora di portare su un palco e alla gente l’album. Ci sarà una live experience che verrà registrata e poi condivisa. Questo disco mi porterà a girare parecchio. Credo che la dimensione di questo disco sia quella live, soprattutto.