Nuovo singolo per questa formazione in bilico tra dance e pop, tra liquidi digitali e quel “soft rock” dalle tinte latine. E se la loro luce nasce ai margini dell’apocalisse, il nuovo singolo emerge dalle sue ceneri (o quelle che per ora sono ceneri). E dunque di rinascita, di rinnovamento ma soprattutto di resistenza, bella, dolce, teatrale come vuole la nostra tradizione. E il mood di appartenenza è lento, monotono in senso didascalico, un dancefloor californiano che però si poggia dentro le liriche nostrane e quel certo gusto glamour che ci parla di passione, di sapore latino, di assaporare con lentezza… dentro i suoni urbani c’è anche molto di popolaresco. L’Italia dentro un suono. Parliamo degli Electric Ladyland e di questo “Ritmo italiano”. Lo mettiamo in circolo…
Torna il suono degli Electric Ladyland. È inevitabile pensare alla dance, al pop, al funky digitale. Perché questa scelta per parlare di un ritmo italiano?
Perché la canzone è nata con questo stile e, anche se non appartiene di certo alla tradizione musicale italiana, ci tenevamo a fare qualcosa di diverso, per certi versi innovativo. Quando scriviamo, noi cavalchiamo la nostra ispirazione senza farsi condizionare dal mercato o dalle tendenze del momento. Per noi la musica è esprimere ciò che abbiamo dentro e la cosa più importante è il giudizio del pubblico. Noi ci sentiamo dei piccoli artigiani della musica, chi ci ascolta cerca qualcosa di diverso…
Ci incuriosisce anche il timing. La rinascita passa per un brano assai cadenzato, lento e scandito con pazienza. Io ci avrei visto un turbinio e una esplosione di suoni e di dinamiche. Non trovate che sia un controsenso?
Questa è una questione di gusti. Se dovessi definire “Ritmo italiano” con un solo aggettivo la definirei una canzone sensuale nel senso etimologico della parola. Il pezzo vuole esprimere attraverso la musica e il testo il piacere dei sensi che questo paese esprime in tutte le sue forme. Per questo abbiamo deciso di dargli un taglio cadenzato, quasi ossessivo e con dei suoni avvolgenti. Il testo non tratta direttamente pregi e difetti della nostra nazione, ma vuole emozionare attraverso un linguaggio velato ed espressivo, con frasi allusive, ma con interpretazioni che possono cambiare a seconda del soggetto che la ascolta. È stato un gran lavoro, molto ragionato e che non ha voluto lasciare nulla caso.
E poi la notte… anche questo elemento che torna praticamente su tutto il video lo trovo poco coerente con il concetto di rinascita. IO ci avrei visto luce, spazi aperti e altro… e sono sicuro che in questi contrasti c’è la vera ragione del tutto ed è li che vi chiedo di portarmi visto che da solo non riesco…
Il video ha diverse location e la scelta della sera è legata al tema principale che abbiamo attribuito alla canzone, ovvero la sensualità. Di sera è tutto più avvolgete, caldo. Inoltre, guardandolo volevamo far trasparire il desiderio di evasione, di ritrovarsi dopo un periodo che vietava, appunto, il vedersi di sera oltre un certo orario. Trovarsi in un luogo solitario con spazi aperti, in questo contesto, aveva poco senso. Sicuramente il desiderio di libertà, la voglia di evasione e di comunicare vedendosi di persona, in compagnie più o meno estese rappresentava, per noi, un desiderio latente che ci ha accomunato durante il lockdown. Non dimentichiamo, poi, che la pandemia ha amplificato (per ovvie ragioni) l’utilizzo dei social e dei dispositivi mobili per comunicare. Noi, durante quel periodo, ne abbiamo avuto quasi la nausea e nel video volevamo sottolineare il desiderio di tornare a parlarsi di persona, di toccarsi, di abbracciarsi togliendosi definitivamente da questa morsa soffocante. I social e i dispositivi mobili hanno senza dubbio una utilità se ben utilizzati, ma spesso, purtroppo, rappresentano solo delle desolanti solitudini di massa. Togliersi da lì e tornare ad assaporare la vita reale è la strada da intraprendere.
Parliamo di suono: scelte assai vintage, queste assai in linea con un certo costume italiano. La vostra scelta invece? Qui cosa ci raccontate?
Lo stile è vintage, ma i suoni sono molto moderni. Non crediamo che il nostro stile faccia parte della tradizione della musica italiana, in realtà lo vediamo più appartenente alla musica internazionale. La nostra musica può piacere o no, ma di certo ogni nostra canzone ha un’impronta propria che non prende spunto da nessuno Questo è un bene perché si costruisce qualcosa di nuovo, con un sound originale e particolare; ma è anche un male perché l’ascoltatore medio è abituato a sentire musica piena di cliché e fatica a riconoscerla.
In ogni caso la musica ha terminato da almeno un decennio il processo di innovazione degli stili musicali. Dagli anni duemila in poi si è arrestato tutto. Ogni decennio, dagli anni Cinquanta in poi, ha avuto uno stile di musica che lo ha caratterizzato. Si è passati dal rock and roll, alla beat music, al rock, hard rock, metal, progressive, disco, il punk, l’elettropop, eccetera, fino ad arrivare al grunge. Ma dagli anni duemila si è fermato tutto e sono nate solo contaminazioni di generi musicali o si sono solo ripresentate produzioni fatte con stili già utilizzati. Pensate solo al Rap che nasce alla fine degli anni Settanta negli Stati Uniti e che ora va per la maggiore. Oppure ai Maneskin che conquistano il mondo con uno stile hard rock che di fatto è nato alla fine degli anni Sessanta. Il futuro è questo, saper caratterizzare il proprio sound mischiando le tendenze, differenziandosi nella stesura dei testi, nella scelta dei suoni e nelle melodie. Per questo noi ci sentiamo molto moderni.
Produzione ai tempi di restrizioni: come avete lavorato?
Abbiamo lavorato con molte difficoltà visto le restrizioni che c’erano. La fortuna è che abitiamo vicini e appena ce lo permettevano ci vedevamo per sviluppare il progetto. In tutta onestà ci auguriamo che questo terribile periodo sia terminato definitivamente.