Dal vincere The Voice of Italy del 2015 al soul di maniera che con questo disco celebra sfacciatamente ogni punto di forza della sua inconfondibile voce. Fabio Curto pubblica “Rive, Volume 1” (quindi ci attendiamo un proseguo), un disco di soul italiano in cui l’America dei grandi maestri è sempre dietro l’angolo che preme per uscire senza sosta. Sono nove grandi inediti che si aprono con questo suono che proviene dal deserto di sabbia e quel tipico piglio di dobro e coralità “gospel” che non lascia spazio ad altre interpretazioni. Fulmicotone ed energia fresca nel soul del singolo “Mi sento in orbita” di cui abbiamo anche il video ufficiale. E giù scorrendo anche qualche riferimento pop nostrano fino a tramontare nell’intimità decisamente americana di una ballad tutta personale e silenziosa (e qui più di altrove qualche frase in lingua inglese restituisce un valore al tutto di notevole spessore). Un bellissimo ascolto che forse avrebbe potuto trovare la forza di scollarsi un poco di più dai grandi riferimenti del genere. Ma a parte questi dettagli peraltro tutti personali, “Rive, Volume 1” conferma le grandi doti di un artista che forse doveva ricevere di più dai Talent e dalla televisione. Di sicuro, a guardare le mode che hanno generato, Fabio Curto potremmo addirittura chiamarlo un outsider.
Finalmente in italiano. Questa forse è la grande novità. Come mai questa decisione?
Non è una novità in assoluto, avevo infatti già scritto molte canzoni in italiano, lo è che lo abbia fatto in un genere nel quale mi esprimevo in lingua inglese e che in quest’ultima ha un punto di riferimento. L’italiano è stato una nuova sfida, e non è stato facile dal momento che sono ossessionato dai suoni: i testi devono prima di tutto “suonare bene” poi segue tutto il resto.
Il soul e il blues però sono sempre dietro l’angolo. Secondo te può diventare italiano questo mood?
La lingua inglese offre più soluzioni sonore su questi generi, che si reggono sul groove, in italiano è necessario rinunciare a qualcosa: più immagini e meno cronostorie rappresentano di certo una via per questo tipo di composizioni, e credo funzionino molto bene.
Elettronica? Anche tu ti sei piegato al suono digitale?
Non credo sia corretto dire che “mi sono piegato”, al contrario sono consapevole di aver fatto qualcosa che desideravo da anni: approcciarmi all’elettronica mantenendo il gusto del suonato. Ho sempre fatto dei remix “privati” dei miei brani utilizzando loop station e beatbox, inoltre uno dei primi dischi che ho acquistato da ragazzino era “Play” di Moby.
E la televisione dei grandi talent? Con il senno del poi…
La televisione è “televisione” per definizione, è stata indubbiamente una grande esperienza che mi ha dato molto, ma che non rimpiango.
Un tempo la musica era un modo di vivere. Oggi un modo di apparire. Domani secondo te?
Riscontro sempre di più la presenza dello spettacolo nella musica; l’assurdo, anche in accezione negativa, produce in molti casi “il boom”. Non posso affermare che mi faccia piacere, ma ogni momento storico ha avuto le proprie peculiarità. Domani spero che la maggioranza della popolazione decida di frequentare con rinnovato slancio il teatro per vivere determinate emozioni e torni allo stereo per assaporarne altre. Possibilmente a cellulari spenti.
l strongly believe that Fabio Curto is the most exciting and original musician to have appeared on the European music scene for years! A very profound and yet very immediate album.
huge talent here!