– di Chiara De Luca
foto di Rocco Pagliarulo –
Il 9 maggio è uscito Funk You, il nuovo EP di Pietro Falco per Mob Studios e noi di ExitWell abbiamo assistito, in anteprima, alla presentazione stampa e al Release Party al Charleston Club di Roma, dove ad accompagnarlo c’erano Matteo Morini (batteria), Vittorio Iavarone (tromba), Dario Fagiolo (sassofono), Jacopo Borsetti (tastiera), Mario Urciuoli (basso), Martina Aloisio (cori) e Chiara Lo Faso (cori). Il progetto, nato nella cornice di una calda estate siciliana di due anni fa, risente di influenze funky, blues e rock, accompagnate dall’immancabile cantautorato italiano degli anni ’90, anni nei quali il cantautore, polistrumentista e producer ha scoperto l’amore per la musica.
A soli due anni si avvicina al pianoforte a coda, per poi innamorarsi della chitarra, sua fedele compagna sia sul palco del Charleston che sulla spiaggia siciliana, nella calma delle prime luci del giorno, dove Funk You ha preso forma.
Il fil rouge che collega le dodici tracce dell’album (Ai, Disagio, Funk You, Gente per bere, Il caso, L’effetto che mi fai, Louise, Mostri, Pagliacci, Valeriana) è l’urgenza di rimanere fedeli a se stessi in una società che spinge alla corsa e alla performatività, complici anche i social media e la perfezione fittizia ostentata tramite post e stories. Ed è spinto dallo stesso bisogno che Pietro idea il titolo, un gioco di parole nato nel 2019 da una discussione con il suo produttore di allora, che lo voleva più simile alla massa e distante dalla sua vera essenza. E allora Funk You. Pietro non ha ricevuto alcuna risposta da lui, ma questo silenzio l’ha spinto sempre di più a seguire il suo progetto con le sue regole, dando tanto spazio alla musica, quella creata in modo artigianale, con le proprie mani, senza ricorrere a team e produzioni esterne. «È un po’ come arredare una casa, prendersi cura di una pianta, fare un castello di sabbia… quando è fatto con le mani, ha un valore diverso. Oggi, attraverso il computer, tu puoi fare qualsiasi cosa, puoi ottenere un suono, puoi campionare, puoi prendere le cose già fatte e non è la stessa cosa, non è soddisfacente».
Il disco è quindi pensato per accendere sia le riflessioni più introspettive che i corpi, un manifesto contro l’omologazione che coinvolge emotivamente e ritmicamente. Più groove, meno overthinking.
Per Pietro Falco Funk You rappresenta uno scacciapensieri, una via di fuga ai pensieri intrusivi che la sua generazione vive quotidianamente, imponendosi un po’ di sana leggerezza. «Sono il primo che va di corsa; faccio canzoni come autoterapia, per dirmi di rallentare». E continua: «La nostra generazione è complicata, ci hanno apparecchiato un tavolo secondo alcuni perfetto, ma poi non lo è davvero. Ci hanno educato alla corsa e alla competizione fin da quando abbiamo messo piede all’asilo».
Questo overthinking lo assale anche di notte, dove Pietro si ritrova immerso nei suoi pensieri e nell’autoanalisi e dove molti suoi testi prendono forma. «La notte ti porta a pensare, quando sei da solo al buio con la luce soffusa è come se entrassi nel buio di me stesso, nel profondo di me stesso, è lì che inizio a riflettere un po’ di più, non hai tanta vita intorno, quindi ti concentri solo su quelle cose, sui pensieri che fai. Quindi penso di notte, scrivo di notte e riesco a capire cose di me stesso sempre di notte».
Noi di ExitWell vi consigliamo l’ascolto dell’EP, per connettervi un po’ più con voi e rallentare e, perché no, vivere con un po’ di leggerezza in più.