È disponibile da venerdì 23 maggio 2025 “Amore Digitale“, il nuovo singolo del cantautore e polistrumentista padovano classe 1996 Giovanni Battistin – un nuovo capitolo che segue il precedente singolo dal titolo “Raggio Di Sole” (già fuori per Scissor Salad, in distribuzione Believe Music Italy), che affrontava la nostalgia e l’impatto delle relazioni passate. I due brani rappresentano degli estratti dall’EP in uscita “Ultimo Accesso“, un progetto di quattro tracce che esplora le dinamiche delle relazioni nell’era contemporanea.
Noi ci siamo incuriositi sin da subito, ascoltando questo cantautore che scava nelle dinamiche delle relazioni moderne, in bilico tra analogico e digitale, reale e irreale.
“Amore digitale” è un titolo che evoca immediatamente il nostro tempo: che tipo di relazione racconta il brano, e quanto c’è di autobiografico in questo racconto?
“Amore digitale” nasce dalla classica relazione nata da un colpo di fulmine al termine delle superiori, una storia cresciuta esponenzialmente in tempi brevissimi che ci ha portato a bruciare le tappe: siamo passati da perfetti sconosciuti a “quasi” conviventi. La situazione mi ha portato a sviluppare una forte dipendenza affettiva che mi ha fatto mancare la terra sotto i piedi al momento del distacco. Le immagini del testo sono tutte reali ad eccezione del riferimento al cipresso, ottimo per la rima con “ultimo accesso” e per inserire un richiamo alla poetica di Ugo Foscolo, che ha sempre vissuto la vita e le relazioni in maniera viscerale, burrascosa e pessimista. L’immagine l’ho presa in prestito dal primo verso “Dei Sepolcri”.
Nel singolo si percepisce un mix tra intimità emotiva e freddezza tecnologica: come hai lavorato sul suono e sul testo per restituire questa tensione?
Nel testo ho scelto di creare una chiara contrapposizione tra strofe e ritornello. Le strofe sono cariche di immagini concrete, quasi voyeuristiche, che descrivono la realtà esterna a me: le foto e i video che vedevo nelle storie Instagram della mia ex e che mi facevano realizzare per davvero la fine della nostra relazione. Il ritornello, invece, molto più introspettivo, mette il focus su me stesso ed esprime la mia incapacità di superamento e di andare oltre. Dal punto di vista musicale, lo stesso dualismo è espresso dalla chitarra acustica, classico strumento associato alle canzoni d’amore “analogiche” e alle serenate sotto il balcone, contrapposta a sintetizzatori drum machine che veicolano maggiormente il concetto di “digitale” e freddezza tecnologica.
Spesso l’amore contemporaneo è filtrato da schermi, notifiche e algoritmi. Credi che ci stia cambiando il modo di amare – e, di conseguenza, anche il modo di scriverne in musica?
Assolutamente si, il modo in cui viviamo le relazioni è cambiato e il modo di raccontarlo va aggiornato ai nostri tempi. È sempre più difficile esulare dalla dimensione virtuale che si muove parallelamente al mondo “analogico”, perché non è più solo questione di presenza fisica ma di “presenza digitale”. Siamo sempre esposti alle vite degli altri, il che può creare aspettative irrealistiche, generare ansia e rendere ancora più difficile superare una rottura. Non si può negare che le canzoni d’amore di altri tempi, con le quali sono cresciuto, non bastano più a descrivere le relazioni per come si sviluppano adesso. Questo mondo sempre più iper-connesso ha creato una serie di dinamiche che fino a 20 anni fa erano impensabili e incomprensibili: ormai è normale parlare di “ultimi accessi”, “storie” o “Tinder”.
La tua scrittura ha un tono diretto ma anche molto visivo. C’è una scena, un’immagine o un momento preciso che ha dato origine a “Amore digitale”?
È un brano che nasce molti anni fa a Padova sui gradini del Piovego al Portello. Avevo da poco scritto una canzone un po’ goliardica (probabilmente non la pubblicherò mai) che si intitolava “Perché mi hai messo Grrr”. Il protagonista era il classico personaggio viscido su Facebook che scrive sotto le foto di ragazze giovanissime cose come “sei stupenda” o “grazie per l’amicizia”. Cantandola al Portello, in quelle sere d’estate passate a jammare sui gradini, ho capito che la gente apprezzava moltissimo il mio cantare la contemporaneità. E così mi sono cimentato nella scrittura di “Amore digitale”, una canzone decisamente più personale ma che seguiva comunque quel filone relazione/social network.
Dopo questo singolo, hai già in mente un percorso più ampio? “Amore digitale” sarà parte di un progetto più esteso, magari un disco o un concept legato alle relazioni nell’era virtuale?
Certo! “Amore digitale” non è un brano a sé stante, ma il secondo tassello di un percorso più ampio e coeso. Fa parte dell’EP intitolato “Ultimo Accesso” che sta uscendo “a puntate”, ovvero una traccia al mese. L’intero lavoro è un’indagine sul rapporto tra social network e relazioni e questo è il filo rosso che collega tutti i brani. Dopo aver affrontato in “Raggio di sole” il significato delle relazioni passate e il contrasto tra gioia e tristezza che può scatenare la fine di una relazione tossica, “Amore digitale” esplora la difficoltà di staccarsi da un amore finito nell’era della connessione costante. Gli altri brani affronteranno ulteriori sfaccettature di come la tecnologia influenzi i nostri legami, le nostre emozioni e persino la nostra percezione di noi stessi e degli altri.