Tornare a giocare con le biglie misurando la realtà dagli occhi di un bambino e con i modi di un adulto. Mescolando bene esce fuori un suono che sa di plastica e di pop, liriche che modellano la realtà con forme a colori e allegorie di giocattoli e una forma canzone libera da cliché, densa di personalità e, allo stesso tempo, richiami a grandi classici. Esordio per Manuele Albanese che firma per la rediviva Cramps Music un primo lavoro di inediti che troviamo anche in vinile dal titolo (allegorico ma neanche tanto) “Biglie”. Canzoni per adulti? Si ma da giocarci e non poco…
Colgo spunto dalle tue dichiarazioni. Triste o sereno? Che disco è uscito?
È un disco sereno concepito in alcuni momenti tristi, in alcuni momenti di rabbia, in alcuni di euforia ed in altri di assoluta leggerezza.
Ho come l’impressione che mescolando le due cose venga fuori la ragione di questo lavoro: tutto può essere, cambia solo il lato da cui guardare. Che ne pensi?
A seconda del tuo stato d’animo al momento dell’ascolto, o della maturità della persona, si possono cogliere le varie sfumature di ogni composizione. Ti faccio un esempio: Acido Cloridrico è un pezzo allegro o un pezzo malinconico? Se lo ascolta un ragazzo spensierato che si lascia travolgere dal ritmo ti risponderà Allegro! Ma se lo ascolta una persona matura che ha fatto molte esperienze potrebbe risponderti Malinconico. A mio avviso ogni composizione per essere completa deve contenere più o meno le stesse parti di riflessione e spensieratezza, di amore e libertà, di yin e yang
Biglie e caviglie rotte come allegoria di vita. L’ho trovata potente come modo per annientare i sogni e tornare nel reale. Ma poi da li che mondo si vede? Tu che mondo hai visto?
Il bello di ogni rottura (anche di caviglie) è che poi segue sempre una ricostruzione. E quando sono i sogni a rompersi ancor di più bisogna impegnarsi e lottare per ricostruirli. Un mondo onirico è in verità un punto di vista privilegiato della realtà, in esso riusciamo inconsciamente a rielaborare il quotidiano attraverso la nostra esperienza, e ad avere le risposte giuste, il guaio è che a volte non sappiamo quali sono le domande.
Il suono si dedica molto a un certo Battiato pop. Un disco ancora molto negli anni ’80 secondo te?
Sì, e spero davvero che ci resti. Gli anni 80 sono stati l’alfa e l’omega di tutto ciò che ascoltiamo ora, movimenti musicali che hanno convissuto per un bel po’ prima che alcuni si esaurissero ed altri sbocciassero definitivamente. C’è da dire che alcuni dischi degli anni 80 sono invecchiati malissimo, altri invece sembrano fatti ieri perché già al tempo erano avanti di 30anni. Proprio a questi album si è ispirata la produzione artistica di Edoardo Piccolo, con l’ambizione di arrivare non ad un suono anni 80, ma ad un suono senza tempo.
Approdi alla Cramps Music… altro elemento del passato, di quel certo passato di avanguardie pop. Come ci sei arrivato e che mondo è oggi quello della Cramps?
Ci sono arrivato tramite l’amicizia con Alan Bedin, che fa anche un piccolo cameo (nel prossimo progetto farà molto di più ma non ti spoilero niente). Grazie ad Alan ho conosciuto Alfredo Tisocco, un uomo “all’antica”, fondatore tra l’altro degli Opus Avantra, ed erede naturale del compianto Gianni Sassi nell’approccio filantropico alla musica e all’arte. Cramps oggi è una piccola realtà che si promuove sotto il marchio Artis Records, uno spazio reale dove gli artisti fanno gruppo, collaborano e interagiscono tra di loro.