di Riccardo Magni.
Non è destino di tutte le manifestazioni musicali e culturali in generale, superare i venti anni di vita. Quando avviene, vuol dire che dietro ci sono professionalità e passione, ma soprattutto che quella manifestazione è ormai entrata a far parte del tessuto connettivo di una città e della sua gente, perché diciamolo, qualcosa che si ripete da oltre vent’anni è qualcosa con cui si è cresciuti, e che magari ci ha aiutato a crescere.
Così, mentre nella Capitale celebriamo, ad esempio, il 25° anniversario di “Villa Ada Incontra il Mondo”, anche in barba a chi ha tentato tristemente di farla naufragare, ad Asti, in Piemonte, è in corso la ventitreesima edizione di Astimusica, la kermesse che appunto da 23 anni porta in Piazza Cattedrale una serie di artisti quanto più variegata e di spessore. E che, da 23 anni, vede la direzione artistica di Massimo Cotto, che questa manifestazione l’ha praticamente cresciuta, dalla nascita a ben oltre la maggiore età.
Chi meglio di lui quindi, giornalista e vera e propria istituzione del mondo radiofonico (oltre che mille altre cose), può spiegare come negli anni sia cresciuta, maturata, sicuramente anche cambiata, Astimusica?
“Abbiamo sempre cercato di mantenerci fedeli alla filosofia della manifestazione, due settimane di musica consecutiva, in cui cerchiamo di rappresentare tutta la musica ed in cui almeno il cinquanta per cento dei concerti sono gratuiti. Una grande festa. Quello che è cambiato nel tempo è certamente il budget, il Comune ha sempre organizzato tutto con l’aiuto di sponsor locali, senza i grandi partner, per mantenere il più possibile la libertà ed il contatto con la città”.
E quando i budget cambiano, bisogna essere anche capaci di fare di necessità virtù: Astimusica non è un festival di genere, non è un festival “indie”, e tra le iniziative volte a valorizzare le realtà locali come l’Asti God’s talent, che vede come presidente di giuria l’astigiano Paolo Conte, sono piazzate da sempre proposte di rilievo nazionale ed internazionale.
“Un tempo potevamo permetterci Patti Smith…” ricorda Massimo Cotto. Sono passati 11 anni, era il 12 luglio 2007, ma nei ricordi di molti astigiani sembra ieri e come spesso accade, come accaduto anche a Roma al Concerto del Primo Maggio ad esempio (tanto per restare sullo stesso asse di paragone), un rinnovamento dell’offerta figlio dei tempi che cambiano oltre che delle possibilità di spesa, non sempre viene accettato di buon grado:
“Io penso che il modo più brutto di invecchiare sia chiudersi al nuovo – risponde Massimo Cotto – e quello che per noi era, negli intenti, un rinnovamento già lo scorso anno con Ghaly, aveva comunque provocato le stesse reazioni contrastanti. Se non che poi la Piazza si è riempita di un pubblico giovane che sarebbe assolutamente sbagliato ignorare e “ghettizzare”, in nome di una non ben specificata superiorità morale ed artistica. Del resto chi oggi critica quel mondo, sono quelli che 20, 30, 40 anni fa venivano a loro volta criticati per le urla del grunge, per il rock’n roll ed i capelloni. Lo scorso anno ero a Mondovì al Wake Up festival, ed a seguire gli artisti trap c’erano tantissimi giovani, per me è stata un bella sorpresa, quel pubblico ha voglia di musica ed anche se attratto da cose diverse da quelle che possono piacere a me, per quale motivo andrebbero esclusi?”.
Ma è sempre stato così difficile mettere d’accordo un pubblico così variegato? Eppure l’offerta di Astimusica è piuttosto eterogena, c’è la trap di Achille Lauro (stasera, 10 luglio, in concerto con Quentin 40 e DJ NCL) , ma ci sono anche Le Vibrazioni, Il Volo, Mirkoeilcane, l’icona blues Joe Luis Walker, lo spettacolo teatrale di Claudia Gerini su Califano ed il cabaret di Pio e Amedeo…
“Un tempo effettivamente era più facile, oggi esistono mille sottoculture. Se facessimo un festival di genere sarebbe diverso, se fosse un festival rock ad esempio, verremmo incontro al piacere solo di una parte di appassionati. Volendo invece rappresentare un po’ tutto il panorama musicale attuale, si va incontro a questo, anche perché il divario tra i generi è aumentato e specialmente il pubblico più in là con gli anni, è molto più restio di prima ad essere curioso verso forme musicali diverse da quelle che riconosce come sue”.
Eppure nel mondo della musica, almeno quello italiano, un grosso cambiamento è in atto, con le proposte delle etichette indipendenti, ciò che impropriamente chiamiamo “indie”, che si affacciano al mondo che ancora chiamiamo “mainstream”. Ma nonostante le contaminazioni, la divisione sembra ancora piuttosto netta e si riscontra, oltre che nei numeri, nelle professionalità. Ma siamo sicuri che tutto stia andando per il meglio in questo contatto tra mondi, appena poco tempo fa così lontani?
“Negli ultimi sessanta anni, i momenti in cui c’è stata una vera ricerca in campo musicale – risponde Massimo Cotto – sono stati quando le etichette indipendenti erano veramente libere da qualsiasi condizionamento di mercato, cosa che oggi è invece molto presente e l’errore più grande che vedo commettere alla discografia, è ragionare solo per prodotto e non più per carriera. Occorre vendere subito e non c’è tempo per far maturare un artista. Così però si perdono delle possibilità, molti dei nostri grandi cantautori ad esempio non avrebbero spazio, non potrebbero permettersi di andare avanti vendendo poco ad inizio carriera. Ed in più c’è chiusura mentale, soprattutto da parte della mia generazione di “diversamente giovani”, che tende a scoraggiare chi si affaccia al mondo della musica con l’ambizione o la speranza di poterne vivere. Il primo consiglio che si sente dare un giovane è più o meno “ma lascia perdere che non ne vale la pena”, ed è una brutta abitudine, perché è vero che la musica è un mondo difficile ma cosa non lo è? Anche trovare un lavoro in altro ambito è difficile, quindi? Tutti dovrebbero non fare più nulla? Al contrario, penso che chi come me è riuscito a vivere di musica dovrebbe trasmettere solo entusiasmo ed incoraggiare chi vuole crederci, invece di osteggiarlo”.
Da un punto di osservazione privilegiato di un network radiofonico come Virgin Radio, questo contatto tra le due realtà è ben visibile e nonostante la crescita dei canali comunicativi alternativi, la radio resta il mezzo di diffusione principe per la musica. Un artista che viene dal basso, dalla scena “indie”, che arriva a passare nelle grandi radio nazionali, ha ricevuto una promozione, è salito di livello agli occhi (o alle orecchie) dell’ascoltatore medio:
“Dopo aver constatato che la rete non è così forte come si poteva pensare, perché in internet purtroppo tutto si appiattisce, chiunque e qualsiasi cosa può essere messa in circolazione e distinguere un progetto valido da uno che non lo è diventa complicatissimo, e dopo che anche la TV si è appiattita su modelli discutibili, come i talent, che per loro stessa natura mirano al prodotto commerciale e non possono avere lungimiranza sul talento vero, le radio rappresentano il mezzo che ha più potere di promozione. Per le logiche che le regolano però, è comunque difficile per una nuova proposta arrivarci ed oggi purtroppo c’è poca propensione al rischio, tanto che io ancora sogno una stazione radio alternativa su cui poter passare tutto quello che in radio non arriva, ma che abbia comunque dietro la forza di un network e non si perda nel mare magnum del web”.
Qual è quindi il percorso migliore? Come spesso accade, la soluzione è tornare alle origini:
“In questa situazione il palco rimane l’unico luogo in cui si può capire se c’è la stoffa o solo “la plastica”. Un tempo era normale per una band suonare dal vivo, era il primo modo per farsi conoscere e per farsi le ossa, mentre oggi spesso si preferisce lanciare singoli sul web e limitarsi al lavoro in studio. Mentre se c’è qualcosa che potrei consigliare ai giovani artisti è proprio di suonare, suonare live il più possibile, è il modo più diretto di arrivare agli ascoltatori”.
Di seguito il programma completo di ASTIMUSICA
MERCOLEDI 4 LUGLIO (ingresso libero)
“ASPettando Astimusica: Cortile di Palazzo Ottolenghi”
SINFONICO HONOLULU
GIOVEDI 5 LUGLIO (ingresso libero)
TARANTOLATI di TRICARICO
VENERDI 6 LUGLIO
(ingressi numerati primi posti € 35; ingressi non numerati secondi posti € 20)
PIO & AMEDEO – “Tutto fa Broadway”
SABATO 7 LUGLIO
(ingressi € 10 a partire dalle ore 16)
FAVIJ, CESCA, KLAUS e SHADE
DOMENICA 8 LUGLIO (ingresso libero)
ASTI GOD’S TALENT
Organizzato dalla Pastorale Giovanile della Diocesi di Asti
LUNEDI 9 LUGLIO (ingresso € 15)
Prima nazionale: “Qualche estate fa – vita, poesia e musica di Franco Califano” con CLAUDIA GERINI e SOLIS STRING QUARTET
MARTEDI 10 LUGLIO (ingresso € 13)
ACHILLE LAURO, QUENTIN 40 e DJ NCL
In collaborazione con Palco 19
MERCOLEDI 11 LUGLIO (ingresso libero)
JOE LOUIS WALKER
GIOVEDI 12 LUGLIO (ingresso libero)
I.S.O. BIG BAND
VENERDI 13 LUGLIO (ingresso € 15)
LE VIBRAZIONI
Con il supporto di “Centro Commerciale Nuovo Borgo” e “958 Santero Asti Secco”
SABATO 14 LUGLIO (ingresso € 15)
ANNALISA
DOMENICA 15 LUGLIO
(ingressi numerati primi posti € 100; ingressi numerati secondi posti € 80;
ingressi non numerati terzi posti € 40)
IL VOLO
LUNEDI 16 LUGLIO (ingresso libero)
MIRKOEILCANE
MARTEDI 17 LUGLIO (ingresso libero)
KRIKKA REGGAE – serata dedicata ad “Oscarino”
IL FESTIVAL
ORGANIZZATO da Comune di Asti e ASP (Asti Servizi Pubblici)
sotto lo SLOGAN ASCOLTA LA MUSICA. ABBI CURA DELLA TUA CITTA’.
DIRETTORE ARTISTICO Massimo Cotto
DIREZIONE ORGANIZZATIVA Gianluigi Porro
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E SUPPORTO TECNICO-INFORMATICO Libellula Music
UFFICIO COMUNICAZIONE Asp
CON IL SUPPORTO DI Banca di Asti, Fondazione CR Asti, Iren, Aec
PARTNER Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato
MEDIA PARTNER La Stampa
CONTATTI
Segreteria organizzativa – Libellula Music
Marco Notari Giovannone – marco@libellulapress.it – +39 3472102335
Annalisa Di Rosa – annalisa@libellulamusic.it – +39 3479279860
Ufficio Comunicazione – Asp
media@asp.asti.it – 0141434616 / 0141434612
SUL WEB – www.astimusica.info
FACEBOOK – www.facebook.com/AstimusicaAsp
INSTAGRAM – www.instagram.com/astimusica_festival
TWITTER – https://twitter.com/astimusica
PREVENDITE SUL TERRITORIO
ASTI
Teatro Alfieri, via Leone Grandi, tel. 0141.399057-0141.399040
(biglietteria aperta da martedì a venerdì ore 10-17)
Alfieri Foto, Piazza Astesano 22, tel. 0141.320186
Libreria Alberi d’acqua, via Rossini 1, tel./fax 0141.556270;
Musiche Piazza Italia 11, tel. 0141.590558.
ALBA
Radio Guido, via Vittorio Emanuele 17, tel. 0173.440298
PREVENDITE ONLINE
www.ticket.it (tel. 011.3161116)