_di Riccardo Magni.
I Meds sono Amato Scalbi, Luca Scarfidi, Luca Frasca. Il progetto nasce nel 2014 con il preciso intento di proporre un ibrido che potesse unire il mondo dell’elettronica (glitch, idm, organica) al mondo dell’indie rock.
La band inizia presto una buona attività live che la porta ad esibirsi come opening band di Slim Twig, noto artista canadese. E nel 2016 vincono sia il “Contestiamo“, sia il MarteLive regionale.
Nel 2019 è in programma l’uscita del primo EP, ma nel frattempo, sono due i singoli già pubblicati: Call me White, co-arrangiato e mixato da Jimbo Barry (produttore dei The Script), ed NBF, accompagnati entrambi da due videoclip in animazione 3D.
Giovedì 13 dicembre prenderanno parte al contest di It’s Up 2U ed avranno così modo di portare la loro proposta musicale sul palco del Largo venue. Ne approfittiamo per saperne di più su di loro e sui progetti a breve termine.
Il genere che suonate, con un sound di questo tipo, associato alla scelta del testo in inglese, suggerisce influenze ed ispirazioni internazionali, giusto? Potete raccontarle e spiegarle?
Prima ancora che musicisti, siamo degli ascoltatori di musica e ascoltiamo davvero di tutto. Internazionale e non, senza fare grandi distinzioni. Ci sono tante cose che ci influenzano musicalmente (molte di queste non sono nemmeno legate alla musica, ma piuttosto film, luoghi o altro). Ciò che conta è che per ‘influenza’ a noi piace intendere più uno stato mentale, una predisposizione a voler far musica e a trasformare in musica determinate sensazioni, piuttosto che un voler emulare o raggiungere certe sonorità sentite da questo o quel gruppo.
Oltre ad influenze ed ispirazioni, presuppone anche un target diverso da quello del pubblico prettamente italiano? Puntate a contesti internazionali con la vostra musica?
Ultimamente ci è stata fatta davvero molto spesso questa domanda. Per noi è segno che più o meno consciamente, nel panorama musicale italiano, si sta diffondendo il bisogno di sentire qualcosa di nuovo e diverso. Il fatto di distinguere sempre fra musica internazionale e italiana, pubblico internazionale e italiano è un limite tutto nostrano che coccoliamo come se fosse un vanto. L’idea di base è che un giorno sarebbe bello che gli artisti di Berlino o Londra guardassero all’Italia come una meta da raggiungere e non viceversa.
Anche in base al riscontro che trovate nel pubblico di manifestazioni eterogenee come quelle a cui avete partecipato, pensate che in Italia ci sia recettività e spazio di sviluppo sufficiente per il vostro genere? O nonostante tutto, pensate che resti sostanzialmente una delle tante nicchie di qualità che difficilmente troveranno sbocco su scene più popolari?
Posta in questi termini sembra che la musica sia un qualcosa diviso in compartimenti stagni: chi ascolta indie italiano non può ascoltare elettronica e viceversa. Ma non è cosi. Il nostro genere non è in via di sviluppo. Esiste, funziona, vende. Al concerto di Jon Hopkins c’erano cinquemila persone, a quello degli Alt-J ce n’erano quindicimila. Questo per noi significa che se la musica è di qualità, allora il pubblico c’è. Indipendentemente dalla lingua scelta, dal numero di accordi utilizzati o dalla strumentazione. Bisognerebbe avere più fiducia verso chi ascolta.
Entrambi i singoli che avete pubblicato sono accompagnati da due videoclip realizzati digitalmente in 3D, da cosa viene questa scelta? E seguirete ancora questa strada?
Semplicemente dal nostro gusto e dalla coerenza artistica. Ci piace l’idea di proporre qualcosa che sia diverso e ricercato ma comunque fruibile da tutti sia in termini di musica sia in termini di impatto grafico. Se seguiremo ancora questa strada? Assolutamente si.
Pensate di pubblicare tutti i singoli prima dell’EP?
Non abbiamo una strategia precisa. Ci piace tenere le cose dinamiche, in movimento. Sicuramente l’EP uscirà ad inizio 2019. Quello che succederà nel mentre è una piacevole incognita.
Per cosa sta NBF?
Storia interessante. Lo abbiamo pensato come Natural-Born Feel. L’idea era di suggerire un concetto sospeso fra ‘tatto innato’ e ‘nato per sentire’. Poi parlando con due ragazzi canadesi (madrelingua inglese) con i quali siamo stati in tour recentemente abbiamo scoperto che la traduzione è molto più complessa e problematica. Perché i due concetti che noi volevamo proporre sono corretti, ma si sfumano ancora di più se NBF viene inteso come ‘Natural-Born Feeler’ che secondo i nostri amici canadesi suggerisce l’idea di una persona nata con l’intento morboso di sentire qualcosa, di provare emozioni. Essendo il brano a sfondo erotico… abbiamo fatto centro.
Suonerete ad It’sUp2U anche brani inediti quindi, visto che i singoli pubblicati sono solo due…
I due singoli pubblicati ci saranno e ci sarà una linea che unirà l’elettronica berlinese a quella di Londra. Venite.