– di Giacomo Daneluzzo
fotografie di Gabriele Mancini –
Vorrei iniziare quest’articolo con un invito. Viviamo in un’epoca frenetica, in cui tutto è in costante e rapido movimento e in cui la nostra attenzione è costantemente reclamata da molteplici stimoli, scandite dalle notifiche dei nostri smartphone; e corriamo, affannandoci, da un impegno all’altro, da un obiettivo all’altro, da una fase della vita a un’altra. Per prima cosa quindi vorrei invitarti a sederti, riprendere il fiato e leggere quest’articolo con un animo disteso, rilassato. Sospendi, per un attimo, la preoccupazione rispetto a che cosa dovrai fare dopo. Non pensare agli impegni e alle angosce quotidiane.
Ecco: non va meglio? Non ti sembra di riuscire finalmente a respirare a pieni polmoni?
Samuele Buchsbaum, in arte Silly Sam, è un cantautore friulano trapiantato a Milano, che è la città della fretta per eccellenza. E non è un caso che sia proprio in questo luogo, in cui tutti sono sempre di corsa, trafelati e con pochissimo tempo a disposizione, che prende vita Non ho tempo, il suo nuovo singolo, uscito in modo indipendente mercoledì 11 giugno.
Il brano, prodotto da 24 Ore di Niente e Charlie Amendola (all’anagrafe Andrea Caccese e Carlo Amendola, già collaboratori dell’artista dal vivo e in studio), presenta sonorità decisamente più dure rispetto a quelle a cui Silly Sam ci ha abituato nella sua lunga serie di singoli usciti negli ultimi cinque anni, che hanno spaziato dal rap al pop punk, mantenendo sempre una particolare attenzione all’aspetto melodico e armonico, che qui ritroviamo solo nel ritornello a scandire le strofe, rappate su chitarre distorte di matrice punk rock.

Charlie Amendola (a sinistra) e Silly Sam (a destra)
Non ho tempo è un invito a riprendere possesso di se stessi e della propria autonomia personale, minacciata dall’attività frenetica in cui siamo costantemente immersi – una chiara eco di SenecaDal De brevitate vitae: «Ita est: non accipimus brevem vitam sed facimus nec inopes eius sed prodigi sumus». In italiano: «È così: non riceviamo una vita breve ma la rendiamo tale e non siamo poveri di essa ma prodighi»..
Silly Sam, classe 2002, invitandoci a disinstallare TikTok e a dare la giusta importanza all’interiorità e al proprio percorso personale, esprime tutta l’insofferenza e la frustrazione di una generazione assuefatta al mondo digitale, ai ritmi frenetici imposti dalla società odierna e al malessere che ci accomuna tutti. Un invito, quindi, a ribellarsi a schemi che inevitabilmente ci rendono sempre più infelici e scarichi, giorno dopo giorno, che suona perfettamente in linea con la poetica happy punk dell’artista, che fin dagli esordi si pone in netta controtendenza rispetto alla corrente maggioritaria nella discografia italiana, caratterizzata da un “disagismo” di fondo.
Silly Sam ci ha regalato un singolo intelligente, di ottima fattura e senz’altro “anomalo” rispetto a quello che si sente solitamente in giro: vale decisamente la pena, in un mondo che gira troppo velocemente, di prendersi poco più di due minuti per ascoltare una canzone che ci ricorda che possiamo sempre prendere in mano la situazione e iniziare a vivere pienamente la vita, invece di “farci vivere” e ripeterci: «Non ho tempo».
Per mancanza di calma la nostra civiltà sbocca in una nuova barbarie. In nessun’epoca si attribuì maggior valore agli attivi, cioè ai senza riposo. È dunque una delle necessarie correzioni che si devono apportare al carattere dell’umanità quella di rafforzare in larga misura l’elemento contemplativo.
— Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano