– di Roberta Matticola –
Equilibrio, eleganza, coinvolgimento, poesia e ironia: credo che queste siano le parole più pertinenti per descrivere le (quasi) due ore di concerto del duo Colapesce Dimartino che si è esibito lo scorso 22 giugno 2024 sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, in occasione del Roma Summer Festival. Un luogo non nuovo per i due che hanno già calcato in passato il palco della Cavea nel 2021 con il tour estivo del disco I Mortali, Colapesce invece, nel 2016 fece tappa nella Sala Petrassi della struttura con il suo “Concerto Disegnato” in cui, ad ogni canzone, si associavano dei disegni creati estemporaneamente dall’abile mano del fumettista Alessandro Baronciani.
Con il cielo che va verso l’imbrunire, sul timido crescendo de La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo il palco si anima con i musicisti e, coperti da un fragoroso urlo del pubblico, arrivano ai loro posti anche Colapesce e Dimartino. Come un’alba che avvolge la spiaggia che stanno cantando, le luci e le melodie che crescono avvolgono gli spettatori in un bagliore che disarma.
Quello che si palesa davanti agli occhi dei partecipanti non è un concerto ma un’alchimia di musica e corpi che si fondono per emergere in un’unica entità. I corpi di Lorenzo e Antonio si cercano, si trovano, dialogano, sembrano fondersi in un intricato amplesso musicale dal quale non riescono a distogliersi. Si guardano e si sorridono: si fanno notare un attacco sbagliato, una nota fuori posto ma è un segreto tra loro due, comunicandoselo con un solo sguardo. Il loro duo si regge su un preciso e mistico equilibrio di opposti: uno suona il basso, l’altro la chitarra; uno con la voce più limpida si destreggia sulle tonalità principali di un brano mentre l’altro, con il tono più graffiante, sulle seconde voci; uno è un po’ più timido sul palco mentre l’altro più disinibito. Un duo che trova forza nelle sue opposizioni che sembrano completamente annullarsi in questo contesto.
Durante il concerto il duo, accompagnato da una band composta dai musicisti Alessandro Trabace (violino, synth), Enrico Gabrielli (sax, piano, synth, flauto), Nicolò Carnesi (chitarra elettrica, voce) Giannicola Maccarinelli (batteria), Adele Altro (chitarra acustica, sax, percussioni, voce), passa in rassegna i brani dell’album I mortali come Rosa e Olindo, Luna Araba, Noia Mortale, sino ad arrivare a quelli di Lux Eterna Beach (2023): Considera, Sesso e Architettura, 30’000 euro accompagnata da una Cavea illumunata dalle torce dei cellulari degli spettatori, Forse Domani. Spazio ovviamente anche alla colonna sonora del loro divertente road movie La primavera della mia vita con Il cuore è un malfattore e la strumentale Stanco, stanco, stanco, e al loro ultimo singolo Innamorarsi perdutamente non è mai un affare.
Tra le bolle di sapone (soffiate dai fan) che colorano il cielo durante il secondo ritornello del brano Ragazzo di destra e la toccante e delicata Majorana, nella scaletta non mancano gli omaggi a due grandi cantautori della musica italiana. Nel dettaglio Ivan Graziani con il brano inedito de I Marinai presente nel loro ultimo disco, ed un’inaspettata cover di Bandiera Bianca del maestro Franco Battiato eseguita con la classe e la semplicità che contraddistingue il duo. Diverse anche le parentesi comiche sia quando lanciano un bigliettino sul palco difficile da leggere dove Dimartino si lascia scappare un «Mingh*a, ma non sai scrivere!… C’è un farmacista in sala?»; sia sul brano Il prossimo semestre caratterizzato da intermezzi ironici. Qui infatti parlano di Ultimo che, in contemporanea, sta facendo un concerto a pochi passi dall’Auditorium ovvero allo Stadio Olimpico: «Sai che Ultimo ha venduto 500mila biglietti?» esordisce Dimartino, replica Colapesce «Tipo… quanti voti ha preso Vannacci?»; o ancora quando Enrico Gabrielli inizia a suonare Chariots of fire dei Vangelis e Dimartino chiede a tutti di muoversi a rallentatore: «Che pace… basta però con ‘sta mingh*ata… Scusate!»
Ovviamente non possono mancare Splash e Musica Leggerissima che si presenta con una veste nuova rispetto alla sua versione incisa, con un lungo ed intenso arrangiamento musicale conclusivo che stravolge completamente la percezione iniziale del brano. Con la struggente Neanche con Dio che prosegue nella strumentale Lux Eterna Beach, la band saluta il pubblico. Un live che – così come prevedibile – inizia e si conclude come l’ultimo album di Colapesce e Dimartino, come se il loro intento fosse proprio quello di ricreare quella spiaggia costantemente illuminata in cui si alternano amori, disincanto, personaggi stravaganti e storie passionali.
A fine concerto emerge un dettaglio fondamentale ovvero che Antonio e Lorenzo non sono un duo, sono una coppia, sono complici. I loro sguardi parlano più di una canzone, più delle parole, più dei loro stessi strumenti. La loro unione supera la mera collaborazione lavorativa, la loro intesa non avrebbe potuto mai raggiungere i (quasi) cinque anni di attività se fosse stata un’unione fallace e superficiale (già Totale, brano presente nel disco Infedele di Colapesce del 2017, porta la firma di entrambi).
«Se vuoi andare questo è un viaggio eccezionale, io non ti fermerò» (Neanche con Dio): Colapesce e Dimartino, fate quello che volete del vostro futuro ma nel frattempo, grazie per quello che avete costruito sino a qui.