– di Martina Antinoro –
“GO!”, uscito il 7 ottobre, è il nuovo album di SPZ, l’artista e producer romano Andrea Spaziani, che, in questo progetto, è riuscito ad unire il rock alle sonorità delle colonne sonore dei videogiochi. Questo nuovo album mette a nudo l’artista, lasciandogli spazio per raccontarsi e per provare nuove sonorità. Tra i numerosi argomenti che abbiamo trattato con SPZ, l’artista ci ha raccontato della sua esperienza ai concerti di Frah Quintale.
Il tuo album “GO!” è uscito il 7 ottobre, qual è stata la reazione del tuo pubblico?
Non lo so in realtà, però i fan che ho mi sono sembrati contenti da quello che mi hanno scritto su Instagram.
“GO!”, oltre ad essere il titolo dell’album, è anche il nome della traccia che apre l’album: cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?
La traccia si chiama così perché “GO!” è molto energico, come un “pronti, partenza via”. In generale, è l’inizio di questa storia che viene raccontata nel disco.
All’interno di questo album si trovano sia il rock sia sonorità tipiche delle colonne sonore dei videogiochi: come è nata questa idea e cosa riesce a dare in più al progetto?
Semplicemente avevamo degli strumenti che erano degli anni ottanta, dei modernizzatori originali, e abbiamo usato quelli: ci si è accesa la lampadina perché abbiamo capito che c’erano proprio dei suoni dei videogiochi più datati. Visto che ci sono cresciuto, anche se adesso non ci gioco da quando ho quattordici anni, l’ambiente sonoro dei videogame degli anni ottanta e novanta ci ha anche plasmato. Ci è venuto naturale anche perché, per esempio, durante le sessioni spesso mettevamo proprio YouTube “Super Mario Long Run”, un video di dieci ore. Quindi è una cosa da cui abbiamo tratto ispirazione, ma il motivo principale è legato all’uso degli strumenti che avevamo a disposizione.
In generale, negli ultimi anni molti artisti, come hai fatto tu, stanno sperimentando nuove sonorità, anche grazie alle nuove tecnologie.
Per quanto mi riguarda, questi suoni vengono da strumenti vecchi. Però, in generale, il lavoro dei musicisti è cambiato, è diventato più libero e le possibilità adesso coi computer sono veramente infinite. Se, come me, cerchi qualcosa di originale, hai tutti gli strumenti che creare suoni nuovi o comunque questo è l’obiettivo.
Qual è la traccia a cui sei più legato e perché?
Le tracce a cui sono legato di più sono le ultime due “Quando non sei qua” e “Miraggio”. La prima perché è particolarmente personale ed è uno dei pochi pezzi che faccio che mi emoziona come se fossi un ascoltatore. Invece “Miraggio” mi piace molto come pezzo, è uscito molto bene.
Una traccia molto interessante sicuramente è “Senza amare”. Parlacene un po’.
“Senza amare” è il terzo brano che ho scritto dell’album, anche se non mi ricordo bene da dove è nato, forse da una jam. In generale, sono soddisfatto di tutto il lavoro, “Senza amare” probabilmente sarà il singolo finale perché mi rendo conto che piace. I testi sono tutti autobiografici e anche un po’ bambineschi. Con questo disco ho provato a mettermi a nudo e a metterci di più la faccia, rispetto alle cose che ho fatto prima che potevano essere un po’ più ermetiche.
Nel 2021 hai pubblicato l’album “NOI/GLI ALTRI”: quali sono le differenze che noti tra questo progetto e “GO!”?
Quello del 2021 è più un EP molto grande, che era un po’ una raccolta di quello che avevo fatto fino a quel punto da solo, anche se poi l’avevo prodotto con altre due persone, quindi l’ho sentito un po’ meno mio a posteriori. Invece “GO!” è anche figlio dell’appoggio che Undamento ci ha sempre dato: fate sempre quello che piace a voi, dovete concentrarvi sulla musica sincera che viene da voi. Col primo disco ho avuto un po’ di problemi con questo: ho fatto compromessi che a distanza di un anno non mi piacciono tanto.
In primavera hai aperto il tour di Frah Quintale, qual è stata la tua reazione nello scoprire ciò? Sei entusiasta?
È stata un’esperienza bellissima, quando me l’hanno detto ero contento. Purtroppo abbiamo dovuto saltare qualche data perché ho preso il Covid durante il tour, però non avevo mai suonato davanti a così tante persone quindi è stata una bella emozione.