– di Lucia Tamburello –
Il tanto agognato ritorno dal vivo del Teatro degli Orrori fa tappa per la seconda volta a Bologna, al parco delle Caserme Rosse, in occasione della stagione estiva del Mai dire mai tour.
A quanto pare, il sold out all’Estragon di febbraio ha soddisfatto abbastanza la curiosità e l’entusiasmo del pubblico bolognese. Dalle dimensioni del pit, infatti, si è potuto notare come, al BOnsai, lo scorso giovedì, ci si aspettasse molta più partecipazione. Oltre alle transenne, a dividere i paganti sotto il palco, c’erano parecchi metri di spazio vuoto che mettevano in mostra la prospettiva, da parte dell’organizzazione, di riempirlo. Questo elemento, per quanto possa sembrare irrilevante, ha impattato sin da subito sull’animo i paganti che sembravano quasi imbarazzati. Anche la vicinanza con il palco del Sequoie non ha di certo migliorato la situazione: spesso arrivavano sprazzi di autotune e altre “diavolerie” trap mostrando tutto il divario generazionale musicale contemporaneo.
Ad aggravare l’atmosfera, ci ha pensato il gelo trasmesso dalla band che, consapevole del proprio talento, si è poggia estremamente sul ruolo del proprio frontman per “abbattere la quarta parete”. Dal punto di vista tecnico, il Teatro degli Orrori si è rivelato per l’ennesima degno di essere considerato uno dei maggiori protagonisti del rock italiano. Favero, Mirai e Valente sono tra i musicisti più abili a livello nazionale ed è abbastanza evidente il loro disagio nel ritrovarsi a ripercorrere le dinamiche dei loro esordi dopo le loro varie esperienze lavorative al di fuori della band. Per quanto si possa mantenere alta la qualità di un progetto artistico, ci sono messaggi non verbali inalienabili, impossibili da trascurare.
La scaletta del concerto ha dato la precedenza ai brani Dell’impero delle tenebre e A sangue freddo, i dischi indubbiamente più amati. A suscitare un maggiore interesse da parte del pubblico, come sempre, sono i pezzi più popolari come La canzone di Tom o Direzioni diverse. Nei limiti di uno dei gruppi rock con i suoni più potenti e distorti del panorama musicale nazionale, si è cercato di alternare i brani più travolgenti ed impegnativi a quelli un po’ più pacati, in modo da alternare atmosfere diverse, ma anche di mantenere costanti le “risorse energetiche” durante la serata.
Nonostante tutto, è evidente ancora l’affetto e il rispetto che i fan provano nei confronti del Teatro degli Orrori. Il suo passato fa sì che alla band venga perdonato anche un live non particolarmente entusiasmante; ma potrà far cadere nel dimenticatoio eventuali repliche?