– di Giacomo Daneluzzo –
Qualche settimana fa sono stato alla serata organizzata dall’etichetta indipendente padovana Dischi Sotterranei in un posto iconico di Milano, l’Arci Bellezza, di cui ho parlato ampiamente l’anno scorso nelle interviste a Ornella Rigoni e ad Alberto Molteni, che ne sono rispettivamente presidente e direttore artistico.
L’occasione è stata una grande festa, messa in piedi da Dischi Sotterranei con Caramello, in cui hanno suonato alcuni degli artisti più interessanti del roster dell’etichetta: in ordine di apparizione Vanarin, Visconti e Jesse the Faccio. Ognuno dei tre ha presentato gli ultimi lavori del proprio progetto in una sequenza di proposte artistiche eterogenee ma in qualche modo coerenti tra loro, accomunate da una grande energia e da una certa ricerca artistica, in netta controtendenza rispetto al mondo del mainstream – questa è un po’ la cifra di Dischi Sotterranei, in fondo.
Un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio con i Vanarin
Il ghiaccio di questa Milano Sotterranea – così è stata nominata l’iniziativa – è stato rotto dai Vanarin, band originaria di Bergamo che però tra le proprie radici ha il Regno Unito per via del frontman David Paysden: la formazione si muove sapientemente tra pop alternativo e psichedelia, con una proposta musicale all’insegna della ricercatezza. I Vanarin, che hanno appena pubblicato il loro terzo album, Hazy Days (Dischi Sotterranei, 17 gennaio 2025), sono il gruppo perfetto per introdurre il pubblico in una nuova dimensione, tra suoni cullanti (e altri meno) in una serie di canzoni capaci di creare un’atmosfera onirica e sospesa, fuori dal tempo e dallo spazio. La lingua inglese contribuisce all’impressione di non trovarsi nella Milano contemporanea, quanto piuttosto quanto piuttosto in una Liverpool di qualche decennio passato e non ben definito.
Visconti riporta in vita il punk
È stato poi il momento di Visconti, giovane artista piemontese – milanese d’adozione – che ha cambiato completamente il mood della serata. Ci spostiamo. Dalle vibrazioni psichedeliche siamo passati a chitarre pesantemente distorte, suoni sporchi e grezzi, ma capaci di fare da sfondo a canzoni bellissime, a tratti molto poetiche, sempre dotate di enorme potenza espressiva. Visconti, classe 2000, è un autore di talento, che recentemente ha pubblicato il suo album d’esordio, Boy di ferro (Dischi Sotterranei, 18 ottobre 2024), molto apprezzato dalla critica e da un pubblico affezionato. La giovane promessa Visconti ha portato sul palco del Bellezza un live suonato, energico, sentito, dando prova di essere, artisticamente, una scommessa vinta. Visconti ci porta lontano dall’indie, con riferimenti molto variegati, tra post punk e new wave, costruendosi una dimensione sonora e lirica tutta sua, in cui la sua voce risuona forte e chiara. Insomma, un live che fa pensare che questo sia solo l’inizio di un lungo percorso musicale per un artista che ha molto da dire e da esprimere.
La spiccata sensibilità di Jesse the Faccio, per farci piangere
Con l’arrivo di Jesse the Faccio, che ho intervistato di recente in occasione dell’uscita del suo ultimo album, dei giorni liberi, del tempo perso (Dischi Sotterranei, 8 novembre 2024), il concerto ha preso nuovamente una piega molto diversa. Jesse è un grande narratore e propone un cantautorato lo-fi, a tratti sbilenco, a tratti estremamente elegante; in ogni caso straordinariamente sincero. Il suo live è un susseguirsi di storie e di emozioni, di suoni che rendono difficile collocare con precisione la sua musica. L’headliner della serata punta molto sulla capacità delle proprie canzoni di toccare corde profonde, cosa che funziona benissimo. E queste canzoni sono, per certi versi, un pugno nello stomaco, per la loro intensità e per la loro efficacia nel descrivere esattamente situazioni e stati d’animo complessi; Jesse porta tutto questo sul palco e lo fa con una spontaneità estrema e con un gusto per i dettagli dal comune, alternando con destrezza momenti più movimentati a parti più dolci e tranquille.
La serata si chiude così. Grazie a Dischi Sotterranei, a Caramello e al Bellezza: eventi come questo sono delle rarità, ma rarità preziose, che riescono a dare spazio e voce al meglio che ha da offrire la scena alternativa, ricordando al pubblico e al mondo intero che di artisti validi in Italia ne abbiamo, eccome.