Canzone d’autore sicuramente, ma non di quella impegnata che cerca la citazione piuttosto che la lirica d’essai. Paroliere Yato che in qualche misura cerca di restare contemporaneo e popolare affrontando anche tempi e temi impegnativi come la ricerca di se stessi. Dal singolo “Electro Hardore” all’ultimissimo “Consciock” di certo l’amore prende forme assai nichiliste, deviazioni sul tema personale che poi parafrasano a pieno un certo disagio in cui tutti – a proprio modo – possiamo ritrovarci. Il suono, come di consueto, è espressione d’elettronica, design internazionale in atmosfere e sospensioni, urbanizzazione spietata proveniente dai ghetti. Yato è un menestrello dell’era digitale e noi la catturiamo in questo nuovo disco dal titolo “Post Shock”. Plug & Play gente.
Il futuro della canzone d’autore secondo YATO?
Sempre più diversificato. Oggi, la canzone d’autore è fortemente amalgamata con generi musicali molto trasversali che offrono ambientazioni sonore e mood prosperosi anche per chi ricerca qualcosa di soggettivo nella scrittura dei testi.
Il mondo digital oggi… a chi dice che saper usare un computer non è saper suonare?
Un computer si usa sempre, ovunque ed in molte fasi della produzione artistica di un brano, di un album. La mia musica non nasce con il computer ma da altro, dalla vocalità, da un mood dato da degli accordi ricercati, da un riff, dalla ricerca sonora che coinvolge analogico e digitale e senza per questo fare dell’uno e dell’altro un’ideologia ma possibilità di creare e plasmare, la materia analogica e l’etere digitale.
In realtà c’è però da chiedersi: un brano come “Consciock” avrebbe senso fatto in acustico?
Verrebbe credo bene, se decidessi e sentissi l’esigenza di farne unaversione maggiormente acustica, se volessi esprimere con un mood alterato il brano stesso. “Consciock” è comunque un brano veloce, veloce anche nel testo e nel vissuto di cui parla. Avrebbe, quindi, questa doppia difficoltà: una musicale e l’altra testuale.
Ma in generale la tua musica potrebbe nascere in altro linguaggio?
La mia musica, le mie canzoni possono essere riarrangiate e, forse, questo basta.
Ricorre spesso la parola “shock”. Come mai?
Musica e parole di questo nuovo album originano da vicende personali forti…un po’ come dopo uno “shock”: te ne puoi fare qualcosa di buono, se hai coraggio e fortuna.
E nel “Post shock”, parafrasando il titolo di questo disco, che cosa hai trovato o cosa cerchi di visualizzare?
La possibilità di porre attenzione e cura alle piccole cose, a quelle angolazioni e prospettive, idee e sensazioni che spesso non ascoltiamo perché apparentemente in secondo piano o che rifiutiamo, rinnegandole o fuggendovi via..bè ecco, “Post Shock” è un album che ti fa stare lì a contatto con loro, dentro un giorno.