Anche se di nuovissima generazione certi modelli stilistici non abbandoneranno mai la nostra tradizione e il gusto verso un certo modo di fare canzone. La cantautrice toscana Giulia Pratelli torna con un disco dal titolo “Tutto bene” che si lancia in radio e in video con il singolo title track (o quasi) di tutto il lavoro. Dal video, ai suoni passando per le tematiche: tutto confluisce nel classico bel pop all’italiana maniera. Per quanto, timidamente e senza mai esagerare, l’ascolto scopre trasgressioni qua e la ma sempre restando fedeli alla linea, come nell’omaggio a Fabi e Gazzè con il successo “Vento d’estate”, per esempio, unica cover del disco che qui ritroviamo in una versione quasi urban, quasi dubstep. “Tutto bene” ha tutta l’aria di essere un disco maturo. Per quanto pop ci sia da sempre in Italia è sempre affascinante trovare quante altre variazioni possano arrivare.
Parlando di pop…cosa significa per te questa parola?
Pop è quel che è popolare ma è una definizione (se così si può dire) senza confini, in cui si ritrovano anche cose diversissime tra loro. In questo modo secondo me non si riesce a delineare un vero e proprio genere musicale… è difficile dire cosa è davvero pop e cosa non lo è!
Mi incuriosisce la scelta del titolo e del primo singolo del disco: come mai questa differenza?
È venuta da sé… Per rimarcare il concetto, nel titolo del brano.
Un disco della maturità, del cambiamento o della conferma?
Queste è una domanda difficile… io, però, direi “del cambiamento”!
Quanto ti somiglia “Penelope”?
Mi piace pensare di poter assomigliare alla Penelope che ho cercato di raccontare nella mia canzone: una donna forte, che si rimbocca le maniche e non si arrende di fronte alle difficoltà.
E per chiudere citiamo Zibba e la sua collaborazione alla direzione artistica del disco. Ci sono stai momenti e risultati che non ti saresti mai aspettata di raggiungere senza il suo intervento? C’è qualcosa di quello che è venuto fuori che non avresti fatto in questo modo?
La sua collaborazione è stata fondamentale. Ad ora, non ci sono cose del lavoro fatto insieme che rifarei diversamente e un anno fa non avrei pensato di riuscire a scrivere, produrre e pubblicare un album come questo. Senza l’aiuto di Zibba non sarebbe potuta essere la stessa cosa!