Quando ti viene proposta un’artista che si chiama UNA e un disco, il suo, che si chiama Una nessuna centomila, puoi iniziare l’ascolto avendo bene in mente due concetti molto differenti: dal punto di vista testuale e concettuale andremo a toccare punte altissime, probabilmente ci annoieremo a morte, ma è un prodotto talmente importante e globalmente valido che non sarebbe male ascoltarlo e lasciare da parte, per un po’, quella musica che tua madre indicava sempre come “casino”; dal punto di vista testuale e concettuale non vale assolutamente nulla e la strizzatina d’occhio a Pirandello è funzionale solo ad accalappiarsi le mandrie di hipster che vagano tra mercatini vintage e ristoranti vegan. In questo caso sarebbe un bene per tutti fottersene dei concetti.
UNA a.k.a Marzia Stano – ex frontwoman degli Jolaurlo – fa uscire per MarteLabel, il 7 maggio scorso, un disco di liriche forti, interpretazione intimissima e dannatamente, sinceramente rock, mai volgare.
Una nessuna centomila conta dieci tracce che raccontano delle mille UNA: la fanciulla, la ragazza, la donna, le mille donne che coesistono in un corpo solo, e lo fa in un modo talmente bello, forte e coinvolgente che è quasi impossibile non innamorarsene. È quasi impossibile, dopo aver ascoltato questo disco, non innamorarsi, almeno un po’, di tutte le donne del mondo. Menzione speciale per la terza traccia, “Qui ed ora”, brano di delicatissima veemenza, non a caso contenuto nella compilation MarteLabelFest 2013.
Giulio Falla (ALT! – CheapSound)