Torna la produzione rigorosamente in rosa dell’Elastico Records, suono ed estetica che cerca quello che il politicamente corretto definirebbe l’eccesso. Eppure crediamo che la normalità oggi sia più in santità dentro queste dinamiche che in dimensioni decisamente più “mascherate”. Di certo non è la maschera un ingrediente da considerare. Il collettivo Le Cadavere Squisite nasce nel 2016 a Bologna, in un laboratorio di Scrittura Teatrale tenuto da Rita Felicetti. Attrici, musiciste, clown e batteriste. Cinque storie, cinque geografie, cinque background che confluiscono in questo brano “Più di là che di qua”, un glam rock molto ispirato al mood inglese e ampiamente nostalgico di sapori vintage di una tradizione, la nostra, che arriva sempre in ritardo su tantissime cose. Allegoria pura e mille piani di lettura diversi dentro il video di lancio… e per concludere, il tutto viene diretto artisticamente da Umbero Maria Giardini. Punto e a capo.
La produzione artistica di Umberto Maria Giardini: sembrano mondi così lontani tra loro. Com’è nata e cosa ha prodotto questa collaborazione?
È nata per un’amicizia. Questi ultimi due anni sono stati duri, un po’ per tutti, e a volte gli chiedevamo qualche consiglio pratico su come procedere, vista la sua lunga esperienza, e come si dice da cosa nasce cosa. Sì, c’è tanta differenza tra noi e lui ma volevamo fare un salto di livello professionale. Non siamo musiciste virtuose e lavorare con lui ci ha aiutato molto.
Cos’è un cadavere eccellente? E perché squisito?
Un gioco che usavano i surrealisti per creare insieme qualcosa. Per noi è un metodo di scrittura che serve a trovare ritmi nuovi e a non essere mai troppo banali. Mischiare i nostri 5 linguaggi rende i testi più folli.
La donna invece che ruolo ha dentro questo rock?
Siamo 5 donne con 5 teste diverse e caratteri e gusti diversi. È molto complicato trovare un equilibrio ma alla base c’è una stima reciproca che ci aiuta. Le tematiche delle nostre canzoni di certo nascono da bisogni e paure molto legate all’essere donne e aggiungerei ‘di mezza età’ ahahahah!
E per tornare da dove abbiamo iniziato, perché dunque la mano artistica di un uomo a guidarle?
È un po’ banale e paternalistico dire che un uomo ha guidato 5 donne, crediamo nelle collaborazioni e nel rispetto dei ruoli. Ci annoiamo molto a fare distinzioni di genere, crediamo nelle persone, ognuno ha la sua storia e i suoi valori, ma la musica è meravigliosa perché oltrepassa tutto. Umberto ci ha fatto fare un balzo in alto a livello musicale, non ci ha guidato da nessuna parte, sapevamo dove andare, il testo è nostro al 100% così come molte proposte musicali che lui ha arricchito e cesellato secondo il suo gusto raffinato. Noi siamo molto indipendenti nella creazione ed esecuzione dei brani, ma volevamo fare questo esperimento, che a tratti non ha funzionato alla perfezione. Siamo 5 attrici, nei live improvvisiamo molto, ci piace un effetto fresco e divertente creato di volta in volta con il pubblico. Durante le registrazioni abbiamo subìto un momento di crisi nel momento in cui è entrato un produttore esterno a dirci cosa e come dovevamo suonare, ma tutto questo fa parte del lavoro, e anzi è stata una esperienza che ci ha fatto crescere come gruppo.
E su tutte svetta l’immagine di un lottatore di sumo… perché?
Perché è forza, radicamento, presenza. Tutto quello che serve per vivere nell’adesso, nel qui e ora, perché per stare bene di qua bisogna andare di là.
Perché siamo in continuo sbattimento come un lottatore, infatti il nostro secondo nome d’arte è Le Sbattone. La vita è una lotta ma per fortuna a volte si cade sul morbido!