Uscito venerdì 7 ottobre 2022, “Fantastiche visioni” è il nuovo album del cantautore romano ma milanese di adozione Luca Gemma. “Fantastiche visioni” esce su tutti gli store digitali per Adesiva Discografica e si compone di 10 tracce, già anticipato dai singoli “Sul precipizio” e “Né santo né killer”. Atmosfere crepuscolari, alternative pop che si nutre di canzone d’autore e influenze internazionali. Benvenuti nel mondo sbilenco e visionario di Luca Gemma che non tarderete a riconoscere e ad accogliere.
Abbiamo parlato con lui del suo disco, ma anche di oscurità, Covid e futuro.
A cosa fa riferimento il titolo “Fantastiche visioni”?
Il pezzo, che dà il titolo all’album, inizia così: “Fantastiche visioni di un bambino, che si parte dopo colazione, tutto sembra bello, tutto è un’emozione, tutto il mondo dietro un finestrino”. Ecco, io voglio cercare di mantenere intatto quel tipo di sguardo sulle cose. In generale il titolo vuol dire usare l’immaginazione e la fantasia per distogliere gli occhi dalla realtà, perché la realtà non è poi ‘sto granché e da sola non basta. La musica e la scrittura di canzoni mi hanno sempre offerto questo salvagente. La musica e l’arte possono essere una fantastica via d’uscita per tutti, basta volersene accorgere.
Veniamo da un periodo piuttosto scuro, e questo album sembra uscire direttamente da quel periodo. È così?
Sì, anche se ho cominciato a scrivere e registrare i primi provini già nel 2018, è dal 2020 e dal periodo pandemico di clausura che il disco ha cominciato a prendere forma veramente e quindi ne è in parte il frutto. Ma è proprio grazie a questo lungo lavoro che mi svegliavo contento di dover suonare e registrare una parte di basso o di pianoforte oppure buttare via un pezzo e ripartire da capo.
Il tuo ultimo album prima di questo è distante parecchi anni. Come li riassumeresti?
Ho fatto concerti del disco precedente fino al 2019, l’ultimo in Francia. Poi sono arrivati gli anni strani e sospesi della pandemia: una cosa totalmente nuova, perché niente e nessuno ci aveva mai impedito prima di uscire di casa né chiesto di ridurre a zero le relazioni sociali. Nel frattempo poi si sono aggiunti avvenimenti personali e familiari dolorosi. Insomma sono stati anni difficili.
E come sono cambiate le cose dopo il Covid? Riuscirai facilmente a portare in tour questo disco?
Molti posti in cui ho sempre suonato negli anni precedenti in Italia e in Francia hanno chiuso per via del Covid. In compenso io e i musicisti abbiamo una grande voglia di tornare a girare dopo questa lunga sosta. Tra poco inizieremo le prove e faremo di tutto per arrivare dove è possibile, ma se sarà facile oppure no, ancora non lo so.
Quali sono i tuoi piani adesso?
Supportare in tutti i modi possibili il disco appena uscito, per cui intanto farò dei minilive acustici da solo. Ma ho appena ripreso a lavorare con Andrea Viti, bassista (ex Karma e Afterhours) che insieme a me si occupa della direzione musicale del live.