– di Luca Boetti –
Ho conosciuto i Coma_Cose in maniera totalmente indiretta. Era il 2019 e mio fratello ascoltava i loro pezzi dalla “Anima lattina” a tutto volume. Mentre lo sentivo cantare a squarcia gola “che schifo avere vent’aaaaanni” pensavo che Fausto e Francesca, milanesi d’adozione ma che ho sempre sentito vicini come dei compagni di liceo, fossero un bellissimo punto di rottura fra il vecchio rap italiano e la nuova scena indie. Prendevano spunto dall’uno e dall’altro genere musicale, avevano un’anima elettro-pop e dei testi interessantissimi, oltre a dei ritornelli perfetti per essere cantati mentre si guida di notte verso Rimini, o li si ascolta studiando per l’esame di diritto del lavoro.
Quando nel 2020 la pandemia ha colpito Milano, i Coma_Cose sono diventati per me un accompagnamento fisso: mio fratello li aveva fatti diventare la colonna sonora delle sue giornate, ed essendo costretto insieme a lui fra quattro mura sono osmoticamente diventati anche la mia, di colonna sonora. Il loro album d’esordio mi sembrava veramente pazzesco, ed ero più che contento di sorbirmelo in loop mentre tiravo la pasta per la pizza e fumavo cbd sul tetto del condominio.
Con un salto di parecchi mesi li rivedo a Sanremo con “Fiamme negli occhi” nel 2021: da Ticinese all’Ariston sembra sia passata un’eternità, loro nel frattempo sono cambiati molto (anche nel look) e il pezzo con cui gareggiano mi sembra abbia perso quell’esprit giovanile che avevano quando parlavano della Darsena, dei Navigli e dei giganteschi centri sociali. Devo essere sincero, ai tempi mi è dispiaciuto che avessero abbandonato quei riferimenti milano-centrici che me li rendevano familiarissimi, persone che avrei potuto incontrare in qualsiasi serata in Santeria o al Rocket un giovedì sera.
Altro salto, è il 2022 e sono i primi giorni di novembre. A Milano fa ancora un caldo che mette i brividi da quanto è insolito, anche se la giornata è grigia e di sole neanche l’ombra. In Corso Garibaldi i Coma_Cose presentano alla stampa il loro nuovo disco, “Un Meraviglioso Modo di Salvarsi”. È un titolo un sacco evocativo in questo periodo storico, che tra guerra, crisi climatica e governi che criminalizzano i rave sembra dire “ti capiamo, sentiamo anche noi quello che senti tu”. Quattordici brani (che sono un botto, considerando la recente tendenza a fregarsene del consumatore, che tanto ha Spotify e quindi viene riempito di singoli rilasciati a singhiozzo) di cui tre skit, prodotti dopo un tour italiano e una kermesse sanremese che ha catapultato i Coma_Cose nel panorama mainstream. Si sente che il disco è sperimentale, un’opera in cui i due artisti dicono di essere “meno rapper e più band”. “Odio i motori” è una traccia con influenze reggae molto interessante, “Foschia” invece è un brano molto lungo con un mix perfetto tra sezioni melodiche e strofe rap. Si sente tanto che i Coma_Cose hanno voluto dare una forte sterzata verso un’identità nuova, fatta d’introspezione più che di leggerezza. Quest’ultimo aspetto non è comunque un’assoluta novità, la loro poetica era molto evoluta anche con l’uscita del loro ultimo album, “Nostralgia”.
Ma quindi, com’è questo “Meraviglioso Modo di Salvarsi”?
Beh è tautologico, visto che in effetti è un meraviglioso modo di salvarsi. Con questo album Fausto e Francesca hanno ricucito le loro anime stracciate da Sanremo e dalla notorietà (che a quanto pare è l’aspetto che meno preferiscono dell’essere degli artisti come hanno precisato più volte durante l’evento). Si scagliano contro i social, la de-umanizzazione virtuale, l’omologazione dei gusti musicali (sì esatto, la trap). Insomma, tutto quelle cose che i vecchi pensano che ai giovani piacciano ma di cui i giovani sotto sotto hanno la nausea. I Coma_Cose hanno attraversato un periodo di sbandamento umano e artistico, che a detta loro è stato capace di allontanarli da loro stessi. Le tracce di quest’album sono molto mature, profonde, raccontano il vissuto personale di due ragazzi splendidi che hanno lottato contro la nostalgia e il buio, che si sono allontanati dal flato romantico di raccontare la movida milanese per esplorare sé stessi e il rapporto con la fama, l’amore che li lega fra loro e quello che provano per la musica.
Un paio di pezzi mi hanno colpito davvero per la loro onestà di raccontare lo sconforto e il fallimento, l’incapacità di capacitarsi di quello che accade intorno mentre dentro scoppia la tempesta. Fausto, che in “Sto Mettendo Ordine” canta praticamente da solista, racconta il suo percorso travagliato, di artista sbocciato tardi e che per anni ha dovuto guardare altri rapper fare successo (senza che questi ultimi avessero meriti particolari, questo lo aggiungo io). Francesca è altrettanto onesta quando parla di quello che ha vissuto, della vuotezza che ha provato mentre scriveva questo album, come canta in “Calma Workout”. Quello successivo a Sanremo dev’essere stato per entrambi un periodo molto segnante nelle loro vite personali, oltre che professionali. Hanno rivelato che alla fine del tour si sono presi del tempo per “disintossicarsi dai social network, dato che ne sentivamo il bisogno. Quando poi abbiamo ripreso ad usarli per la presentazione del nuovo disco, è stato quasi come quando smetti di fumare e dopo tanti mesi che non tocchi una sigaretta, ti infastidisce anche solo l’odore del fumo”.
Insomma, “Un Meraviglioso Modo di Salvarsi” è un album che, mi sento di dire, a molti non piacerà. Chi cerca di nuovo la spensieratezza ironica e spietata di “Post Concerto” o “Mancarsi” rimarrà abbastanza deluso, lo dico da subito. Le liriche dei Coma_Cose si sono evolute, i due hanno smesso di scrivere per gli altri e hanno iniziato a lavorare su se stessi senza compromessi commerciali, affermando anche che questo è il loro “disco più libero”. Oltretutto è anche la prima volta in cui cantano diversi pezzi da soli, e più volte durante la conferenza stampa proprio i due artisti hanno tenuto a sottolinearlo. Con “Un Meraviglioso Modo di Salvarsi” i Coma_Cose hanno forse rinunciato a un po’ di ritmo, guadagnando però in termini di delicatezza. Ci sono ancora i ritornelli orecchiabili e cantabili a squarcia gola in macchina verso Rimini, però sono meno del solito. Hanno lasciato spazio all’imprevedibilità, a un modo di fare musica originale e che più che ballato o cantato va ascoltato e sentito. Quest’album potrebbe essere il primo passo verso una loro evoluzione definitiva. C’è comunque tanto rap, peraltro di ottima qualità, e mi ha fatto sinceramente pentire di essermi allontanato da loro dopo San Remo. Un giornalista azzarda anche una domanda su eventuali messaggi politici all’interno del disco, dopotutto c’è un pezzo che si chiama “Resistenza”. Gli artisti spiegano però che si tratta di “una resistenza in senso quasi ascetico, in cui più che alla politica ci si riferisce al non cedere alle tentazioni o alle distrazioni.” C’è a questo punto da immaginare un processo creativo in cui i due artisti abbiano deciso di ritirarsi e di concedersi ben poche distrazioni, e questo forse ha contribuito alla creazione di un disco più concettuale che ballabile.
“Un Meraviglioso Modo di Salvarsi” non è un disco perfetto, ma ora che ho 27 anni suonati sono contento che Fausto e Francesca siano cresciuti come sono cresciuto io, abbiano passato dei periodi bui come li abbiamo passati tutti ultimamente. I Coma_Cose sono riusciti a partorire qualcosa di meravigliosamente fragile, che va oltre il minuscolo confine della cerchia dei navigli e che dimostra una voglia di crescere e reinventarsi in modo profondo. Hanno messo in dubbio le loro certezze per buttarsi in un’introspezione che potrebbe essere, per loro e per chi li ascolta, un meraviglioso modo di salvarsi.
“UN MERAVIGLIOSO MODO DI INCONTRARSI” TOUR
17 MARZO ・ PADOVA @ HALL
24 MARZO ・ BOLOGNA @ ESTRAGON
25 MARZO ・ FIRENZE @ VIPER THEATRE
29 MARZO ・ ROMA @ ATLANTICO
31 MARZO ・ NAPOLI @CASA DELLA MUSICA
01 APRILE ・MODUGNO (BARI) @ DEMODE’
03 APRILE ・ PARIGI @ LE PETIT BAIN
05 APRILE・LONDRA @ O2 ACADEMY ISLINGTON
15 APRILE ・VENARIA REALE (TO) @ TEA
19 APRILE ・MILANO @ FABRIQUE