– di Sara Fabrizi –
È tornato il Vasco nazionale. Non è semplicemente tornato con un nuovo album, è proprio tornato in sé. Se da “Stupido Hotel” ci siamo domandati dove fosse finito ora finalmente lo ritroviamo. L’anima rock, il piglio irriverente, il romanticismo struggente ed arrabbiato, che negli ultimi 20 anni latitavano, mistificati da scelte troppo in linea con i tempi tanto da snaturarlo, ci vengono restituiti dai 10 brani di questo “Siamo Qui” che arriva in un giorno di novembre per farci stare meglio. Ci ridà indietro quel mood di classic rock fatto di chitarre infuocate e vere, e di testi pieni di disincanto che parlano dei nostri giorni con lo sguardo di un sopravvissuto a decenni di cambiamenti socio-musicali che ha subito e cavalcato al contempo.
Il Vasco che reduce dalle disillusioni dei 70s inaugura il rock senza né santi né eroi degli 80s che raggiunge il culmine nei 90s, per poi addormentarsi un po’ nel nuovo millennio. Ora ritrova la sua essenza, forse per chiudere un cerchio, per dare un coronamento a quei più di 40 anni di carriera che, lo si odi o lo si ami, ci riguardano tutti. “Siamo Qui” spazia bene tra brani rock aggressivi e infuocati e brani più lenti e riflessivi, con un occhio immancabile all’amore, alle problematiche relazionali, alle dinamiche sociali e politiche. Trovi la balladona struggente, “Siamo Qui”, e il pezzaccio come “XI Comandamento”. Trovi “Un Respiro In Più” che è la “Vivere Una Favola” del 2021. Trovi “Tu Ce L’Hai Con Me” che sa di “Giocala”. Trovi “L’Amore L’Amore” che è un inno a vivercelo un po’ come vogliamo questo istinto primordiale. Trovi “Una Canzone D’Amore Buttata” Via che si pone su quel continuum creato da “Alba Chiara”, “Canzone”, “Una Canzone Per Te”. Ci sono degli echi di moog in questo brano che fanno venire tuffi al cuore riportandoci a quei primordi del primo incantevole album.
Vasco, insomma, tira i remi in barca, “bringing it all back home” davvero. Sintetizza i suoi momenti musicali più importanti e dà loro nuova vita. “Siamo Qui” non è “Bollicine”, non è “Liberi Liberi”, non è “Ma Cosa Vuoi Che Sia Una Canzone”, non facciamoci illusioni. Ma ne è un erede che non deve vergognarsi di nulla.