Si è tenuta domenica scorsa l’iniziativa, promossa dal MEI e curata da Tiziana Barillà, Stati Generali della Nuova Musica in Italia.
Undici tavoli di discussione tematici si sono riuniti alla Pelanda Factory di Roma per approfondire i temi più caldi per l’attuale scena musicale italiana.
Di seguito riportiamo i documenti estratti da tutti i tavoli e consegnati alla Senatrice Elena Ferrara, coordinatrice dell’intergruppo parlamentare per la musica.
Report degli 11 tavoli
Tavolo 1 – Il futuro della produzione indipendente, tra web, dischi, crowdfunding.
Giampiero Bigazzi introduce con la sua esperienza evidenziando come l’epoca odierna non riconosce più la centralità del disco, soprattutto del supporto fisico, ma come esso sia uno dei tanti tasselli, comunque fra i più importanti, che devono comporre il progetto di un artista o di un gruppo. Infatti produrre un disco (sia fisico che nel web) resta spesso l’inizio di un progetto musicale, pur avendo oggi, la sua vendita, volumi molto diversi dal passato,
Stefano Saletti porta la sua esperienza sulla sostenibilità economica dei progetti musicali, dove il fenomeno del cosiddetto crowfounding può essere un ottimo percorso, ma su questo si sono affrontati i limiti organizzativi della comunicazione, l’aspetto dell’iper esposizione dell’artista al sollecitare il contributo economico e che per artisti emergenti non è un percorso sempre praticabile. Su questa linea interviene anche Riccardo Tesi.
Dopo un giro di presentazioni, dove i presenti hanno portato la loro esperienza e motivata la loro partecipazione, si è aperto un dibattito inaspettato, vivo e costante per ben 3 ore.
Inaspettato perché gli elementi iniziali erano presentare e proporre la propria realtà di impresa (formale o informale che sia) e un diffuso scoraggiamento per le condizioni al contorno che tutti vivono (oltre uditori curiosi). Si è cercato pertanto di capire quali siano stati i punti di debolezza della produzione discografica. Ma è bastato, almeno in questa prima fase, dedicarsi a un dialogo e affrontare la questione, per innescare un meccanismo di partecipazione e proposte che hanno stupito e dato coraggio ai presenti, perfino quelli più disillusi.
Andrea Pettinelli, come presidente di una cooperativa aderente LegaCoop, ha proposto di coinvolgere LegaCoopCultura, nella persona di Roberto Calari, al fine di avere un interlocutore istituzionale, la cui presidenza proviene dall’ambito musicale. L’analisi parte dal fatto che le organizzazioni indie, nella maggior parte dei casi sono Associazioni. Pertanto si potrebbe proporre di stimolare tali organizzazioni a trasformarsi in Cooperative, aderendo alle Coop Culturali, per avere maggior peso istituzionale e gareggiare a bandi europei; per la formazione professionale gratuita agli aderenti; per dotarsi di contatti e reti da mettere a sistema per produrre iniziative.
Silvana Costa propone un documentario sulle produzioni indie a confronto con le major, sperimentando la possibilità di documentare un progetto discografico comune. A. Pettinelli si rende disponibile ad organizzare incontri con realtà potenzialmente interessate.
G. Bigazzi e Stefano Zurlo, si rendono disponibili a discutere su collaborazioni, partnership per dare un contributo fattivo e impulso ai meccanismi di impresa che negli ultimi vent’anni, anche per mancanza di ricambio generazionale, sono venuti meno sul fronte della collaborazione che poteva, forse, evitare il collasso del sistema che si è suicidandosi completamente, avendo adottato politiche strategiche ed economiche che si sono rivelata fallimentari.
Dario Cantelmo pertanto sostiene che le operazioni da fare devono coprire tutti gli aspetti esistenti dell’attuale distribuzione musicale. Quindi utilizzare i nuovi strumenti digitali dello streaming, degli aggregatori di distributori digitali, recuperando attraverso essi anche la vendita del CD e del vinile (che trova una nuova collocazione sul mercato, benché minore rispetto al passato, ma comunque in crescita) per non perdere il contatto con quegli acquirenti ancora affezionati al supporto fisico, oltre al downloading.
Dello stesso avviso di D. Cantelmo è S. Sollazzi che porta la sua esperienza di studentessa che desidera entrare a lavorare nel mondo della discografia.
Conclude pertanto GP. Bigazzi. ironicamente con una massima. sostenendo che “Il disco è vivo e lotta insieme a noi!”.
Conclusioni:
In ogni caso l’operazione del MEI 2.0 e di G. Sangiorgi ha ottenuto gli effetti sperati: mettere in contatto le realtà più impegnate e motivate (al di là delle loro storie più o meno durature) costruendo le condizioni per fare rete e sistema tra le varie organizzazioni, che intendono non solo promuoversi, ma mettere a produzione il cosiddetto know-how acquisito durante la loro esperienza.
Mosse future:
-
già dal lunedì successivo G. Bigazzi e A. Pettinelli si sentiranno per partecipare il 25 Febbraio a Firenze all’incontro sulle Coop Culturali; A. Pettinelli inoltre, insieme ai delegati di ZdB, martedì 10-02 parteciperà all’incontro nazionale di LegaCoop Cultura a Napoli e successivamente farà un report a tutti i presenti interessati;
-
è stato redatto un gruppo mailing di tutti i presenti al “Tavolo di Lavoro” affinchè l’incontro possa avere continuità con gli aggiornamenti sui punti trattati.
-
Tra le richieste del settore: bollini Siae piu’ veloci possibili, sgravi ai bollini del 50% sui giovani esordienti, spazio alle indies in radio e tv che propongono artisti esordienti, iva come i libri sui cd e vinili
-
Attivare una piattaforma on line di indies made in italy da riferimento per il settore
Coordinatore: Giampiero Bigazzi di Materiali Sonori con la collaborazione di Andrea Pettinelli de Lo Zoo di Berlino
Presenti: Stefano Saletti (musicista) – Umberto Smerilli (musicista per colonne sonore) – Riccardo Pròtani (musicista di UFORAMA) – Fabiola Lavecchia (studentessa) – Stevie Sollazzi (studentessa Management Eventi Spettacolo) – Silvana Costa (video maker documentarista indie) – Dario Cantelmo (Manager di Italy Digital Music) – Stefano Zurlo (Managing Director di Good Fellas) -Andrea Pettinelli (musicista de Lo ZOO di Berlino e produttore per il Consorzio ZdB).
Tavolo n. 2 – Il futuro dei festival per emergenti
Tavolo sui festival di musica emergente originale rivendica un ruolo culturale nazionale per l’innovazione nel campo musicale, per i rilevanti numeri in termini di pubblico, di artisti di operatori e aziende coinvolti. Chiede quindi al Governo:
– l’accesso a pieno titolo al fondo unico per lo spettacolo (FUS)
– l’estensione degli sgravi fiscali art bonus al sostegno ai festival di musica indipendente ed emergente made in italy
– adeguati spazi mediatici sulle reti radiotelevisive pubbliche quattro una sollecitazione agli enti locali ad aprire tavolo di confronto per valorizzare i festival
– una sollecitazione agli enti locali ad aprire tavoli regionali per il sostegno la facilitazione burocratica all’organizzazione dei festival
– sgravi SIAE previsti per incentivare i piccoli concerti al di sotto delle 200 persone sia al chiuso che all’aperto allargando anche ai festival e ai primi 200 di grandi concerti dove suonano artisti emergenti esordienti italiani, con uno sgravio ancora maggiore per concerti di beneficenza, concerti nelle scuole e di tipo educativo e sociale
– un’azione legislativa volta a promuovere l’assegnazione di spazi e manufatti pubblici agli organizzatori di festival musicale di musica emergente
– attivare la Scia in tutta Italia
– supporto con sgravi a costituire una piattaforma on line di tutti i festival/contest per nuovi talenti dì Italia.
Coordinatori:
Michele Lionello
Roberto grossi
Partecipanti:
Isaia Busatta (Rockville / Musicville), Giorgio Giardina (Lanterne Rock festival), Gabriele Finotti (Orzorock festival), Tonia Chiaromonte (Beeyourconcert), Daniele C. (Reset Festival), Antonio Cece (Helikonia), Mauro Mastracci (Consorzio ZdB), Cesare Cotesta (Roccaling), Nicola Iuppariello (Discodays), Peppe Guarino (Rockalvi Festival), Enrico Deregibus (premio Bindi e altri).
Tavolo 3 – La musica live e le città (Arci e Arci Real)
I lavori del tavolo partono dalla considerazione che, a fronte di una continua erosione degli introiti da vendita di musica registrata, gli eventi di musica dal vivo e il loro indotto sono diventati fondamentali per il sostegno di tutto il comparto. Nello stesso tempo, gli spazi per la musica, diffusi su tutto il territorio nazionale rendono le città meno buie, promuovono socialità e cultura, danno lavoro a migliaia di giovani e non.
Per questo c’è un urgenza nel attivare provvedimenti ed azioni che possano sostenere il live.
Sentiamo la necessità di coinvolgere nei prossimi mesi il mondo degli artisti per dare forza alle nostre richieste.
Semplificazione amministrativa
-
SCIA/comuni: la norma sulla SCIA per eventi al di sotto dei 200 spettatori, di per sé innovativa, ha dimenticato di inserire nel testo la necessità di coinvolgere la Commissione Provinciale. Solo modificando la normativa potremo davvero utilizzare questo strumento nel migliore dei modi.
-
Con il supporto dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) dobbiamo promuovere sportelli unici attività produttive anche la per musica dal vivo. Si può partire già da esperienze molto positive.
Spazi per la musica
-
Per cercare di dare gambe al provvedimento Bray sulla possibilità di riutilizzo di spazi demaniali inutilizzati per attività creative, dobbiamo fare lavoro di sensibilizzazione sulle Regioni per utilizzare i fondi strutturali dei P.O.R. (regioni del Sud) per progetti di sviluppo territoriale attraverso attività creative come la musica. Potrebbe essere utile una cabina di regia che dialoga con il Dipartimento dello Sviluppo Economico;
-
Il governo potrebbe lanciare un bando nazionale per ATI che vogliano ristrutturare spazi inutilizzati con progetti di sviluppo di start up creative che coinvolgano anche attività musicali, finanziate dal credito sportivo oppure da fondi provenienti dal Gioco del Lotto.
-
Dare seguito alla proposta di Introdurre la norma del TAX CREDIT previsto per le produzioni cinematografiche anche per le produzioni di musica dal vivo prodotte nel nostro Paese (se un soggetto che produce eventi di musica dal vivo ha degli utili e vuol reinvestirli in un’altra produzione, può dedurli dal reddito tassato). Una sperimentazione in tal senso è contenuta nel DL 91 del 8 agosto 2013 “Valore Cultura”. Si attendono con urgenza i decreti attuativi;
Tavolo Presidenza del Consiglio o MIBACT per tutte le questioni musica live
E’ necessario promuovere un tavolo tecnico presso il MIBACT o presso la Presidenza del Consiglio dove possano essere coinvolti tutti i soggetti che intervengono nella filiera della musica dal vivo, per mettere a punto politiche e proposte coordinate. In particolare:
-
impatto acustico: definire norme che non penalizzano gli organizzatori e gli artisti. Individuare spazi nelle città sui quali effettuare una sola volta la valutazione di impatto acustico che può essere poi utilizzata per eventi successivi;
-
estensione benefici PMI a imprese/organizzazioni culturali: è urgente chiedere l’estensione delle agevolazioni delle Piccole e Medie Imprese anche per il settore musicale e della cultura in generale. Com’è noto, ad oggi le “imprese culturali”, non godono di tali benefici.
tra questi, la possibilità di scaricare dal reddito imponibile le spese di produzione (dall’affitto di furgoni, alla benzina per gli spostamenti, etc.). -
si chiede l’estensione dell’aliquota IVA del 10% già prevista per la remunerazione delle prestazioni artistiche di musica dal vivo, anche per tutte le attività accessorie e strumentali per la realizzazione dell’evento. Si tratta di applicare l’aliquota IVA prevista dal DPR n.633 del 26 ottobre 1972 al comma 123 della Tabella A, parte III che riguarda “spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi opere liriche, balletto, prosa, operetta, commedia musicale, rivista; concerti vocali e strumentali; attività circensi e dello spettacolo viaggiante, spettacoli di burattini e marionette ovunque tenuti” anche al comparto della Musica dal Vivo;. O ancora meglio come previsto nel disegno di legge 1116/2013 la riduzione dell’aliquota IVA al 4 per cento e armonizzazione del regime dell’IVA agevolata ai servizi e alle attività strettamente connessi e strumentali;” (Art. 7 comma h)
Questione SIAE
E’ necessaria la costruzione di un fronte comune con autori, cittadini, operatori e parlamentari per modifiche urgenti dei meccanismi di funzionamento di Siae, a sostegno della musica.
In particolare:
> Problema del vuoto per pieno: Siae chiede pagamento del diritto d’autore utilizzando il parametro della capienza e non del numero reale di spettatori (vedi eventi gratuiti).
> si chiede di rivedere i parametri di calcolo dei diritti Siae. Si chiede di eliminare dalla base imponibile per il calcolo dei corrispettivi Siae per gli eventi di musica dal vivo, i contributi e sovvenzioni erogati con carattere di liberalità dallo Stato, da enti pubblici o da enti locali.
> si chiede il pagamento di un forfait molto basso dei diritti Siae per eventi gratuiti con meno di 200 spettatori entro le ore 24.00. Per dare maggiore impulso alla diffusione di eventi di musica dal vivo, è necessario esentare i piccoli eventi musicali dal pagamento dei compensi Siae, soprattutto quelli organizzati da associazioni di volontariato e di promozione sociale.
> si chiede che i proventi dell’equo compenso per la “copia privata” calcolato su tutti i dispositivi dotati di memorie di dati siano utilizzati almeno per il 50% per la costituzione di un fondo per il sostegno a progetti di giovani autori e di Festival e rassegne che promuovono giovani talenti.
> si chiede di modificare il regolamento Siae per dare la possibilità agli autori di svincolare le opere dal mandato generale per dare la possibilità alle stesse di essere condivise in contesti specifici. Per questo si chiede anche di integrare le forme tradizionali di tutela al diritto d’autore sostenendo l’elaborazione e l’implementazione delle nuove licenze come quelle dette “Creative Commons” in modo da consentire una maggiore diffusione delle opere, fondamentale per la promozione delle opere prime, e la possibilità di contaminazione delle stesse, dando vita a nuovi progetti creativi;
FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo)
-
sono state fatte importanti innovazioni nei nuovi regolamenti ministeriali che normano il FUS. E’ necessario rafforzare la possibilità di proporre progetti di reti regionali per la musica popolare contemporanea individuando parametri ad hoc che non possono essere quelli utilizzati per le orchestre di musica classica.
Coordinatori
Carlo Testini
Lorenzo Siviero
Partecipanti
Adriano Bonforti (Patamu), Pietro Camonchia (Metatron), Daniela Esposito (l’Asino che Vola), Gianni Pini (I-Jazz), Vincenzo Santoro (Anci), Giulio Stumpo (SMartit), Lecizio Parlaureco (Exotique), Valerio Massaroni (Musing Entertainement), Claudio Toldonato, Jonathan Giustini, Marco Bisconti.
TAVOLO 4 – CAMBIAMO MUSICA
Numerosi i punti toccati, anche perché per formazione musicale si intendono vari aspetti. Uno è relativo all’educazione musicale in senso lato, attraverso un’alfabetizzazione generale – compresa la guida all’ascolto – e la partecipazione collettiva a esperienze musicali. L’altro riguarda l’educazione allo strumento tout court e quindi la pratica musicale in senso professionale. Come far procedere questi due binari, garantendo il principio dell’uguaglianza dell’istruzione?
Tenendo conto che l’educazione musicale nelle scuole in modo organico non esiste, e che il ddl Abbado presentato dalla senatrice Elena Ferrara è tuttora fermo al Senato, c’è grande attesa quindi per la riforma della Buona scuola nel cui documento sono contenute indicazioni sull’insegnamento della musica alla scuola primaria e alla secondaria di primo grado. Alla fine di febbraio dovrebbe arrivare il decreto legge o legge delega, una sorta di testo unico sulla scuola. Secondo le prime anticipazioni, almeno 5mila precari dovrebbero essere assunti per l’educazione musicale. In questo quadro, dalla discussione agli Stati generali della nuova musica sono uscite queste richieste-proposte.
1) L’educazione musicale deve assolutamente essere estesa anche alla scuola secondaria di secondo grado. Non è possibile che questa fetta di studenti possa essere esclusa, ma di questo purtroppo nella Buona scuola non c’è traccia. A tal riguardo interessante la soluzione adottata al liceo classico Tasso di Roma, di cui ha parlato la professoressa Paciello. L’educazione musicale nel senso di guida all’ascolto viene effettuata con grande partecipazione nell’ora di materia alternativa alla religione cattolica. Una proposta è quella di sfruttare l’organico funzionale che secondo la Buona scuola dovrebbe essere garantito in ogni scuola, ma sarebbe comunque una soluzione parziale rispetto all’insegnamento organico dell’espressione artistica e musicale nelle scuole superiori necessario.
2) Quale formazione per i docenti di musica? Tutti hanno concordato sulla necessità di una maggiore riflessione. E’ chiaro che con i bambini piccoli occorre un approccio particolare, diverso da quello adottato alle superiori. Fondamentale anche l’aspetto multidisciplinare per l’aspetto della cultura musicale. Ma dove sono le risorse per la formazione?
3) Sul reclutamento dei docenti occorrono regole chiare. Così come sulla valutazione. Ma al tempo stesso l’esercito dei precari non può essere abbandonato.
4) Il mondo del terzo settore (le associazioni, le scuole di musica, i centri studio, le bande ecc.) che finora ha fato da supplente, sia nella formazione dei docenti che nell’educazione musicale, deve trovare una sua collocazione attraverso un accreditamento da parte delle istituzioni. Compreso l’aspetto relativo ai contratti, finora inesistenti.
5) I Conservatori che si trovano in una situazione di crisi, con un esercito di docenti precari da decenni e con la sola formazione superiore secondo la riforma di Berlinguer, chiedonoun maggior coordinamento tra Afam e quanto contenuto nella Buona scuola. Occorre una riorganizzazione dell’intero percorso dell’alta formazione.
6) Si propone la detassazione per le famiglie che iscrivono i propri figli a scuole di musica.
7) Occorre una maggiore semplificazione per quanto riguarda il terzo settore.
8) Gli Istituti musicali pareggiati a rischio chiusura perché legati alle province, potrebbero diventare sedi distaccate dei conservatori, in modo da non perdere dei presidi culturali nei territori.
9) Occorre favorire la musica d’insieme in tutte le scuole e nel terzo settore.
10) Il punto fondamentale è che occorre mettere a sistema tutto il panorama esistente. Ovvero terzo settore, scuole medie a indirizzo musicale, licei musicali e Conservatori.Occorre una maggiore sinergia per permettere la formazione musicale, in entrambi i canali, sia quella professionale che quella culturale e didattica nelle scuole.
Coordinatore:
Donatella Coccoli (giornalista Left)
Partecipanti
Sen. Elena Ferrara (ddl Abbado), Annamaria Spadolini (Miur), Checco Galtieri (Forum nazionale per l’educazione musicale), Giuliana Pella (Scuola di musica popolare Testaccio), Giuseppe Speranza (Conservatorio Bari), Maria Cristina Paciello (Liceo classico Tasso, Roma), Giuliana De Donno (arpista, docente di scuola di musica), Maria Grazia Bellia (Conservatorio Catania), Pier Paolo Iacopini (Conservatorio Bari), Tony Carnevale (Scuola di musica popolare Testaccio), Stefania Graziani (pianista).
Tavolo 5 – Dall’indipendenza all’autorganizzazione
Tavolo di incontro tra le reti e i collettivi di musicisti (e non solo) autorganizzati e nati ultimamente (e spontaneamente) in tutta Italia. La parola chiave nella discussione di questo tavolo è stata, indubbiamente: TERRITORIO.
Chi si autorganizza, nella propria indipendenza, lo fa nei propri contesti territoriali. Dove, elemento indispensabile risulta essere il ruolo degli Enti locali: contributi e patrocini, gestione di piccoli o grandi finanziamenti e, soprattutto, concessione di “spazi”, di luoghi in cui i musicisti e non solo possano esprimersi, confrontarsi, elaborare e sperimentare la propria creatività.
La domanda, apparentemente, banale ma necessaria è: perché gli enti locali non sostengono la creatività? O, almeno, la maggior parte delle amministrazioni locali non lo fa. Non è una notizia che gli eventi culturali delle nostre città siano sempre più caratterizzati da grandi eventi (per grandi spese e pochi, pochissimi, nomi) o da iniziative di ripiego, come nel caso reggino in cui l’unica iniziativa culturale della scorsa estate è stata un festival di cover band.
Interventi locali, quindi, riassumibili intanto qui per brevità nel concetto di TRASPARENZA:corretta informazione di opportunità e bandi, dai microcontributi dei piccoli Comuni ai più grossi progetti europei, quante sono le opportunità che ogni giorno vengono sprecate?; corretta visibilità delle alternative possibili, si pensi – per esempio – al fatto che non esiste un registro degli artisti indipendenti al quale gli operatori del settore possano fare riferimento. Ma è evidente che gli interventi devono essere anche nazionali: come, uno su tutti, gli sgravi per i piccoli live, in modo da incoraggiare chi, anche privatamente, opera nel settore.
Le conseguenze sono visibili in qualunque città, piccola o grande: i musicisti non hanno più un palco. Le nuove generazioni di musicisti non hanno più nemmeno un senso dell’ORIENTAMENTO rispetto a quelli che sono i loro diritti. Un elemento di forte critica, quindi, è stato il motore di questa discussione. Che si è però estesa in termini propositivi. I presenti hanno ritenuto utile la creazione di un manifesto, nazionale e non solo, che faccia da volano a una reale SOLIDARIETÀ tra le realtà autorganizzate del Paese.
Di seguito, le quattro parole chiave individuate:
– Territorio: il ruolo degli enti locali, la concessione di spazi, la trasparenza dei bandi e gestione di contributi e finanziamenti;
– Trasparenza informazione e visibilità rispetto gli artisti indipendenti
– Orientamento: consapevolezza necessaria ancora prima di autorganizzarsi. Autoformazione.
– Solidarietà tra i soggetti delle realtà autorganizzate
Coordinatrici
Tiziana Barillà
Cristina Brizzi
Partecipanti
No-De, Fusoradio, (L)imitazione, Creakusma, Selva elettrica, Radio Lab, Bee your Concert, I Camillas
Tavolo 6 – I lavoratori della musica (Cgil)
L’Italia non riconosce lo statuto sociale europeo dell’artista:
- Adozione di politiche e misure: contratti, welfare, malattia, tassazione
- Natura atipica del lavoro musicale
- Gli artisti sono in attività in maniera permanente: riconoscimento delle “ore di prova” a fini retributivi e previdenziali
La normativa italiana è stata in evoluzione negli ultimi anni, ma questa è scaturita dall’emergenza dall’azione. In alcuni casi di percorsi di particolare attenzione e di cura dei settori in cui lavoro musicale riconosciuto: CCNL cooperative musicali, decreto palchi, assorbimento Inps – Enpals.
Questione previdenza
Decreto legge 708/1947
Inps – enpals
A tempo determinato: requisito 2400 o 5200 contributi giornalieri in almeno vent’anni (un anno – 120 giornate)
La pluralità di versamenti (partite Iva, prestazione d’opera, tempi determinati) devono essere totalizzati.
La totalizzazione è abbattimento lavoro nero.
Fasce contributive Comma 188/Finanziaria 2006
Enpals gestione ed erogazione Contributi pensionistici
Ente organizzatore deve richiedere il “certificato di agibilità” (ingaggio degli artisti indipendentemente)
Comma 188 legge 296/2006
esenta per prestazioni sotto i 5000€
Circolare Inps numero 6/2007 specifica la natura delle esibizioni di tradizioni “popolari e folkloristiche”
Ma in realtà applicata in forma estensiva
Abbassamento delle aliquote all’Enpals soprattutto per favorire l’accesso ai lavoratori concertisti
Esenzione da contributi e imposte – trasferte e rimborsi spesa forfettari – per direttori artistici e collaboratori tecnici di cori, bande con finalità dilettantistiche e quelli erogati nell’esercizio di attività sportive dilettantistiche.
Abrogare comma 1 articolo 67 D. P. R. 22/12/1986 numero 917 per ristabilire la dignità professionale
Voucher
La Fornero estende i voucher per i lavoratori dello spettacolo. Con l’uso dei voucher i lavoratori retribuiti non hanno copertura € 6740 ENPALS riconosce anno di pensione con un voucher € 10 il datore riconosce un’intera giornata lavorativa.
Maternità per le lavoratrici intermittenti
Lavoratrici madri intermittenti percepiscono l’indennità di maternità obbligatoria come le lavoratrici parasubordinate con il conteggio calcolato sull’ultimo anno lavorato anziché sulla media dell’ultimo mese.
Paradosso:
lavoratrice a termine € 50 giorno
lavoratrice intermittente 2-3 euro al giorno
dispositivo di legge che introduca lo stesso trattamento
MALATTIA
Legge 33/1980 i lavoratori dello spettacolo hanno diritto la malattia dopo 100 giornate di lavoro. Gli altri settori anche dopo un giorno. Obiettivo: godere del diritto di malattia universalmente senza contare requisito contributivo minimo da maturarsi nell’anno precedente.
ASPI/MINI ASPI l. 92/2012 e dlg 276/2003
Riconoscimento anche gli artisti viene concessa in caso di cessazione del rapporto
L’intermittente non occupato in attesa di riprendere i lavori per essere riconosciuto dei centri per l’impiego in quanto disoccupato il fruitore dell’ASPI/MINI ASPI senza cessare il rapporto.
Fare voucher solo committenti privati massimo € 2000
Insegnanti di musica devono poter versare contributi enpals, la possibilità di stipulare più rapporti di lavoro subordinato.
L’inps che ha assorbito l’Enpals deve riconoscere il numero di 600 contributi giornalieri versati per fruire di pensione di inabilità e invalidità.
Come per palestre piscine devono poter essere detraibili costi per scuole di musica e arte fino a € 210 per iscrizioni abbonamenti far emergere il sommerso
Iva al 22% abbattere 4% ogni attività di carattere cognitivo e la produzione di strumenti e CD musicali. Recuperare il sommerso per eliminare il sistema monofase che identifica il contribuente nel consumatore finale e nell’editore.
Palchi decreto 81/2008 riconoscimento delle attività artistiche di carattere mobile temporaneo obbligatorietà del direttore dei lavori – collaudatore – coordinatore sicurezza.
Albo montatori con minimi contrattuali corsi di formazione.
Il ministero degli interni e inserirlo nel ministero della cultura per le autorizzazioni registri comunali per gli artisti di strada regolarizzando tale attività.
Coordinatore
Tito Russo (CGIL)
Partecipanti
Enrico Massaro, Umberto Carretti, Chiara Chiappa, Indiana Raffaelli, Shiozaki Miwa e Bottiglioni Carlo, Walter Lutzo, Lorenzo Maria Bagnulo
Tavolo 7 – “Il futuro della gestione collettiva del diritto d’autore in Italia”
Andrea Marco Ricci (Note Legali): Ringrazio l’organizzazione per l’opportunità e tutti i presenti per l’adesione.Nota di trasparenza: non sono pagato da SIAE né da altre collectingconcorrenti, esprimo il mio libero pensiero di giurista. Il tavolo è stato pensato per fare emergere il pensiero della categoria attraverso i propri rappresentanti: sapevo che c’era questa necessità e ho voluto darle voce. Vi saranno altri tavoli per confrontarsi con chi ha interessi esterni alla categoria. Desidero aprire con un intervento che possa darci dei temi su cui riflettere (segue l’intervento con le slide), ancorché in alcune parti, volutamente provocatorio.
Silvano Guariso (UNCLA): La mia esperienza europea mi conferma che, ad eccezione dell’Austria, dove c’è il monopolio legale, ogni nazione ha un monopolio di fatto. La SIAE ha una ulteriore particolarità: una sezione multimediale. Unica strada percorribile per tutelare tutti è il monopolio, l’Uncla prosegue nel sostenere questa strada.
Deborah De Angelis (A-DJ): L’associazione che presiedo è composta da DJ che sono sia utilizzatori (licenza DJ) che compositori iscritti alla SIAE. La mia posizione a questo tavolo è quindi bilanciata. La SIAE è una società di gestione con alta capillarità e questo è un pregio. Se ne contesta la gestione. La base associativa non ha abbastanza voce. L’alternativa per un autore è andare a iscriversi ad una società estere. Vero quello che dice Guariso, ma l’ufficio multimediale della SIAE è depotenziato. A-DJ propone di approfondire il primo modello: migliorare la SIAE.
Alessandro Angrisano (ACEP): La SIAE è una realtà complessa, non elefantiaca. Favorevoli ad un miglioramento della SIAE che la veda come protagonista. Gli imprenditori privati sono più piccoli, veloci ed efficienti, ma è preferibile avere a che fare con SGC gestite dagli aventi diritto. La categoria va consultata prima di ogni riforma.
Fabio Massimo Cantini (SNAC): La SIAE non è in discussione, ma deve essere migliorata. Molto si sta facendo, ma il cammino è lungo.
Tommaso Zanello (AIA): Andava invitata Soundreef, BNL gli ha dato credito. Categoria degli autori frastagliata, con interessi commerciali differenti. Impossibile rispettare gli interessi di tutti. Si può fare tanto per migliorare la SIAE. Entrando nel mercato Soundreef sta sicuramente costringendo la SIAE a migliorare. Permangono le forti critiche rispetto al voto pesato in SIAE. Va migliorata.
Andrea Miccichè (Nuovo IMAIE): Il problema monopolio si/no è malposto. Entrambi i sistemi, in teoria, possono funzionare e si tratta di adattare l’uno o l’altro al segmento di mercato che ci interessa. Esistono sistemi liberalizzati che funzionano e monopoli che funzionano. Peraltro, se dovessi necessariamente scegliere “a scatola chiusa” un sistema preferirei sempre la liberalizzazione, perché ha a cuore il principale diritto della persona: quello che tutela la libertà di scelta. Ciò detto, è meglio la liberalizzazione di un pessimo monopolio così come è senz’altro meglio un monopolio che funziona di una pessima liberalizzazione, come quella che è stata “inflitta” dal legislatore italiano, nel diritto connesso degli artisti. È dunque consigliabile evitare ripetere gli errori commessi nella liberalizzazione del diritto connesso. Ed è necessario mettere al centro l’interesse degli aventi diritto. L’esperienza ci dice che un sistema liberalizzato in modo “puro” non funziona, perché gli utilizzatori mettono in competizione al ribasso le collecting, che pur di chiudere gli accordi accettano condizioni meno favorevoli: proprio perché sono deboli. Peraltro, le collecting sono inevitabilmente più concentrate a “sconfiggere” la concorrente, piuttosto che fronteggiare l’utilizzatore, così da entrare in crisi, come è successo in Inghilterra e come potrebbe accadere qui in Italia. Ed allora, è opportuno che si studi una sistema concorrenziale a valle (nella scelta della ripartizione dei compensi tra gli aventi diritto ad esempio) facendo restare un unico interlocutore nella esazione dei compensi e nella determinazione degli stessi: unico interlocutore che, in questo segmento, operi nell’interesse di tutti gli aventi diritto.
Avv. Fabio Macaluso (Indipendente): Se fossi la SIAE paradossalmente spingerei per la liberalizzazione, perché la SIAE sarebbe il soggetto più forte sul mercato. Ciò però avrebbe effetti negativi, perché la SIAE correttamente si dedicherebbe ai segmenti di mercato più ricchi come la musica e abbandonerebbe la raccolta delle altre sezioni, come invece avviene oggi. Sarebbero inevitabilmente favoriti gli editori e autori più affermati, lasciando senza adeguata protezione quelli emergenti e di nicchia che assicurano il pluralismo dell’offerta culturale. Per questo ogni operazione di liberalizzazione va inserita in una riforma di sistema organica assunta in base a decisioni meditate e calibrate, anche tenendo conto della prevalente dottrina economica in materia.
Vito Tommaso (MAP): La tutela della posizione degli interessi degli autori è centrale. Puntare al miglioramento della SIAE. La SIAE vive ed è nata perché esistono gli autori. Gli Editori vivono sul diritto degli autori. Anche il Cinema è altrettanto ben presentato in SIAE. Gli autori sono la molla di tutto, vanno tenuti nella maggiore considerazione possibile.
Avv. Paolo Agoglia (SIAE): Mi compiaccio deldibattito sereno. Sono entrato in SIAE 33 anni fa, a testa alta, con concorso pubblico. Ho quindi potuto studiare (lo faccio ancora) e vedere, anche sul piano pratico, le trasformazioni del diritto d’autore che si adeguava alle tecnologie del momento, come oggi peraltro sta accadendo. Posso dunque testimoniare che il diritto d’autore è un sistema complesso e corrispondentemente complesso è il sistema della sua intermediazione economica. Ciò deriva dal fatto che per tutelare adeguatamente i lavoratori e gli imprenditori dell’opera dell’ingegno – che è un bene “immateriale” – è necessario costruire un sistema normativo molto articolato, che tuteli un intreccio di diritti in tutti i loro aspetti, senza trascurarne alcuno. In questa sede posso solo invitare la classe politica ad affrontare le attuali problematiche con particolare attenzione e consapevolezza e perciò dico «studiate, studiate, studiate».
Alessandro Angrisano (ACEP): Anche con il voto elettronico, la SIAE ha uno Statuto che limita fortemente la rappresentanza dei piccoli autori ed editori e dei giovani autori emergenti. Uno Statuto più equilibrato e una gestione più partecipata aiuterebbero a sanare il malcontento della base associativa e a perseguirne l’unità.
Francesca Bonomo (PD): Nessuno vuole legiferare senza la categoria, al di là l’adeguamento della Direttiva 26/2014 e del libro bianco sul diritto d’autore. La SIAE ha dei punti di forza, come l’intermediazione di diverse arti. Il problema è la percezione che gli italiani hanno della SIAE. Vengo dall’associazionismo cattolico e la SIAE era vista come troppo onerosa, non rimaneva nulla per la beneficienza. Per questo mi sono fatta promotrice di una esenzione del pagamento del diritto d’autore. Gli stessi funzionari della Camera mi hanno detto che la SIAE è una tassa. Molti autori non sono contenti di come la SIAE è gestita. Un motivo ci sarà? Ci sono interessi chiaramente contrapposti e complessi. L’interesse degli autori deve prevalere. Le tariffe che la SIAE propone sono spesso troppo onerose e poco uniformi. Non è democratico che gli autori non abbiano tutti lo stesso peso nell’espressione del voto. Le assemblee generali non vanno organizzate d’estate. La governance deve essere trasparente. Ci deve essere il voto elettronico. Ci vuole un cambiamento. Bisogna evitare che gli autori siano frustrati e si rifugino nella gestione individuale o non si iscrivano ad alcuna società. Sono depositaria di una proposta di Liberalizzazione dell’Intermediazione nella Raccolta di Royalty ma credo anche che essa, se mal fatta, non possa essere una soluzione agli attuali problemi di efficienza quindi bisogna valutare bene l’entità della Riforma e concertarla con le parti interessate per evitare gli stalli provocati ad esempio con la liberalizzazione dei diritti connessi. Neanche la Direttiva ci impone di superare il monopolio ma ci chiede di creare una governancetrasparente ed un sistema efficiente.
Francesco Fiumara (SNAC): Se non ci muoviamo gli autori non ci sono più. Di cosa stiamo parlando?
Avv. Paolo Agoglia (SIAE): Il voto elettronico è già previsto nello Statuto della SIAE. Parlare di esenzione è inappropriato: il diritto d’autore non è una tassa, non si può pensare che per beneficienza una categoria sia costretta a rinunciare alla propria retribuzione. La SIAE violerebbe il rapporto con i titolari dei diritti se non effettuasse gli incassi dovuti e non corrispondesse le somme loro spettanti. Del resto, le tariffe che la SIAE pratica sono concordate con tutte le associazioni di categoria degli utilizzatori. Per l’associazionismo sociale esiste una norma che già prevede la corresponsione di diritti d’autore in misura ridotta, esiste comunque da tempo, al di là di tale norma, un’interlocuzione privilegiata tra SIAE e le associazioni appartenenti a questa categoria.
Andrea Marco Ricci (Note Legali): Ringrazio tutti per il sereno confronto. Mi riprometto di inviare a tutti il verbale e le slide da me realizzate. Il lavoro prosegue con altri incontri di approfondimento e un forum, nel quale, a fine febbraio, dovrebbero essere formalmente definite le posizioni di ciascun tavolo, allargato ad altri soggetti. Spero che questa occasione sia stata di stimolo e di aiuto alla categoria per avviare un ragionamento. Segnalo con piacere all’on. Bonomo che, a parte l’Associazione, assente giustificata, oggi al tavolo c’erano rappresentanti di quasi tutte le principali Associazioni e dei sindacati degli autori e dei compositori: questa è la categoria, tramite i suoi rappresentanti! Invito a non individuare come “categoria” la presenza di qualche singolo autore con opinioni personali.
Coordinatore:
Avv. Andrea Marco Ricci, Ph.d. – Presidente di Note Legali
Hanno partecipato al tavolo:
avv. Deborah De Angelis – Presidente A-DJ
Alessandro Angrisano – Presidente di ACEP
Tommaso Zanello – Presidente AIA
Vito Tommaso – Segretario Generale MAP
Fabio Massimo Cantini – Presidente S.N.A.C. (Sindacato Nazionale Autori e Compositori)
Francesco Fiumara – Segretario S.N.A.C. (Sindacato Nazionale Autori e Compositori)
Silvano Guariso – Responsabile rapporti istituzionali UNCLA
avv. Paolo Agoglia – Capo dell’Ufficio Legislativo SIAE
avv. prof. Fabio Macaluso
Avv. Andrea Miccichè – Presidente Nuovo IMAIE
On. Francesca Bonomo – Deputata (PD)
Tavolo 8 – L’editoria indipendente, editoria e giornalismo nel rapporto con la musica
- Volontà di creare un collettivo/consorzio editoriale di aggregazione che accolga le migliori realtà editoriali indipendenti, per un approccio comune sia dal punto di vista dei contenuti che dei mezzi, allo scopo di fornire un’informazione musicale di qualità, di sostenere la scena musicale e di programmare iniziative anche a tema didattico per la crescita delle nuove generazioni.
- richiesta di agevolazione per l’accesso a fondi pubblici europei nonché sgravi fiscali per nuove star up informative on line innovative
- localizzazione in spazi comuni dedicati per facilitare la collaborazione e le conseguenti iniziative, che possa essere un polo di riferimento.
Coordinatori
Francesco Galassi (Exitwell)
Riccardo De Stefano (ExitWell)
Partecipanti
Giovanni Romano (Just Kids/ExitWell)
Federico Guglielmi
Emiliano Colasanti (giornalista)
Antonio Asquino (giornalista)
Danilo D’Auria (100decibel)
Bruna Matturro (Just Kids)
Stefano Campa (Qube Music / Zaangoo)
Andrea Fatale (Ukizero/Zaangoo)
Marta Magister (grafico freelance)
Stefano Cuzzocrea (giornalista/tobepop.net)
Alessandro Sgritta (giornalista)
Tavola Rotonda n° 9 – VIDEOCLIP
FILM COMMISSION
- Riconoscimento del formato videoclip / videomusicale in tutti i bandi proposti dalle Film Commissione regionali.
Promozione territorio: il video ha più visibilità e ha una potenza comunicativa superiore rispetto al film/documentario. - Creazione di un database di location gratuite messe a disposizione delle Film Commission al quale possono accedere le Case di Produzione di videoclip che lo richiedono.
- Aprire il data base ai privati (per stimolare e facilitare introiti economici).
- FUS: accesso ai fondi per la realizzazione di un videoclip dedicato alle case discografiche per 1° e 2° album di artista -album già pubblicato e distribuito. 18 mesi di tempo per presentare la richiesta fondi per la realizzazione videoclip.
TAX CREDIT
- TaxCredit/defiscalizzare gli aspetti della produzione video: defiscalizzare IVA e tasse. Chi investe nel prodotto deve avere agevolazioni fiscali. Sia per le industrie nella filiera audio/cinema, sia per le industrie esterne /privato (extra-settore).
- Proposta di un’IVA al 4% su tutto il prodotto.
VEICOLAZIONE VIDEOCLIP
- Patrocinio economico (istituzionale) alle rassegne con la presenza di sezioni videoclip.
- Accesso facilitato alle sale cinematografiche per la proiezione di videoclip musicali (costo sala, proiezionista, security, etc).
- Scontistica SIAE sullo sbilgliettamento in sala nel caso della proiezione videoclip, rassegne, documentari musicali.
- Favorire l’aggregazione culturale e professionale stimolando istituzionalmente le rassegne o Festival Cinematografici alla creazione di sezioni videoclip.
Coordinatore:
- Fabrizio Galassi: coordinatore
Partecipanti:
- Jacopo Rondinelli: regista
- Francesca Piggianelli: organizzatrice festival
- Lorenzo Vignolo: regista, formatore
- Daniele Negri: discografico – TantaRobaLabel
- Federica Ceppa: video manager per MTV Italia, organizzatrice
- Nicoletta Cataldo: produzione – Zen Movie
Richiesta di incontro ulteriori:
- Responsabile Film Commission
- Casa di produzione videoclip
- Avvocato e commercialista legato al mondo del videoclip
Tavolo 10 – L’Europa e la Musica
-
Aumentare l’ informazione sui fondi europei disponibili, diretti e indiretti
-
Adeguare le competenze degli uffici di rappresentanza della UE in Italia;
servono strutture in grado di sostenere maggiore capacità manageriale, economica e qualità di progettazione da parte degli operatori
-
Mettere in campo con i fondi UE azioni a sostegno della Cultura insistendo su progetti che abbiano ricadute più ampie di tipo economico e sociale, oltre la semplice operazione di salvaguardia e conservazione del patrimonio
-
Favorire e stimolare la capacità di collaborare e di fare rete e networking – anche a livello locale
-
Considerare la Cultura come strumento per l’interdisciplinarietà e favorire un partneriato trasversale e misto tra vari settori , consentendo partecipazione di operatori già nella fase di messa a punto dei bandi di gara.
Coordinatore
CAE – Culture Action Europe membri Italiani
Pino Boccanfuso ( Festa Europea della Musica )
Partecipanti
Patrizia Braga ( MeltinPro )
Cristina Da Milano ( Eccom )
Carlotta Garlanda ( Project manager culturale )
Roberto Acquafredda (Musingshow)
Diego Pettinelli (Consorzio ZdB)
Roberta Bizzarri (Radioradio)
Davide Cardea (Megasound)
Francesco LoBrutto (Martelive)
Giuseppe Casa (Martelabel)
Gianluca Polverari ( Rai Isoradio – Radio città aperta)
Michele Negrini (Musicista)
Tavolo 11 – Scrivere La Tradizione. Lo stato dell’arte sulla ricerca nella musica tradizionale italiana
Premessa la pari dignità e la centralità della musica di tradizione in Italia rispetto agli altri ambiti musicali, nonché del grande numero di operatori coinvolti ed impegnati nella valorizzazione, rivisitazione e riproposta della musica popolare abbiamo individuato alcune proposte di intervento:
- Leggi regionali a tutela della musica e danza tradizionale
- Valorizzazione della didattica degli strumenti e repertori tradizionali con il coinvolgimento dei conservatori (strumenti popolari in conservatorio?)
- Art bonus per la musica popolare
- Incentivo nella diversificazione delle risorse
- Fondo unico per lo spettacolo aperto alla musica popolare
- Tutela per gli operatori del settore con fondi previdenziali ad hoc
- Archivi musica tradizionale: creazione di un coordinamento promosso dalla direzione generale archivi
Coordinatore
Blogfoolk
Partecipanti
Salvatore esposito
Ciro de Rosa
Prof. Domenico Ferraro
Prof. Giancarlo Palombini
Prof. Maurizio Agamennone
Vincenzo Santoro
Nando Citarella