– di Martina Rossato –
“Barrì” è il quarto album di Avincola, uscito venerdì 9 maggio. Nonostante il sound della sua chitarra sia ormai super riconoscibile, il disco rappresenta un netto distacco rispetto ai lavori precedenti, in primis perché – con mia grandissima sorpresa – quasi tutti i pezzi che lo compongono sono stati scritti alla tastiera.
«Suono la chitarra da quando ero piccolissimo, la conosco molto bene. Per questo disco ho deciso di darmi più libertà. Quando suono la tastiera, la suono a orecchio. Non mi permetterei mai di suonarla live, non ne sarei in grado, ma conoscerla meno mi permette di sentirmi libero da preconcetti e suonare più “di pancia”».
Un’altra novità di “Barrì” è che il disco è stato registrato e suonato interamente da Avincola. Questa decisione ha permesso di ricercare effetti particolari, che sarebbero impossibili da realizzare in studio:
«Ad esempio, “Tapparelle” parla di uno che non riesce a dormire – mi racconta – e gestirmi da solo mi ha dato la possibilità di registrarla di notte, con la voce stanca. Diciamo che ci sono stati anche dei risvolti negativi, il peggiore è il fatto che sono molto pigro e ho procrastinato tantissimo [ride, nda]».
Una costante per Avincola è però la ricerca di autenticità, che non manca mai nei suoi pezzi e non passa solo attraverso queste scelte.
«Mi piace cercare profondità anche dove (almeno in apparenza) non ce ne è, in particolare negli oggetti di uso comune. Questo disco è pieno di oggetti: trovo abbiano un fascino particolare, anche i più banali. Non che sia affezionato alle lattine o ai fon, nella vita reale, ma quando li guardo da un punto di vista diverso, possono diventare la parte fondamentale di una storia».
Gli oggetti presenti nel disco sono tutti (o quasi) rappresentati nella surreale copertina che lo accompagna.
«“Barrì” è un pezzo surreale, e volevo una copertina altrettanto surreale. Mi piaceva l’idea che fosse realizzata in stile collage; ho chiesto di realizzarla a Federica Berti, che è stata bravissima a rendere l’atmosfera ancora più sognante. Le ho data molta libertà, ma mi piaceva l’idea che rendesse visivamente molti degli oggetti che sono all’interno del disco».
Nonostante il disco sia stato suonato interamente da Avincola, sono moltissime le collaborazioni. “Lattine” è stato cantato con la dolcissima Serepocaiontas, che con la sua visione morbida e rosea del mondo è stata la voce perfetta a completare il pezzo.
«Al contrario di Alessandro Gori [ride, nda], con cui la collaborazione è stata un po’ diversa. Con Serena [Serepocaiontas, nda] ci siamo conosciuti sui social e poi incontrati a un mio concerto. Ho conosciuto Alessandro perché a Sanremo inventava storie assurde e molto divertenti sui partecipanti. Io ad esempio ero diventato l’amante di California, dei Coma_Cose. Gli avevo scritto per fargli i complimenti e adesso siamo diventati proprio amici!
Quello di Alessandro Gori, che poi ho trasformato in “Letti” era un monologo “orizzontale”, come la pagina di un libro. Ho dovuto renderlo verticale, anche cambiando qualche frase perché fosse adatto ad essere cantato. Senza dubbio è stato più complesso riadattare quel monologo che cantare le parole di Panella».
Nel disco è infatti presente anche un brano (la titletrack) scritto da Panella.
«È stato un regalo bellissimo che mi ha fatto Morgan: sta scrivendo un libro di poesie sue e ha chiesto a Panella di fare la prefazione. Al posto di scrivere la prefazione, ha risposto con altrettante poesie. Morgan ha poi chiesto a degli artisti (tra cui me) chiedendoci di scegliere delle poesie e provare a musicarle. Ne ho fatte cinque, “Barrì” è quella che mi piaceva di più e ho chiesto loro se potessi metterla nell’album. Ero talmente entusiasta di questa cosa che ci ho messo due giorni ad arrangiarla; è stato un esperimento affascinante, anche perché erano poesie vere e proprie e non testi scritti per diventare canzoni».
Concludiamo la nostra chiacchierata parlando di concerti, che sono stati (o saranno) annunciati a breve sui social, dove – racconta Avincola – non ha segreti.
«Non vedo l’ora: suonerò con la band e sarà una bellissima occasione per fare sentire il suono del disco anche live».