Io ti Venderei (Lucio Battisti, la Batteria, il Contrabbasso, Eccetera – 1976)
I primi anni ’70 sono stati un periodo magico: la moda del momento era incidere suite di 11 minuti con tempi dispari e un florilegio di temi musicali, e perfino i Nuovi Angeli (proprio quelli di Donna Felicità) non osavano sottrarsi. Ma soprattutto, quando si parlava de “Il Volo”, si intendeva ancora un supergruppo formato – tra gli altri – da Lavezzi, Radius e Tempera.
Io ti Venderei è l’unico brano registrato con Il Volo a non essere successivamente reinciso per “La Batteria, Il Contrabbasso, eccetera”, album che sin dal titolo anticipa un approccio nuovo, fondato sulla ritmica, strizza l’occhio a un certo funk d’oltreoceano e funge da nutrice per la nascente scena Italo-disco.
In effetti non riesco a immaginare come si potesse migliorare questa canzone, costruita su un basso incalzante e su tastiere sognanti, araldi di paesi lontani. Mogol conserva questo immaginario, e lo innesta nel lamento di un uomo costretto “al porto” dalla sua incapacità di abbandonare una compagna sbagliata.
Brano pazzesco, poetico, rasserenante, purtroppo inadatto a essere cantato in presenza di una ragazza. So quello che dico.