Esce il 31 marzo per Brutture Moderne “La mia casa vuota”, il nuovo singolo di Ugo Cappadonia accompagnato dalle percussioni di Emanuele Alosi e ispirato al racconto di Arthur Conan Doyle “La casa vuota”.
– di Lucia Tamburello –
Una canzone, per certi versi, può essere definita come una sorta di planimetria della vita del suo autore. L’artista osserva da lontano, con una certa distanza temporale, il proprio vissuto, tentando di ricordare le emozioni che lo hanno colpito e cambiato nel corso degli anni, e di generalizzarle per raccontare agli altri, per far riprovare quelle sensazioni ai propri ascoltatori.
“La mia casa vuota” parla proprio di questo processo, dello sguardo di Ugo Cappadonia sulla sua storia. La lontananza temporale si fa spaziale: come il famoso protagonista, Sherlock Holmes, che si ritrova in un’abitazione vuota esattamente di fronte alla casa in cui vive, il cantautore ex Stella Maris, con questo brano, trova il punto di vista ideale per analizzare anche gli angoli più nascosti della propria esistenza: i suoi maggiori vizi.
È un pezzo personale, ma che, accomunando i difetti dell’artista a quelli dei protagonisti di un intero periodo storico, non rischia di sfociare nell’individualismo. Tramite il racconto dell’abitudine all’attesa eterna di qualcosa di nuovo e dell’inettitudine che ne deriva, vengono esposti le più grandi debolezze di un’intera generazione che attende inerme un cambiamento esterno. Cappadonia non è l’unico ad essersi svegliato tardi. “La mia casa vuota” è una casa popolare, una comune per chi vuole riflettere su quelli che apparentemente sembrano i propri difetti, ma che in realtà si rivelano gli effetti “collettivi” di alcuni eventi sulla sfera emotiva dell’uomo moderno.
La versione fisica limitata del singolo, distribuita in 45 giri e contenente la cover del brano dei Beatles “If I Fell” come b-side conferma la passione del polistrumentista siciliano per il rock più classico e viscerale. È uno dei pochi musicisti contemporanei a non sottomettersi completamente ai synth e all’elettronica. Si tratta di un sound vintage, rock ‘n’ roll più che rock. Paradossalmente, questa caratteristica, anziché confinarlo ai suoni d’oltreoceano anni ’60 e ‘70, lo emancipa e lo rende originale. “La mia casa vuota” riassume tutta l’esperienza di Ugo Cappadonia e la sfrenata passione che lo spinge a continuare a suonare tra le rovine dell’underground italiano.