Si intitolerà “Egosfera” il nuovo disco di Nicola Denti in uscita il prossimo 28 febbraio.
Oggi vi presentiamo in anteprima il video ufficiale del singolo “Distorted Reality”
Anticipazione di quel che sarà tutto l’ascolto che promette di costruire la visione e la sensazione di un viaggio dentro l’io più segreto del protagonista chiamato EKOW, un viaggio al centro del tutto, al centro del proprio ego da cui un concept che partendo proprio dal titolo, cerca in primis di chiarire ogni cosa. Chitarrista che conosciamo innanzitutto per la sua militanza nelle Custodie Cautelari, Nicola Denti pubblica questo lavoro dalla lunga gestazione e progettazione che oggi anticipa con questo, brano dal video altamente didascalico e dalla scrittura che mostra chiare le radici di uno dei momenti più melodici della produzione di Joe Satriani, uno dei tantissimi nuclei ispiratori di Denti.
“Egosfera” è un disco strumentale che siamo curiosi di scoprire: ad ora osserviamo il viaggio dentro questa finestra distorta dove la melodia non cessa di esistere e dove anche interessanti tracce di quel prog che mescola le soluzioni più attese non si fanno desiderare troppo. Il tutto dietro la schiena di una chitarra elettrica che ha l’equilibrio di portarsi addosso ogni traccia del proprio ego.
Partiamo dalle Custodie Cautelari. Partiamo da quel mondo fatto di grande pop e di grandi featuring. Cosa hai conservato di tutto questo dentro un progetto come Egosfera? Ci dobbiamo aspettare anche qui tantissime grandi firme ospiti?
In questi anni in giro con le Custodie Cautelari e lo spettacolo Notte delle Chitarre ho avuto il privilegio di suonare con grandi chitarristi e artisti internazionali, da Stef Burns, Maurizio Solieri a Cristiano De Andrè e Eric Burdon, e devo dire che confrontandomi con loro ho imparato tanto. Tutto questo sicuramente mi ha spronato ancora di più a riprendere in mano questo progetto che, per i tanti impegni, è rimasto chiuso nel cassetto per parecchio tempo.
Ho sentito la necessità di fare sentire la mia “voce” e di condividere le miei visioni musicali.
Ho coinvolto nel disco appunto tanti musicisti che stimo, da Bryan Beller (bassista di Joe Satriani e Aristocratz), Federico Paulovich (batterista dei Destrage), Sbibu, un percussionista formidabile, e molti altri musicisti con cui ho collaborato, Anna Portalupi (Hardline), Lucio Piccoli, Pier Bernardi, Emiliano Bozzi e Fausto Tinello. Il mix è stato curato da Fausto Tinello e Mirko Nosari e per il mastering ho contattato uno dei miei produttori preferiti, John Cuniberti, produttore di tanti album di Joe Satriani.
Ascoltiamo questo primo singolo che anticipa proprio il disco. Inevitabili i rimandi a Joe Satriani, ma in qualche misura ci ritroviamo dentro anche una tradizione italiana o sbaglio?
Sicuramente la musica strumentale dei grandi chitarristi, da Satriani, a Vai a Jeff Beck, fa parte integrante del mio bagaglio musicale, ma ho cercato in questo disco di fare uscire la mia identità il più possibile, ho scartato mille idee, passato ore ed ore a cercare quello che più poteva rappresentare la mia personalità e spero di esserci riuscito.
Se mi parli di tradizione italiana certo, dato che sono da sempre grande fan del progressive rock italiano, dalla PFM agli Area al Banco del Mutuo Soccorso, ho divorato le cassette di mio padre di quel periodo e queste band sono state tra le principali ispirazioni da sempre nel mio modo di scrivere e pensare alle canzoni.
Realtà distorta: il viaggio di Ekow verso Egosfera (questo il leitmotiv del disco se non erro) quanto attinge dall’attualità e dalla distorsione sociale che viviamo? Una società di ego-centrismi in fondo…
In realtà la storia di Ekow non ha tempo e nasce un po’ da una situazione personale che ho vissuto in passato, un periodo complicato, da cui è stato difficile uscire. La voglia di scrivere il disco è arrivata proprio dopo questo periodo, anche se poi per vari motivi non lo avevo portato a termine e ho ripreso in mano tutto tre anni fa.
E il disco è un messaggio di speranza, il viaggio di Ekow per scappare dai suoi deliri e allucinazioni per raggiungere Egosfera, il luogo dove poter ritrovare la sua dimensione. È un viaggio mentale e metaforico, quando tutto sembra perduto è il momento di trovare le forze per partire verso un luogo dove poter ritrovare la bellezza dentro di sé.
E restando in tema: il viaggio dove si concluderà? Ma soprattutto, si conclude un viaggio del genere?
Ekow raggiunge la sua Egosfera! È stato difficile… ma spero con la musica di riuscire a trasportare lo spettatore in questo viaggio, in modo che ognuno a proprio modo possa immedesimarsi in Ekow. Il disco è pieno di contrasti perché nessun viaggio di questo tipo è semplice e l’album finisce riprendendo il tema iniziale del primo brano, a simboleggiare che finito un viaggio ne inizia subito un altro.
Chiudiamo con una domanda spirituale più che tecnica: è bastato solamente il suono per raccontare la storia? In altre parole: non hai mai avuto la sensazione di aver bisogno di altro come di un testo cantato per raccontare a pieno il viaggio verso Egosfera?
Per il momento la dimensione strumentale è quella che più mi permette di esprimere me stesso e di poter sperimentare. Ma nulla esclude che in futuro, possa includere nei prossimi album solisti anche dei brani cantati.