Antonio, una domanda diretta, a bruciapelo: cos’è oggi un’etichetta?
Ho imparato in questo anno e mezzo di lavoro intensissimo che etichetta discografica è sinonimo di team. Un gruppo di persone lungimiranti, strategiche e trasparenti, che nel campo del mercato musicale, sempre più povero e dannato, riesca con massima professionalità a garantire una crescita costante all’artista o alla band che gestisce. Nessuna promessa, tanti contatti, strategia, divisione dei compiti chiara, carisma, investimento economico mirato e umiltà. Non basta definirsi casa discografica, booking, agenzia di stampa, editore, per essere tale. Contano solo le persone, le canzoni, la fiducia reciproca e una capillare organizzazione del lavoro. Tutto il resto, anche ad altissimi livelli, equivale alla finzione, al nulla, al vuoto totale. Ripeto, contano solo persone, fiducia, organizzazione e canzoni. Persone che sappiano fare il proprio lavoro in maniera ascetica e passionale, tramite competenze specifiche e non dilettantistiche e poi appunto le canzoni, le belle canzoni. Dici poco.
Maciste Dischi in poco tempo ha attirato l’attenzione per l’accurata scelta artistica, come selezionate i vostri artisti?
Volendo risponderti in percentuali, direi che arriviamo a conoscenza di nuovi artisti nel 60 % dei casi tramite il comune passaparola tra addetti ai lavori, 30% dal web e per il restante 10% sul campo, ovvero tramite concerti e festival ai quali partecipiamo a nostra volta, da fruitori comuni.
“Maciste contro tutti” porta al Quirinetta di Roma un arsenale di artisti tra i più interessanti del panorama indipendente italiano. Cosa dobbiamo aspettarci da questo evento?
Mi auguro con il cuore possa essere un momento di festa e divertimento per tutti i presenti. Bisogna aspettarsi tanta qualità e spero anche credibilità, dal palco. Artisti così diversi e spesso “lontanti” tra loro, per estrazione culturale, regione di appartenenza e gusti musicali, che però hanno in comunque, a mio giudizio, un certo tipo di attitudine, un comune “approccio alla materia” se così possiamo dire. Tutti artisti di pancia. Tutti under 35 e tutti con dischi bellissimi, a mio dire, sul banchetto. I Jonny Blitz sono fortissimi, loro conoscono Roma e Roma conosce loro. Siamo a 2/3 della vita di Colpa del Sole, disco uscito a a febbraio 2015 e che rappresenta soltanto un tassello, seppur splendido, nel percorso che i ragazzi intraprenderanno nei prossimi anni. I Voina Hen arrivano da lanciano e portano sul palco rabbia e sputi, storie di provincia e tentate rivincite. Sono senza dubbi una delle band dell’anno. Miele, dopo la vicenda sanremese che tutta Italia conosce, dimostrerà di essere un’artista rara e dall’attitudine rock, ma rock davvero. I Canova saranno per gli affezionati della famiglia Maciste Dischi, una vera sorpresa. Hanno alle spalle importanti apparizioni televisive ma arrivano da una lunghissima e forzata pausa. Fremono all’idea di portare in giro la loro musica, finalmente per davvero. Giovani e freschi, per me hanno tutte le carte in regola per esplodere. Le grandi navi ovali ovali, progetto di cui faccio parte in maniera goliardica, vogliono essere un’onda d’urto, contaminare senza compromessi e condividere paranoie e nostalgie con chi saprà farsi coinvolgere.
Tre aggettivi per ogni artista che salirà sul palco del Quirinetta il 22 aprile.
Allora, in ordine sparso:
JONNY BLITZ: brillanti / calorosi / amabili
VOINA HEN: beffardi / furiosi / sinceri
MIELE: straripante / vigorosa / affascinante
CANOVA: ammiccanti / notturni / schietti
GRANDI NAVI OVALI: allucinati / combattivi / nocivi