Si intitola “L’Attesa” il nuovo disco di Francesco Garito. Toscano d’adozione, di certo non di primo pelo sulla nuova scena cantautorale. E dopo avventure diciamo più conformi alle regole e all’estetica, Garito si lascia andare alla produzione di un disco che sa di aver confezionato senza “eleganza” e senza macchine digitali. “L’Attesa” signori è un disco che sa di pelle e di sudore, un disco di suoni crudi e di suoni presi al momento. “L’Attesa” è un disco che cerca la poesia e la trova, con melodia poco ruffiane e liriche testuali assai dense…non pesanti, attenzione, ma dense di contenuto. In rete un video, come fosse un video di un viaggio, l’istantanea di una vita, i pensieri impressi in una pellicola che avevamo in borsa. E le citazioni non mancano…fate un buon ascolto.
Cantautore e di certo non di primo “pelo”. Da poco uscite le candidature alle Targhe Tenco. Una tua personalissima visione?
Ho dato una rapida lettura alle condidature, mi fa piacere vedere i nomi di Benvegnù e Basile perchè ho ascoltato i loro lavori e mi sono piaciuti moltissimo sono artisti che stimo da sempre, mentre per il resto saprei dirti poco, un tempo ero molto più curioso ed ascoltavo ogni nuova proposta, mi sembra di intuire che negli ultimi anni ci sia un apertura a cose che magari prima non venivano prese in considerazione, può essere un bene o forse no, personalmente mi sarebbe piaciuto vedere qualche nome meno “mainstream” ma chi sceglie avrà le sue ragioni.
La canzone d’autore ormai non è cultura: è moda anch’essa. Sei d’accordo?
Credo che la maggioranza del pubblico medio percepisce la canzone d’autore attuale come moda e non mi riferisco solo alla melodia od agli arrangiamenti ma soprattutto alla scrittura ed all’immagine, nonostante tutto c’è chi ancora pensa di fare canzone d’autore carica di contenuti ma non ha molti spazi ed il messaggio che spesso passa è che sia musica noisa, in ogni caso è il pubblico che decide, poi se il pubblico non è educato a certa musica le responsabilità stanno da altre parti.
Ma in fondo il successo è il riconoscimento…ci vuole “L’Attesa” anche per questo non trovi?
Saper attendere per quanto mi riguarda è una regola di vita, non saprei se il successo è il riconoscimento, di certo fa piacere e penso che sarebbe ipocrita non ammetterlo, però bisognerebbe capire bene cosa si intende per successo, conosco cantautori che negli anni sbattendosi a destra ed a manca sono riusciti a vivere della propria musica pur non avendo folle di pubblico ai concerti eppur si sentono appagati e relaizzati, per me questo è successo.
Il tuo disco segna un’altra testimonianza di come un artista da più peso al contenuto e alla sua espressione naturale che alla forma estetica, vero?
Sono cresciuto con riferimenti forti, artisti che hanno sempre avuto il bisogno di dire qualcosa con i loro lavori e di conseguenza non conosco un altro modo di concepire un disco, l’estetica fine a se stessa non mi interesse, qualcuno ha detto che la rappresentazione della sola bellezza è l’infanzia dell’arte.
Voglio farti una domanda insidiosa che penso molti ti avranno rivolto. Onestamente non riesco a digerire bene i suoni troppo malconci e qualche fuori tempo di esecuzione. Certo non parliamo di errori ma che sia una via facile e più comoda per portare a casa il disco?
Sinceramente se avessi voluto una via comoda e facile non avrei atteso sei anni per far uscire un disco e soprattutto mi sarei mosso in modo differente, lo studio digitale da questo punto di vista è un paracadute perfetto nel senso che oggi la tecnologia permette a tavolino di creare un disco suonato e cantato in maniera perfetta, credo invece che la scelta dello studio analogico, dove suonare insieme ai musicisti dopo mesi di prove, sia stata una scelta artistica che ha tenuto conto anche delle imperfezioni a cui fai riferimento e che posso comprendere ad alcuni facciano storcere il naso ma ad altri restituiscono una certa poesia e verità.
Dopo “Fahrenheit 451”…altro video in programma?
Assolutamente si, in autunno conto di far uscire il video di “Evisioni” una canzone a cui sono molto legato perchè l’autore del testo è un caro amico con cui ho condiviso la passione della scrittura e perchè è una canzone che ha dovuto “attendere” molti anni prima di essere pubblicata.