L’amarezza della vita (perché la vita spesso e volentieri sa avere un sapore particolarmente cattivo) raccontata attraverso l’irriverenza. Testi circondati da un semplice rock, ironico, divertente, che in qualche modo rende il tutto più gradevole.
E la vita diventa, per un momento, se non più dolce, almeno un po’ più spassosa.
Cantante? Cantautore? Il Re Tarantola non è definibile. Sfida e scardina metrica e convenzioni musicali e ci ricorda in maniera brutale in che mondo stiamo vivendo. Riflessioni cupe su comportamenti sociali, sull’individuo rapportato, sulla sfiga, a colpi di un rock sporco, a tratti un po’ punk. Scomodo, decisamente scomodo.
Da momenti più ruggenti come “Non ho mai avuto il fisico di una volta II” e “Eroina per bambini iperattivi”, traccia con strutture vagamente metal, Il Re passa a pezzi più distesi come “Suono per pagarmi le multe che prendo quando vado in giro a suonare” o “Mi odio”.
Il disco è formato da dieci canzoni nel complesso molto brevi, dai titoli molto lunghi, in netto contrasto con la loro durata. Alla fine non vi sentirete molto meglio. Ma vi sarete almeno un po’ divertiti.
Chi è e cosa fa Il Re Tarantola? La parodia di un cantautore indie? Qualcosa a sé? Qualcosa di nuovo? Un esperimento coraggioso? Un nuovo modo di fare cantautorato? Le domande da porsi su Il Re Tarantola sono tante e, forse, non avremo mai una risposta. Forse la risposta giusta è proprio quella più banale, ossia che Il Re Tarantola è Il Re Tarantola e basta. Spiazzante e decisamente fuori dagli schemi, se questo personaggio voleva confonderci, ci è davvero riuscito per bene.
Un orecchio potete buttarcelo. Siamo di fronte a qualcosa di interessante in ogni caso.
Francesca Marini
Qui di seguito, il video di “Sono un campione a ballare da seduto”: