Ivan Romano esce con un esordio – anche se per lui proprio un esordio non è…compositore, oltre 100 canzoni alle spalle, 3 dischi con gli Arie e poi musicista, polistrumentista…oggi intraprende il cammino solista con un lavoro che si intitola “L’inventore saltuario”, disco autoprodotto e presentato lo scorso 25 Agosto allo Sponz Fest di Calibri di Vinicio Capossela. E purtroppo o per fortuna (dato il gusto espresso e la buona riuscita del progetto) sono presto identificate a grandi linee i confini di questo lavoro che abbraccia in accezioni molto terrene quella che è la canzone tradizionale del popolo. Una breve chiacchiera con Ivan Romano ed il suo video di lancio, trasgressivo, eclettico e a suo modo psichedelico…perché lui è stato anche un autore psichedelico.
Sento le nacchere e sento la tammorra. Come hai cercato e scelto un certo tipo di strumento? Ad esso stai associando un particolare significato o è solo una scelta “saltuaria”?
La tammorra si, le nacchere non ci sono, forse si confondono con gli scrocchi delle dita, la tammorra ed il Kazoo invece sono strumenti tradizionali che vengono da mondi diversi entrambi figli della musica ed io cerco di fonderli insieme.
Ma Ivan Romano è un “Inventore saltuario”? In altre parole quanta vita autobiografica c’è dentro il disco?
Ivan Romano è un inventore a tempo pieno che purtroppo per un fatto di opportunità è costretto ad esserlo Saltuario. Nell’album c’è molta vita vissuta e tanta quotidianità!
Il disco si chiude con la cover del classico “Voce ‘e notte”. Come mai questa scelta? Un significato tuo personale oppure un collegamento filologico con tutto il lavoro?
Sicuramente lo stile musicale ha un filo conduttore che lo lega all’album, il contenuto di questa canzone è associabile a vicende capitate ad un mio amico e la dedico a lui.
Parafrasando il titolo di uno dei pezzi che ho più gradito: “Ricordati che la vita è uno scambio”. E tu per cosa la scambieresti?
In realtà continua dicendo “è un dare avere bilanciato nel tempo” inteso come “ad ogni azione vi è una reazione” che non per forza avviene subito, ma può avvenire nell’arco della nostra vita.
Tu sei campano ma io trovo che questo disco sia apolide. Invece dicci la verità: da dove viene la tua musica?
La mia musica viene dalla strada, dalle cantine, ma soprattutto dall’anima.