Esordio assolutamente interessante quello dei REFILLA che confezionano il tutto in una chiavetta USB a simboleggiare un farmaco. Allegano anche il bugiardino come si fa di solito per le controindicazioni. E questa volta, le controindicazioni, sono rappresentate dal malessere culturale e sociale che si sta espandendo a macchia d’olio in ogni struttura del nostro vissuto. Ed è dal nostro vissuto che il pop rock con importanti sembianze rap – e tanta audacia metropolitana spesso sottolineata da soluzioni elettroniche niente male – che i REFILLA partono per raccontarci sensazioni e possibilità umane. Uno stare al mondo che sfida l’ipocrisie del perbenismo. E insomma, questo primo disco dal titolo “Due” all’apparenza è uno di quei lavori sociali che fanno presa sulle nuovissime generazioni andando a pescare (forse senza saperlo) qua e la delle citazioni come ad esempio la parte centrale di “Mai stato così bene” richiama quella “Svalutation” di Celentano. Ma non sono plagi o debolezze, anzi sono caratteristiche che aiutano i REFILLA a spaziare senza soluzione di continuità dal rap più puro dell’underground futuristico come in “Nella media” a quel pop di spazi e di riflessioni sospese come nella bellissima “Partire a settembre”. Un buon ascolto!
“Due” come le facce di una medaglia? C’è molto di questo concetto di “Bene e Male”. Ci sono molti momenti in cui sono gli estremi ad essere celebrati come concetto… o sbaglio?
Cercavamo il modo più semplice per esprimere un concetto difficile come quello della continua lotta tra gli estremi delle personalità di un individuo. Bene e male ma anche routine contro straordinario, ordine contro caos.
E le sfumature di mezzo per voi? Soprattutto per voi che avete realizzato un disco che di sfumature si nutre…
Anche se ami il bianco ed il nero sei costretto a piegati alle sfumature di grigio. Proprio da questo nascono tanti dei conflitti di cui parliamo
Il non aderire didatticamente ad un genere che risultati vi ha consentito di raggiungere o cosa vi ha tolto in qualche modo?
Più che togliere ha aggiunto. Non abbiamo cercato un genere preciso ma abbiamo deciso che la musica si disegnasse su di noi, come a vestire i nostri testi nella maniera più naturale possibile
Ma la domanda più importante è sul formato: come mai una chiavetta USB?
Volevamo qualcosa di diverso, che cercasse di andare oltre non solo come genere ma anche come formato. Da qui l’usb
Che poi questa chiavetta è anche un medicinale che ha anche un bugiardino… insomma, una disco per la cura o per la sopravvivenza?
Esattamente. Medicinale o droga a seconda dei punti di vista, con tanto di posologia e modo d’uso. Non importa che ‘assumi’ Due se pensi che sia medicina o droga. L’importante è che lo fai perché hai capito come ci si sente.