Sono osservando la copertina di questo disco dovremmo fermarci e non poco pensando alle tante derive che la sua lettura propone. Spiritualità e segni alchemici (forse). Ma anche antiche radici di culture lontane… o forse la psichedelia di una visione. I Korishanti finalmente hanno dato alle stampe “Il sogno di Greta e altre storie…” disco il cui centro è la terra, l’amore, la comunione. Disco il cui centro è l’ambiente. E nel singolo appare anche una inattesa Luciana Littizzetto e su questo punto ci fermeremo…
Il clima. La terra. La nostra stessa vita. Ha senso parlare ancora di protesta o siamo vittime di sistemi più grandi di noi?
La protesta è sempre stata la forma di dissenso propria di chi sta nella metà campo debole in un
gioco di forze, si è sempre protestato contro un sistema più grande del singolo. Se non vi fosse
disparità tra le forze in campo ci troveremmo di fronte ad una dialettica negoziale, non ad una
protesta. Rispetto alla questione se abbia senso, crediamo fermamente di sì. Se la domanda fosse
stata “Ma la protesta funziona? Serve a cambiare le cose?” ti avremmo risposto comunque di sì,
seppur non negando la necessità di una buona dose di pazienza, di un lasso generazionale
indispensabile a far mutare la protesta in consapevolezze nuove, in nuove coscienze.
Un vecchio detto recita: “Una società diventa grande quando gli anziani piantano alberi sapendo che
non siederanno mai sotto la loro ombra”. Penso ben riassuma la nostra posizione a riguardo,
abbiamo nuove generazioni nei cui confronti siamo responsabili, e la protesta contro ciò che è
ingiusto è la miglior testimonianza che possiamo lasciare in dono.
E un disco come questo, che ruolo ha nella sensibilizzazione? Oppure cade nell’intrattenimento e nel rumore di fondo di mille voci simili?
Non so che ruolo possa avere nella sensibilizzazione, forse nessuno, alla stregua di migliaia di
azioni di sensibilizzazione che, come giustamente dici, cadono nel vuoto. Certo non sono tempi
facili nei quali palesarsi, la quantità di input a cui siamo soggetti è talmente abnorme che l’oblio è
l’esito più probabile. Ma tra il fare qualcosa di giusto con il rischio che sia ignorato, o fare qualcosa
di sbagliato con la certezza che abbia rilievo (come ultimamente sempre più spesso succede), non
abbiamo dubbi: scegliamo la prima.
Perché la Littizzetto? Una featuring assai particolare in un disco… com’è accaduto l’incontro?
Vero! Assai particolare! L’idea è nata dalla sua rinomata attenzione al tema ambientale: quando
abbiamo finito la registrazione della traccia de “Il sogno di Greta”, abbiamo pensato che l’incipit
fosse ideale per un recitativo. Essendo concittadini, abbiamo tentato di proporle l’idea tramite delle
amicizie comuni e, miracolo! ha accettato.
Domanda bizzarra: quella Greta famosa, secondo voi, ha mai ascoltato o ricevuto il disco?
Abbiamo pensato di farglielo avere, ma poi ci siamo detti che forse avrebbe avuto senso tradurla in
inglese. Siamo ancora alle prese con il dizionario…;)
Dopo questi mesi di promozione, dal vivo che cosa è accaduto?
Quello che accade quando si è indipendenti, senza avere alle spalle delle major o delle agenzie di
booking, quindi molto poco. Ciascuno di noi ha lavoro e famiglia, dedichiamo già moltissimo
tempo al fare musica; non riusciamo a stare dietro a tutto il back-office necessario ad
autopromuoverci per ingaggiare nuove date. Ma se qualcuno volesse farsi avanti…:)