Dopo l’esperienza dei Bootcamp di X Factor dentro cui ha raccolto ampi consensi e una semina umana e personale fondamentale per la sua carriera in ascesa, ecco il singolo personale, scritto e realizzato quasi totalmente in prima persona. Parliamo della giovanissima Cinzia Zaccaroni che pubblica in modo totalmente indipendente “Voce di Giove”: una disamina urbana sulla diversità come ricchezza, come incontro, come contaminazione che ci piace leggere ad ampio raggio… brano che dai toni noir poi vira dentro un rock ruvido sull’inciso. E noi come sempre indaghiamo come possibile:
Tra psichedelia e pop. Forme d’arte contrastanti ma in qualche modo si rendono adiacenti. Ma il rock al ritornello davvero non ce l’aspettavamo lo sai?
Bè mi dispiace ma trovo che la distorsione sia ancora la forma espressiva migliore per esprimere vigore , intensità, rabbia ,forza e il punto in cui è stata inserita aveva bisogno di tutto questo forse in una formula ancora più particolare, ma anche no.
Un’autoproduzione in tutto e per tutto. Ma c’è qualcuno a cui dobbiamo dire grazie?
Assolutamente sì: Fausto de Bellis è il produttore che mi ha aiutato a potenziare quello che era un brano chitarra e voce a tradurne le dinamiche , gli umori, cercando di rispettare il più possibile la mia musicalità , aggiungendo anche elementi moderni per esempio nella ritmica, mi sono molto divertita con Fausto.
Un titolo visionario: chi è per te Giove e qual è la sua voce?
Giove è un Dio , un gigante , un essere potente , forte, enorme , un’entità straordinariamente sensibile , la sua voce è paragonabile al suono di una caverna scavata dentro a una montagna con strapiombo sul mare… un luogo impervio , rigido,difficile da raggiungere , duro …ma una volta arrivati ci si sente al sicuro e si può godere di una vista meravigliosa.
Dalla tua biografia scopriamo come alle radici c’era il Jazz, Billy Holiday, Ella Fitzgerald, Duke Ellington e tanto altro. Come si arriva quindi all’elettronica e al rock?
Il jazz è arrivato quando avevo 24 anni … ma io ho deciso che la mia vita avrebbe avuto senso solo quando avrei fondato una band come quella dei Nirvana e compagnia bella ( Seattle band) ero una grunger ma da che avevo 14 anni ascoltavo rock , metal , stoner, dark wake, sludge , adoro i suoni massicci e lenti .
Poi quando cominciai ad andare ai concerti scoprii un sottobosco musicale che mi fece sentire parte di una famiglia, una famiglia che amava sperimentare con suoni al limite del violento.
Ha una tua visione di suono precisa che vorrai raggiungere?
No è il suono che decide , è lui che si manifesta : io non devo fare altro che praticare tutti i giorni e sintetizzarlo, semplificarlo, ascoltarlo, assecondarlo, seguirlo